Dopo l’inattesa rottura della storica partnership con Elecronic Arts, la Fifa aveva assicurato a investitori e rispettivo bacino d’utenza che, nel giro di qualche mese, la famigerata licenza da un miliardo di dollari sarebbe passata nelle mani di un nuovo producer. Dal rassicurante annuncio rilasciato nientemeno che da Mr. Gianni Infantino in persona, si è scatenato un serrato valzer dell’eredità che ha infine visto 2K Games imporsi prima su Xten Limited e quindi sulla ben più appetibile opzione Konami. In base a quanto è stato possibile intercettare dalle frenetiche voci seguite alla fumata bianca, l’accordo, che avrà carattere esclusivo e pluriennale, è stato raggiunto in virtù delle maggiori garanzie offerte dalla major californiana sotto i profili tecnico e commerciale. Come suggerito dai più maliziosi, la federazione di Infantino avrebbe apprezzato in modo particolare la politica di monetizzazione di contenuti ed elementi in game seguita da 2K Games che, pur essendo invisa a buona parte del pubblico, assicurerebbe alla Fifa un flusso di introiti molto più costante e, soprattutto, corposo. Al netto di ogni speculazione a riguardo e in attesa che ci venga mostrato qualcosa di più concreto circa il gioco vero e proprio, vale la pena di spendere abbandonarsi ad un paio di riflessioni a caldo su quanto appena avvenuto. La prima di queste interessa senz’altro Konami, vera sconfitta dell’asta, che perde a mio avviso l’ultima grande occasione per restare nel giro d’affari che conta. Il fatto che la Fifa preferisca optare per un team che, al netto dei successi ottenuti in altri ambiti sportivi, resta composto da neofiti rispetto all’opportunità di affidarsi ad un marchio dalla comprovata esperienza che vanti anche molta credibilità in sede E-Sports, assomiglia molto a un’umiliazione e rappresenta l’ennesima conferma che l’industria del gaming viaggi oramai a trazione occidentale.
La seconda riflessione è di carattere più concettuale e costituisce un invito ad accogliere la nascita di questo progetto come un segnale positivo, altro non fosse che per la tutela di quegli equilibri economici che il monopolio recentemente acquisito da EA aveva messo seriamente a rischio. In un sistema capitalista quale il nostro, la pluralità di opzioni e le rispettive ripercussioni sul principio di concorrenza restano difatti un ingranaggio cruciale, pena una stasi di un flusso economico che un industria in forte crisi quale la nostra non può certo permettersi.
Ciò detto, non mi aspetto ovviamente che 2K Games vada in gol al primo tentativo: realizzare una simulazione calcistica in grado di competere direttamente con EA FC rappresenta difatti un’impresa particolarmente complessa, oltre che onerosa. A prescindere dalla ventilata possibilità di un esordio previsto entro l’autunno di quest’anno, il consolidamento di questo franchise richiederà pertanto anni di dura sperimentazione. Giusto in proposito, viene da chiedersi se il pubblico avrà la pazienza e, soprattutto, l’indulgenza che esige l’avvio di un’iniziativa di tale portata… E temo che la risposta sia nota a tutti.
V MENSILE