Hades II

Hades II Anteprima V mensile

Ci risiamo. Mi sono distratto un attimo e sono caduto preda della trappola di Hades ancora una volta con il suo sequel. Ho sentito affondare le zanne, gli uncini, gli artigli e qualsiasi altra appendice lacerante concepita dalla mitologia greca dentro di me. Il temibile ciclo dell’”ancora una e poi smetto” affinato in maniera superlativa da Supergiant Games con il predecessore ritorna impeccabile nel secondo capitolo, ancora più forte e aggressivo, tanto che riesce a obnubilare qualsiasi altro pensiero mi frulli per la testa: non ho più voglia di mangiare, dormire, lavorare (questo anche prima, ma non badiamo a simili sottigliezze) o uscire di casa, tutto quello che desidero è affrontare per l’ennesima volta quel maledetto Crono. Eppure, col senno di poi, mi risulta difficile stabilire cosa renda questo seguito del rogue-lite più amato del 2020 (o 2018, se vogliamo conteggiare anche il periodo di accesso anticipato) così impressionante. In parte, è merito dell’immediata familiarità per qualsiasi estimatore dell’originale, come il sottoscritto: dopo pochi istanti dall’avvio dell’early access di Hades II, ho percepito la memoria muscolare che riaffiorava tra le dita. La nuova protagonista, Melinoë, non è una copia carbone del fratello Zagreus, ma il modo in cui si fa strada tra le orde del mondo sotterraneo la colloca inequivocabilmente nel medesimo albero genealogico. Armi diverse consentono stili diversi, dalle velocissime combinazioni di falce e pugnale ai lenti ma devastanti colpi d’ascia, e i poteri divini caratterizzano ulteriormente i molteplici approcci possibili, ma l’essenza rogu-elite alla base di questo episodio si mantiene rigorosa e spietata come quella del suo precursore.

Hades II
La combinazione di doni differenti può dar vita ad attacchi davvero micidiali.

Hades II: morte a Crono

Il punto in cui Ade II diverge maggiormente è la stessa Melinoë: cresciuta lontano dal regno di Ade sotto le cure di Ecate, dea della magia, la ragazza dispone di qualche trucchetto inedito. Le sue combinazioni di colpi in mischia e le mosse speciali a distanza sono accompagnate dagli Incanti, degli attacchi ad area che tengono a bada gli avversari vicini per qualche prezioso secondo. Ci è voluto un po’ di tempo per padroneggiarli, ma sono divenuti in breve una delle migliori novità del gioco: la loro capacità di arrestare i nemici è un espediente geniale per tenere a bada le folle troppo numerose, e a dir poco fondamentale nelle fasi avanzate. Melinoë ha anche accesso ai poteri Omega, mosse potenziate che richiedono qualche istante per attivarsi e costano mana per essere lanciate. Queste possono potenziare gli attacchi basilari, quelli speciali e gli Incanti, e sono diversi per ogni arma impugnata, mettendo sul tavolo un ulteriore assortimento di modificatori per diversificare ancora il proprio approccio a ogni partita. Il costo del mana associato potenzia anche un altro dei trucchi di Melinoë: a volte, al posto di un tradizionale bonus divino, si riceve la visita della dea della luna Selune, che offre una potente abilità extra attivabile dopo aver speso un certo quantitativo di mana. Insomma, più che un’autentica rivoluzione siamo di fronte ad una nutrita serie di meticolose rifiniture, sufficienti però a fare in modo che Hades II non sembri una semplice rivisitazione del primo: il rapporto tra rischi e benefici di questo circuito ingegnoso ma facoltativo diversifica ogni run ben oltre la scelta delle armi o dei favori divini.

Alcuni asset di Hades sono stati riciclati nel II, ma è possibile che vengano aggiornati in futuro.

Sei pronta a ricevere un’altra lezione?

