Paper Mario Il Portale Millenario Recensione: emozioni di cartapesta

Per oltre vent’anni, Paper Mario Il Portale Millenario è stato considerato lo standard dei giochi di ruolo di Mario. Insieme al suo predecessore per N64, ha catturato ciò che i fan volevano realmente dalle avventure a turni con protagonisti i loro idraulici videoludici preferiti: umorismo demenziale, missioni epiche, combattimenti frenetici e tanto, tanto carisma. I puristi spesso considerano l’originale per GameCube come la fine del “vero” stile di Paper Mario, in un modo forse un po’ ingiusto dato che Super Paper Mario e The Origami King sono entrambi ottimi, anche se innegabilmente diversi dalla formula originale. Non deve sorprendere dunque che il remake per Switch di Paper Mario Il Portale Millenario sia stato tanto celebrato al suo annuncio. Anche se vi piacciono gli altri Paper Mario, è difficile sostenere che Il Portale Millenario non sia stato un punto di forza per il tubista, non solo nell’ambito dei giochi di ruolo ma anche nel più ampio canone di Mario. A distanza di due decenni, la tesi è ancora oltremodo valida e ora il miglior RPG di Mario è finalmente più accessibile che mai.

Paper Mario Il Portale Millenario
Il professor Goombastein è colui che mostrerà a Mario i segreti del Portale Millenario

Paper Mario Il Portale Millenario: chi ti ha raccontato questa storiella?

Ciò che distingue Il Portale Millenario dagli altri RPG con protagonista Mario è, beh, un po’ tutto. Espande ciò che il primo Paper Mario ha fatto in ogni modo possibile e immaginabile, offrendo più opzioni di combattimento, una storia molto più articolata in cui ogni capitolo è collegato alla narrazione principale e un mondo più vasto da visitare. Fannullopoli, da sola, è uno dei migliori centri nevralgici della storia del medium, gremita com’è di individui dalle dubbie intenzioni, ed è ricca di storie e di tradizioni da svelare man mano. Il Portale Millenario possiede tutti i connotati di un eccellente gioco di ruolo con le sfaccettature appropriate per un’epopea di Mario, come i muri scrostati che attendono di essere strappati, i tubi nascosti che chiedono solo di venire esplorati e le sezioni giocabili di Peach e Bowser che aggiungono carattere e umorismo.

La storia è rimasta invariata rispetto alla versione originale per GameCube, eccezion fatta per una localizzazione ammodernata e decisamente più scorrevole. Le vicende iniziano quando Mario riceve una mappa del tesoro dalla Principessa Peach, che sta visitando la losca città di Fannullopoli. Il nostro eroe la segue solo per scoprire che la donzella è scomparsa, e così viene alle prese con le leggende metropolitane locali, con il titolare Portale Millenario e con una frenetica corsa per recuperare le fantomatiche Gemme Stella che lo spinge ad attraversare questa misteriosa porzione del Regno dei Funghi. Il gioco è ricco di colpi di scena e di un vero e proprio mix di meraviglia e demenzialità, dalla grandiosa entrata nelle rovine di Rocca Selvaggia, il primo dungeon in cui ci addentreremo, all’esilarante “omicidio” sul Fasto-Express, tutti avvenimenti carichi in egual misura di pathos e umorismo. D’altronde, in quale altro gioco di Mario possiamo trovare una Pianta mafiosa che gestisce un casinò? O una ladra roditrice civettuola che non disdegna di fare la sfacciata con il nostro baffuto protagonista? L’esempio più fulgido della brillante sceneggiatura che regge in piedi l’intera storia riguarda Luigi, intento a vivere la sua piccola avventura parallela alla nostra. Vi invito caldamente a parlargli ogni volta che lo vedete, e vi assicuro che alla fine mi ringrazierete.

Paper Mario Il Portale Millenario
Le battaglie si svolgono su un palcoscenico, con il pubblico che può sostenerci oppure osteggiarci

Vi mostrerò chi è il più forte, e lo farò qui e ora!

