Titanus 120° Classics

Titanus 120° Classics: cinque capolavori tornano in sala

Cinque grandi classici del cinema italiano tornano - restaurati - al cinema con l'operazione Titanus 120° Classics.

Cinque grandi classici del cinema italiano tornano - restaurati - al cinema con l'operazione Titanus 120° Classics.

In occasione della campagna estiva Cinema Revolution Nexo Digital, Titanus e Rai Com presentano Titanus 120° Classics, il festival che riporta nelle sale cinque capolavori del cinema italiano, restaurati. L’appuntamento celebra i 120 anni della prima casa cinematografica italiana, fondata a Napoli nel 1904 da Gustavo Lombardo e portata all’apice del successo dal figlio Goffredo grazie alla collaborazione coi Grandi Maestri del Cinema Italiano. Tra le storie a marchio Titanus compaiono commedie all’italiana, capolavori come Il Gattopardo, musicarelli, polizieschi, colossal sino ad arrivare alle prime serie tv.

Per festeggiare l’anniversario dei 120 anni, da giovedì 27 giugno per cinque settimane torneranno al cinema secondo il seguente calendario cinque capolavori prodotti da Titanus restaurati:

  • Dal 27 giugno al 3 luglio, IL GATTOPARDO di Luchino Visconti
  • Dal 4 luglio al 10 luglio, LA CIOCIARA di Vittorio De Sica
  • Dall’11 luglio al 17 luglio, ROCCO E I SUOI FRATELLI di Luchino Visconti
  • Dal 18 luglio al 24 luglio, PANE AMORE E FANTASIA di Luigi Comencini
  • Dal 25 luglio al 31 luglio, LA PRIMA NOTTE DI QUIETE di Valerio Zurlini

L’elenco delle sale che parteciperanno a Titanus 120° Classics sarà a breve disponibile su nexodigital.it. I biglietti dei vari film avranno un prezzo speciale in occasione della campagna Cinema Revolution (tutte le informazioni sui siti dei cinema aderenti).

Tra le primissime Case di produzione e distribuzione internazionali nate in Europa e guidata oggi dal nipote del fondatore, Guido Lombardo, Titanus è stata caratterizzata fin dagli inizi da una politica produttiva all’avanguardia, basata sulla ricerca e la sperimentazione che la portano oggi a vantare oltre 1.500 titoli tra film e serie tv prodotti e distribuiti e una library di circa 400 titoli a catalogo: un patrimonio unico e prezioso non solo per il settore audiovisivo, ma per la storia e cultura d’Italia. Oggi, grazie al consolidamento della unit di produzione, Titanus Production, continua il suo lavoro con una nuova generazione di contenuti (film, serie tv, branded content) sotto la guida di Maria Grazia Saccà.

Titanus 120° Classics è un festival organizzato da Nexo Digital, Titanus e Rai Com e si svolge in tutti i cinema italiani che aderiscono all’iniziativa (elenco su nexodigital.it) in collaborazione con il media partner MYMovies.it.

Dal 27 giugno al 3 luglio

IL GATTOPARDO di Luchino Visconti, 1963
con Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale, Paolo Stoppa, Rina Morelli

Luchino Visconti porta nel film un’ineguagliabile fusione di arte, storia e pensiero. Il romanzo originario di Giuseppe Tomasi di Lampedusa diventa per il regista l’occasione di sviluppare la sua personalissima versione della recherche proustiana, attraversata da un fitto dedalo di luci e ombre, intrisa di realismo verghiano fatalista. Il Gattopardo è avviluppato da una coltre funebre: la frase forse più celebre del film, “perché tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”, sembra vergata nel marmo di una lapide. E non solo suona come interpretazione storica di un paese succube di un trasformismo atavico e infrangibile, ma ha anche il sapore di una considerazione che trascende il momento e riecheggia un sentimento universale. Per citare Martin Scorsese, Il Gattopardo è “uno stupefacente arazzo cinematografico in cui ogni gesto, ogni parola, la disposizione di ogni oggetto in ciascuna stanza richiama in vita un mondo perduto”. Per tutti gli interpreti principali, si tratta del film che ha segnato in maniera indelebile la loro già gloriosa carriera. Fortemente voluto da Goffredo Lombardo, a dispetto di un impegno produttivo che rischiò di metterlo irreparabilmente in ginocchio, Il Gattopardo è l’emblema delle produzioni Titanus, dove l’arte e lo spettacolo si incontrano per raccontare la storia con un tratto indelebile.

