ร possibile condensare in poco meno di quattro ore unโesperienza videoludica capace di lasciare su di te un segno cosรฌ profondo da cambiare il tuo modo di pensare? Io conosco bene la risposta a questa domanda e credo la conosciate anche voi ma la domanda che mi preme fare a voi lettori รจ unโaltra: รจ proprio questo quello che vogliamo che i videogiochi siano? Dannatamente e disperatamente, sรฌ.
Indika: psicoanalisi e narrativa
Parto col dire che Indika non รจ perfetto. Indika รจ un titolo ricco di contraddizioni e questo va di pari passo con la sua stessa protagonista. Lโesperienza narrativa, scritta e diretta dal giovane Dmitry Svetlov, nasce come una riflessione intimista del suo autore sullโattrito tra individualismo e comunitร . Il titolo prende ispirazione da unโepifania spirituale autobiografica e racconta la storia di una giovane donna che, obbligata a vestire la tonaca in giovane etร , cerca di sopravvivere in un mondo costrittivo e ostile, conservando, allo stesso tempo, la sua integritร mentale. Il contesto รจ quello della versione piรน conservativa della chiesa ortodossa, allโinterno di una societร fortemente verticalizzata e dal forte stampo patriarcale, in cui lโunica attivitร concessa alla base della piramide sociale, di cui Indika fa inequivocabilmente parte, รจ l’obbedienza. Ma al di lร della narrazione spicciola e delle varie peripezie che la giovane affronta nel suo viaggio di disperata redenzione da se stessa, Indika รจ un esempio paradigmatico di autoanalisi, un manuale freudiano dalle tinte tarkovskijiane che ha molto piรน in comune con la trilogia del potere di Aleksandr Sokurov e, in particolar modo con il Faust, che non con la poetica anti-religiosa di Persepolis. In particolar modo, i dialoghi accompagnano il ritmo compassato dellโavventura richiamando lโattenzione del giocatore e spingendolo a profonde riflessioni su concetti come il paradosso della libertร individuale in quei momenti in cui lโazione latita.
Indika: metadiscorsi sul videogioco
In quanto videogioco, Indika perรฒ si spinge oltre, e prova a fare autoanalisi (passatemi il termine improprio) anche su se stesso e sulle sue modalitร di interazione con il giocatore. Fin dalla prima scena, il titolo di Svetlov fa sapere a noi giocatori di essere consapevole del suo stato di videogioco attraverso interessanti osservazioni metanarrative, e questo compito รจ affidato a un personaggio in particolare che svolge la funzione di voce interiore della protagonista. Dall’assoluta inutilitร di accumulare punti esperienza girovagando per la mappa a cercare collezionabili autoreferenziali, alla stupiditร del compiere azioni senza un particolare scopo solo perchรฉ โcosรฌ รจ richiestoโ dalle circostanze o, peggio ancora, da un personaggio, la nostra misteriosa voce interiore ci mette in guardia da quelle che sono le contraddizioni del nostro agire mettendo in discussione non solo le modalitร ma anche le ragioni. Questo discorso si muove di pari passo con lo svolgersi della trama ed รจ incredibile come l’autore sia stato capace di intrecciare in modo fluido questi due binari, apparentemente scollegati, attraverso un singolo personaggio che fa da ponte e che consapevolmente passa da una argomento all’altro. Del resto, le tribolazioni e le decisioni della nostra esistenza non sono una grande metafora stessa di un videogioco lungo una vita?
Fino in fondo
Ma (c’รจ sempre un ma) devo ammettere che, spero non per mancanza di coraggio, Indika non riesce a fare il salto finale, quello che sarebbe imposto dalla consapevolezza della sua condizione. Le impeccabili osservazioni fatte da questo fantomatico nostro compagno non portano alla rivoluzione che tanto avevo agognato nei primi minuti di gioco. E cosรฌ come Indika si trova costretta e piegare la sua volontร e la sua individualitร alle circostanze con il solo scopo di sopravvivere, io videogiocatore finisco per sottostare a meccaniche di interazione che, date le premesse, sono fin troppo aderenti agli standard. Da non troppo complessi puzzle ambientali, passando per simpatiche sequenze platform per arrivare a brevissimi momenti di fuga, Indika รจ, nonostante quanto detto finora, una classica avventura story driven in prima persona. Per scelta o per inesperienza, questo non posso saperlo, Dmitry Svetlov ha messo noi e la povera protagonista nella medesima condizione, costretti a compiere azioni di cui non sempre capiamo il senso e abbandonati ad un finale che, pur essendo risolutivo, non da conto proprio della parte piรน interessante di tutta l’esperienza, quella ontologica.ย
Conclusioni
Cosโรจ Indika? Indika รจ un videogioco, ma anche un tentativo di riflessione sulla libertร dell’individuo e del videogiocatore. In definitiva, รจ proprio quello che mi aspetto e che, a questo punto, pretendo di sperimentare da un mezzo che ha tutte le competenze per cominciare finalmente a ragionare su se stesso.
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