Il vero protagonista de Il Portale Millenario è sempre stato il sistema di combattimento e, per fortuna, il gameplay è lo stesso di quello del GameCube, con Mario e uno dei suoi alleati scendono in campo per combattere i nemici in una serie di fasi a turni. Utilizzando meccaniche basate sul tempismo, è possibile infliggere più danni, difendersi o contrattaccare con una Super Guardia. Il gioco attinge dalle fondamenta di Super Mario RPG e Paper Mario, offrendo ancora più strumenti, varietà di avversari e versatilità dei compagni prescelti rispetto a questi ultimi. Tornano anche le tessere del secondo, alcune delle quali conferiscono a Mario nuovi attacchi come il Mazzapicchio, che infligge più danni del normale, o il Multisalto, che consente di colpire tutti i nemici in fila, mentre altre possono rigenerare i Punti Vita, i Punti Fiore (che governano gli attacchi magici) o alterare varie statistiche. È possibile personalizzare Mario con infinite combinazioni di variabili, sperimentando di volta in volta lo stile di gioco che meglio ci aggrada. È inoltre necessario giocare con la folla utilizzando il comando Appello, eseguendo colpi perfetti e talvolta aggiungendo un tocco in più a metà attacco per stupire gli spettatori, il tutto per generare più potere stellare e utilizzare le mosse speciali. La folla può lanciare oggetti curativi utili, mentre in altri momenti gli Incrociati o alcuni scagnozzi di Bowser possono scagliare pietre o invaderanno il palco e lasceranno cadere oggetti sui contendenti. Il sistema è semplice, ma ogni singola battaglia risulta incredibilmente spassosa.

Ciascun alleato ha i suoi punti di forza e le sue debolezze: ad esempio Goombella, l’impertinente archeologa, possiede statistiche nella media ma è in grado di rivelare i punti deboli del nemico o di attaccare con colpi multipli. Tutti amano Yoshi, ma come lo vedreste un piccolo Miniyoshi appena nato che sfoggia una cresta da punk e un’indole belligerante? Dal punto di vista fisico, potrebbe essere il miglior personaggio del gioco, con comandi divertenti basati sui pulsanti che lo rendono una forza della natura. In buona sostanza, il cast è composto da alcuni tra migliori personaggi di sempre del franchise: c’è chi è semplicemente buffo, e chi ha storie personali molto più profonde come Ombretta, beniamina dei fan e membro del Trisdombra che alla fine si unisce alla cricca di Mario. L’abbiamo adorata nell’originale ed è altrettanto straordinaria qui, con una fantastica abilità da battaglia e dei trascorsi importanti, enfatizzati ancora di più dalla localizzazione aggiornata. In giapponese e in diverse altre lingue, incluso in buona parte l’italiano, la sorella di Brunilde e Nerea è sempre stata una donna transgender, ma nella sceneggiatura originale inglese questo aspetto era stato omesso. Ora, con la nuova traduzione, Ombretta parla di accettare la sua vera identità e, nello specifico, il suo genere, mentre altri dialoghi non sorvolano più sull’argomento come prima: benché stia parlando solo di una o due scene, si tratta comunque di un momento cruciale che avrebbe dovuto essere sempre presente e sono lieto che sia stato ripristinato su Switch a scanso di qualsivoglia equivoco. I personaggi, come detto, sono strabilianti, ma lo è anche il mondo in cui si muovono e il rinnovato comparto estetico, che beneficia della potenza dell’ibrida Nintendo, mette ancor più in risalto zone evocative quali il Bosco Misterioso e la Grotta dei Pirati. Anche a 30 fps, compromesso purtroppo inevitabile per la gestione ottimale del motore grafico, il gioco risulta comunque bello da vedere e fluido da affrontare, con giusto qualche leggero calo quando c’erano molti personaggi sullo schermo durante gli intermezzi. La colonna sonora è stata poi completamente riarrangiata, prendendo in parte spunto da The Origami King, e ora ogni singola location presenta una variazione peculiare del tema da battaglia: Oolong sfoggia una bella serie di accordi rock, mentre il castello di Rocca Selvaggia ripiega su qualcosa di più sinistro. Fannullopoli vanta una diversificazione ritmica persino all’interno delle sue zone, come una canzone di mare al porto o una danza da balera all’interno della locanda.

