Nel corso dell’ultimo State of Play di Sony, svoltosi il 30 maggio appena passato, sono stati presentati diversi titoli in arrivo per PlayStation, alcuni già noti e altri un po’ meno: nella prima categoria ricade sicuramente il nuovo trailer per il remake di Silent Hill 2 che, per tutti gli appassionati dello storico survival-horror firmato Konami, costituisce un’ottima notizia dopo l’assordante silenzio che ha circondato lo sviluppo del titolo… o forse no. Se non altro, almeno adesso abbiamo una data di uscita definitiva, ossia il prossimo 8 ottobre sia su Steam che su PlayStation 5, anche se sarebbe stato bello anticiparla di una settimana affinché coincidesse con l’anniversario del rilascio dell’originale, avvenuto il 24 settembre del 2001. Ad ogni modo, considerate tutte le anticipazioni poco convincenti trapelate negli ultimi mesi e i trascorsi non proprio stellari di Bloober Team, è con un misto di incertezza e apprensione che mi sono apprestato a visionarlo.
Silent Hill 2: non so perché, ma adoro questo posto
Il breve video mostra qualche scorcio fugace delle ambientazioni, del protagonista e di Angela Orosco, una giovane che cerca nella città di Silent Hill la madre scomparsa e si imbatte più volte in James Sunderland, dei combattimenti ma soprattutto dei mostri che popolano le strade nebbiose e le case abbandonate del posto, rielaborati e ammodernati con il tangibile contributo di Masahiro Ito, il designer dei fondali e delle creature del leggendario Team Silent: l’aspetto delle iconiche infermiere, delle elusive Lying Figure e dell’agghiacciante Abstract Daddy sono di certo la porzione più efficace di quanto mostrato fino ad oggi, capaci di preservare intatto il loro angosciante impatto visivo dalla vecchia generazione a quella attuale. Di contro, gli scenari caliginosi sono torbidi al punto giusto, ma mi sarei aspettato di respirare un’atmosfera un po’ più macabra e meno “pulita”, anche se sarà necessario attendere l’inizio dell’autunno per comprendere appieno quanto questa scelta stilistica riuscirà ad incastrarsi con gli altri elementi dell’avventura. Ma il fulcro delle discussioni di questi giorni è stato incentrato sui modelli dei personaggi che, grazie anche agli ulteriori 13 minuti di gioco diffusi da Konami durante il suo Silent Hill Transmission, lo showcase che ha seguito lo State of Play di Sony, abbiamo potuto dare un’occhiata approfondita tanto ai suddetti James e Angela quanto a Maria, altro personaggio di supporto che riveste un ruolo decisamente fondamentale nella storia, e anche in questo caso sostenitori e denigratori dell’approccio di Bloober Team non hanno mancato di farsi sentire.
Per quanto riguarda il nostro James, i primi sottolineano come le sue fattezze siano nettamente migliori rispetto a quelle mostrate in occasione dell’annuncio del remake, mentre i secondi si sono soffermati su una certa familiarità del nuovo design del protagonista che lo renderebbe non poco simile a Leon Kennedy, con tanto di taglio di capelli biondi ondulati leggermente fuori luogo rispetto all’originale. Maria invece, in buona parte caratterizzata anche da una spiccata disinvoltura e dalla carica sensuale di abiti e atteggiamento, ha ricevuto una marcata revisione per quanto riguarda i primi: chi possiede sufficiente familiarità con Silent Hill 2 ha tenuto a rimarcare che il design del completo di Maria è estremamente significativo per il suo personaggio e per alcuni degli aspetti narrativi più importanti del gioco. Bloober sembra aver scelto di non riprodurre i particolari emblematici di quest’ultimo, rinunciando alla fantasia leopardata e ai gioielli in cambio di un blando abito nero e di una giacca che pare quantomeno essere dello stesso colore rosato della mise originale, decisione peraltro abbastanza curiosa considerato che la Maria impersonata da Hannah Emily Anderson in Return to Silent Hill, trasposizione cinematografica del secondo episodio attualmente in lavorazione, sfoggerà invece il costume con cui il pubblico l’ha conosciuta.