Dal 4 luglio al 10 luglio

LA CIOCIARA di Vittorio De Sica, 1960
con Sophia Loren, Jean-Paul Belmondo, Eleonora Brown, Carlo Nicchi, Raf Vallone

Dopo un lungo silenzio seguito al tonfo del Tetto, Vittorio De Sica e Cesare Zavattini si riscattano con un film che ha segnato la storia del cinema italiano. Tratto da un romanzo di Alberto Moravia, La ciociara è commedia, tragedia, spettacolo, realismo, amalgamati in un equilibrio che ha del prodigioso. Un racconto di poderosa fluidità, che riflette sulla Storia rifiutando proclami ideologici che durano una stagione, ma ripiegandosi invece sull’esperienza di un dramma privato. Forse è anche per questo che il successo e l’influenza del film non accennano a sfumare. Ma soprattutto è il film di Sophia Loren, non solo bellissima come sempre, ma capace di imporre al suo personaggio una complessità di sfumature formidabile: seducente, rabbiosa, dolce, protettiva, disperata… Di aggettivi potremmo aggiungerne molti altri ancora, tale è lo spessore della tela che l’attrice riesce a tessere.

Dall’11 luglio al 17 luglio

ROCCO E SUOI FRATELLI di Luchino Visconti, 1960
con Claudia Cardinale, Alain Delon, Renato Salvatori, Annie Girardot, Duilio Morini, Katina Paxinou, Paolo Stoppa

Oggi Rocco e i suoi fratelli è considerato uno dei capolavori del cinema mondiale. Eppure, durante le riprese e dopo la sua uscita fu osteggiato in tutti i modi dalle forze allora al governo, diventando un caso su cui l’opinione pubblica italiana si confrontò e si spaccò. In un clima politico rovente e di profondi cambiamenti, Visconti sente il bisogno di approfondire con sguardo lucidissimo, il discorso sulla società. Partendo dall’opera di Giovanni Testori e trovando ispirazione in Thomas Mann, Dostoevskij, Verga, il film distilla la purezza del melodramma, rinnova radicalmente la lezione del neorealismo e costruisce una tragedia in cinque atti. Il tema che emerge con forza dirompente è la famiglia che si autodistrugge, in un’Italia lacerata dall’emigrazione dei meridionali al Nord, a dispetto del “miracolo economico”. Un’opera di profondità e bellezza immortali, sostenuta da un cast di attori formidabilmente efficaci.

Dal 18 luglio al 24 luglio

PANE, AMORE E FANTASIA di Luigi Comencini, 1953
con Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida, Marisa Merlini, Virgilio Riento, Tina Pica, Roberto Risso

Film amatissimo dal pubblico di ieri e di oggi, Pane, amore e fantasia ha reinventato la commedia, con buona pace di certa critica impegnata che quando incontra gioia e leggerezza si copre gli occhi e crede che “neorealismo rosa” sia un’offesa mortale. Comencini sintetizza così le sue intenzioni, perfettamente realizzate: “Volevo una commedia paesana, di caratteri, elegante, senza volgarità, con un’ambientazione sociale delineata”. Il mondo e il teatro si fondono con naturalezza insuperata. È un inno al piacere di fare (e guardare) un cinema di personaggi vivi, di attori immediatamente irresistibili, di ritmi coinvolgenti dal primo all’ultimo momento. Un capolavoro di immediatezza comunicativa. La Bersagliera Gina Lollobrigida, mai così brava e bella, e il sornione e buffo maresciallo De Sica portano tra il pubblico un nuovo divismo, fresco e scanzonato, che ha lasciato un segno indelebile.

Dal 25 luglio al 31 luglio

LA PRIMA NOTTE DI QUIETE di Valerio Zurlini, 1972
con Alain Delon, Sonia Petrova, Giancarlo Giannini, Lea Massari, Renato Salvatori, Alida Valli

Cos’è “la prima notte di quiete”? Lo spiega il professor Dominici: dietro al verso di Goethe, si nasconde il sollievo della morte, un sonno finalmente senza sogni. Valerio Zurlini con questo film si conferma un grande narratore dell’uomo contemporaneo, con tutte le contraddizioni che lo rendono uno straniero a sé stesso. Il regista amalgama il sublime delle raffinate citazioni letterarie e pittoriche con il degrado delle ambientazioni riminesi livide, volgari, segnate da lugubri penombre. Riesce a tessere un universo straordinariamente denso che alterna tormento, tenerezza, sete di purificazione, senso di colpa, estasi fuggitiva da melodramma puro, derive autodistruttive. Alain Delon, che si appassiona a tal punto al personaggio da partecipare al film anche in veste di produttore (non senza screzi con Zurlini), nei panni del professore crea uno dei suoi personaggi più intensi, impregnato di angoscia e capace di improvvisi slanci di dolcezza. La prima notte di quiete è un capolavoro dell’arte del Novecento.

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