Paper Mario Il Portale Millenario
Preparatevi ad incontrare qualche vecchia conoscenza di Mario e Peach!

Ma siete proprio ostinati!

Le ambientazioni sono un po’ più piccole rispetto a quelle dell’originale per N64, ma una delle maggiori critiche mosse a Il Portale Millenario era la quantità di backtracking necessario. Il problema si presenta ancora in alcuni frangenti, come il Capitolo 2, ma in altri casi sono state trovate soluzioni eccellenti, come ad esempio un nuovo teletrasporto nel Tempio dell’Orrore e una molla sull’Isola Tropico per facilitare i nostri frequenti andirivieni. Se consideriamo anche la modernizzata sala dei tubi per il viaggio rapido nelle fogne di Fannullopoli, si tratta di migliorie che mitigano un po’ il tedio, e sottolineano il lavoro svolto sulla versione Switch per semplificare la vita dei giocatori senza allungare artificiosamente il tempo richiesto per completare il gioco. I partner di Mario sono altresì dotati di abilità da utilizzare sul campo: Koopaldo, il timido Koopa, può premere gli interruttori e afferrare gli oggetti da lontano, mentre l’Ammiraglio Cannonio può essere lanciato in avanti e far saltare i muri con le crepe. Questi poteri sono necessari per progredire e scoprire i segreti, ma in precedenza era necessario accedere al menu per scambiare i personaggi: adesso invece è possibile utilizzare un menù circolare per passare da un compagno all’altro in un batter d’occhio. Così facendo risparmiamo un paio di pressioni dei pulsanti, ma l’esplorazione di contro è molto più fluida.

Ci sono molti altri piccoli accorgimenti come questo: il nuovo sistema di suggerimenti aiuta a capire cosa fare dopo, e quando si accettano richieste dal Centro Reclami c’è un nuovo PNG informatore che può elargire consigli su come completarle. Se si muore durante una battaglia contro un boss, si ha la possibilità di ricominciare dalla stanza di quest’ultimo e saltare le cutscene, un trucchetto che funziona anche con il famigerato boss finale. Tra gli altri dettagli aggiunti o ritoccati ci sono un paio di nuovi blocchi di salvataggio in tutto il gioco, un inventario leggermente più grande e una galleria artistica e sonora sbloccabile. Tuttavia, la magagna più fastidiosa rimane il Centro Reclami. È il modo in cui Il Portale Millenario gestisce le missioni secondarie, che si sbloccano gradualmente man mano che si procede nel gioco. Il problema è che potremo affrontarne solo una alla volta e bisognerà tornare al Centro a Fannullopoli per attivare un’altra missione. Onestamente non sono riuscito a comprendere il motivo di perseverare con una scelta tanto scomoda, soprattutto perché Mario dispone di un diario in cui memorizza i suggerimenti per i Soli Custodi o le Scheggiastelle da collezionare. Si tratta comunque di un problema minore, soprattutto se teniamo in considerazione il nuovo, e decisamente più sopportabile, sistema di backtracking.


Come ribadito in apertura, Paper Mario Il Portale Millenario detiene da vent’anni il titolo di miglior RPG di Mario di tutti i tempi, e questo remake per Switch non fa altro che dimostrare quanto ne sia degno. Oggi come allora, resta una fantastica avventura condita da elementi ruolistici, assolutamente godibile a prescindere dal fatto che siate fan dell’idraulico baffuto o meno, e impreziosita da un sistema di combattimento di altissimo livello, da una sceneggiatura esilarante e da alcune piccole rettifiche capaci di rendere questa incarnazione il modo definitivo di giocarci, al netto del frame rate dimezzato che potrebbe far storcere la bocca a qualcuno. Dovendo cercare proprio il pelo nell’uovo, mi sarebbe piaciuto qualche extra supplementare una volta scorsi i titoli di coda, ma ciò non toglie che si tratti nel complesso di un rifacimento sontuoso e di un gioco di ruolo che nessun estimatore del genere dovrebbe perdersi.


V MENSILE
V007 Mensile
Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.