Promettimi che mi riporterai qui, James
Tuttavia, le critiche più feroci e divisive al remake di Silent Hill 2 sono state rivolte ad Angela che, come anticipato, è una ragazza di 19 anni che incontra James nella cittadina mentre entrambi sono alla ricerca dei loro cari scomparsi. Alcuni sostengono che la ragazza abbia un aspetto inquietante e insolitamente diverso, e che il suo volto abbia perso il fascino e il carattere presenti nell’originale, concentrandosi soprattutto su alcune riprese che la inquadrano da angolazioni davvero poco lusinghiere. Come purtroppo è usanza comune di questi tempi, c’è una minoranza molto agguerrita di persone pronta a sostenere che il character design sia stato rovinato a causa delle forzature del woke e del DEI (acronimo che sta per Diversità, Equità e Inclusione, strutture organizzative che cercano di promuovere il trattamento equo e la piena partecipazione di tutti alla vita sociale). Affermazioni chiaramente infondate ma fin troppo abusate nel panorama videoludico odierno, che tolgono ai veri estimatori della serie ogni possibilità di discutere i meriti e gli svantaggi reali del rifacimento. Sebbene quest’ultimo ne modifichi leggermente le fattezze con un modello di viso differente, Angela finora è di fatto il personaggio sottoposto alla rielaborazione meno incisiva: la sua tenuta e il taglio di capelli sono rimasti sostanzialmente inalterati rispetto a quelli di Maria e James, e gli screenshot che il tribunale di estremisti della rete ha opportunamente ignorato sono più che accettabili. Ma per una determinata frangia di utenti sembra che apportare qualsivoglia ritocco estetico a una comprimaria diciannovenne di un videogioco uscito oltre vent’anni fa sia un oltraggio gravissimo, al punto da spingerli ad esplodere in un’orribile valanga di offese e improperi che non ripeterò in questa sede.
Per quanto mi riguarda, i possibili limiti della produzione non ricadono affatto sulla reinterpretazione visiva della stessa, quanto più sulla struttura consequenziale degli eventi che in un certo senso ha perduto l’evoluzione organica che li collegava ed assunto una conformità propria da film horror di cassetta, nel quale i personaggi compiono scelte volutamente irrazionali per semplici esigenze di copione. Ad esempio, all’inizio di Silent Hill 2 James scorge una figura umanoide che si allontana nella nebbia, e si incammina verso di lei perché procede nella stessa direzione del suo attuale obiettivo, malgrado le inquietanti tracce di sangue sull’asfalto che suggeriscono quanto le già bizzarre circostanze stiano per diventare pericolose. Dopodiché, una volta oltrepassate le impalcature di un sottopassaggio chiuso, rinviene accanto a un cadavere la classica radiolina presente in tutti gli episodi del franchise, le cui scariche statiche preannunciano lo scontro con la creatura che aveva seguito. Nel remake, invece, il protagonista segue un percorso molto più guidato attraverso un buco praticato nella parete di una casa da qualcosa di evidentemente non umano, e si fa largo nel nuovo ambiente al buio fino a trovare la radio e combattere con una Lying Figure prima di tornare in strada, una deviazione pretestuosa che non aggiunge nulla al contesto se non il ritrovamento di un paio di oggetti essenziali. Ecco, è questa mancanza di spontaneità che, per assurdo visto il comparto grafico decisamente più realistico, rende l’esperienza confezionata da Bloober legata a logiche da videogioco che risultano difficili da ignorare con la sospensione dell’incredulità. Ma è ancora troppo presto per formulare un giudizio definitivo, e alcuni scampoli del trailer lasciano intravedere una serie di dettagli grandi e piccoli che potrebbero in realtà arricchirla, come la presenza di enigmi aggiuntivi o gli scorci di una zona che nell’opera del Team Silent risultava inaccessibile, e che qui appare invece completamente esplorabile. Insomma, al netto di ciò che il team di sviluppo e Konami stessa decideranno di mostrarci nei prossimi mesi, a ottobre avremo molto di cui discutere.
La sfiducia degli appassionati nei confronti di Konami quando si tratta di gestire le sue IP storiche non è un mistero, ma con il rilancio di Silent Hill 2 continuo a nutrire, a dispetto delle brutte sensazioni che mi chiudono la bocca dello stomaco, una flebile speranza che questo progetto possa offrire a tutti gli interessati un’esperienza moderna e svecchiata del titolo che più di tutti ha ridefinito il concetto di horror psicologico in ambito videoludico. Ci ritroveremo pertanto tra le mani un buon titolo capace finalmente di riportare la serie sotto i riflettori che merita, un prodotto scadente e dozzinale che seppellirà per sempre l’illusione di un ritorno in grande stile dell’epoca d’oro dei survival-horror, oppure una via di mezzo? Solo il tempo saprà dircelo, perciò restiamo in fervida attesa del giorno in cui queste dense nebbie verranno diradate.
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