Le divinità che si celano dietro i suddetti favori sono un’ulteriore prova della fiducia che Supergiant ripone nella sua formula originale. Tra i numi tutelari che fanno il loro ritorno non potevano mancare Zeus e Poseidone, che con i rapidi fulmini del primo o i percussivi getti d’acqua del secondo garantiscono andature molto discordanti a seconda di chi beneficerà della predilezione di Melinoë. Ma c’è anche una schiera di volti nuovi pronti a supportare l’odissea della giovane ninfa: i miei preferiti finora sono il burbero fabbro Efesto, che consente di demolire un nemico con un potente attacco esplosivo ogni manciata di secondi, e la matronale Estia, che dona invece la capacità di incendiare chiunque venga colpito dai nostri assalti, riducendone la salute in maniera graduale. Anche con un roster tanto ampio, è facile individuare il nucleo di una run e costruirvi attorno i potenziamenti migliori da prendere, sempre sperando che la fortuna ci arrida. Con Zeus, potrei optare per una maggiore velocità d’attacco e ottimizzare la mia catena di fulmini; con Demetra invece giocherei più lentamente, congelando i nemici o tenendoli fermi con gli Incanti potenziati prima di sferrare attacchi più potenti; magari sarebbe interessante orientarmi verso i doni di Selune e migliorare le scorte di mana, o ancora chiudermi sulla difensiva con l’aiuto di Aracne e incrementare il più possibile l’armatura. Più che meri strumenti ludici, le mitologiche figure che contribuiscono a creare queste configurazioni gravitano in prossimità dello svolgersi degli eventi. Proprio come hanno fatto per i numerosi millenni di vicende che hanno portato alla nascita del primo Hades, gli dèi e i semidei della tradizione ellenica bisticciano, si punzecchiano, flirtano e tramano nell’ombra. Ma, mentre nello scorso capitolo erano spesso semplici ornamenti di una narrazione decisamente più personale tra Zagreus e suo padre, nella storia del sequel ricoprono parti decisamente più incisive.

Hades II
Melinoë, come suo fratello prima di lei, può brandire un’ampia varietà di armi.

Hades II: giuro di risplendere per te

Mentre Melinoë porta avanti il suo proposito di spodestare Crono, diventa sempre più chiaro quanto elevata sia la posta in gioco per ciascuna di queste divinità “di passaggio”. La narrazione di Hades II è di gran lunga più articolata e i personaggi coinvolti hanno parecchie cose da dire al riguardo: sempre eleganti, sicuri di sé, ma soprattutto imperfetti, fanno parte di un disegno incredibilmente ambizioso ma che fa ancora parte integrante del mondo narrato dalle, e con le, gesta di Zagreus, malgrado ciò che le convenzioni di genere potrebbero suggerire. Uno sforzo narrativo maggiore è sintomatico di un gioco che si spinge ben oltre ciò che ha fatto in precedenza: Hades II è enorme, ogni sua parte è più elaborata del suo corrispettivo in Hades e la progressione non consiste più nel semplice accumulo di risorse da spendere per i potenziamenti, ma nel bilanciamento di una serie di materiali che si trovano in zone molto diverse e che devono essere raccolti tramite strumenti da selezionare con cura in base alle nostre esigenze. Le build più complesse e ramificate rendono gli scontri molto più frenetici e imprevedibili, anche grazie a un’eccellente varietà di nemici, mentre il Crocevia è un microcosmo nevralgico più vasto, il centro di una narrazione raccontata con maggior fiducia e consapevolezza che approfondisce i risvolti bizzarri di questa accattivante rilettura delle leggende costruite intorno al pantheon greco. Senza voler eccedere con gli spoiler, tenete bene a mente che la crociata di Melinoë contro Crono è solo la metà dell’epica che Supergiant Games metterà in scena.

I numerosi dialoghi approfondiscono i rapporti con i comprimari e il mondo di gioco.

Non dimenticare ciò che il Titano ti ha strappato via

C’è un prezzo da pagare per siffatta grandezza, e cioè che Hades II non è ancora pronto a debuttare in versione definitiva. Ammetto di nutrire un curioso piacere nel contemplare il pugno di illustrazioni temporanee che ogni tanto fanno capolino qua e là, una rara occasione per assistere ai vari passaggi del processo creativo degli sviluppatori. Il bilanciamento della difficoltà è ancora tutto da calibrare, alcuni poteri di Melinoë non funzionano come dovrebbero e le battute “finali” ci scagliano contro picchi di difficoltà assurdi dovuti sia al comprensibile aumento della complessità dei nemici, ma anche alla molto meno piacevole moltiplicazione delle loro schiere. Tuttavia, anche tenendo in considerazione tutti i possibili margini di ottimizzazione, si tratta già fuor d’ogni dubbio di un eccellente rogue-like. La frenetica rapidità e l’intensa eccitazione dei combattimenti che hanno caratterizzato il primo capitolo sono state ampliate con altrettanta efficacia, così come il fascino ammiccante che ha aiutato l’Hades originale a ritagliarsi una nicchia comunicativa in un genere che ha rifiutato la narrazione tradizionale per gran parte dei suoi 40 anni di storia. Per ora, la sete di vendetta continua a bruciare nella gola della mia Melinoë, ma so per certo che tornerò per molto tempo a immergermi tra le labirintiche stanze di Hades II anche molto tempo dopo aver sconfitto finalmente il Titano.

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Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.