Ludus Mortis Recensione: Il Ludum degli eroi

Ludus Mortis Cover

Oggi parleremo di un gioco molto particolare, indirizzato a una nicchia dedicata di giocatori di cui io, personalmente, non pensavo di far parte. Ludus Mortis è un Dungeon Crawler stile anni ’80 in prima persona ambientato in una versione Dark Fantasy della Roma Imperiale. L’opera, sviluppata ed edita da 68k Studios, porta con sé tutti gli stilemi classici del genere che, per quanto potrebbero sembrare antiquati, risultano sempre solidi e ben strutturati.

Ludus Mortis

Ludus Mortis: una storia distopica

4° secolo D.C., mentre l’imperatore Diocleziano e il suo esercito dominavano il mondo all’esterno della città eterna il Senato, ormai corrotto da forze oscure, decide di evocare un’armata di non morti e demoni su Roma; questo è l’incipit dell’opera, in cui bisognerà prendere i panni dei membri di un Ludum per scacciare le forze del male e porre fine al regno di terrore del Senato. Il gioco non ha un vero e proprio protagonista, in quanto si potrà controllare un parti di 4 mercenari creati appositamente dal giocatore attraverso l’apposita schermata. La creazione dei mercenari, evidentemente ispirata dai classici TTRPG come Dungeons & Dragons e Pathfinder, inizia con l’assegnazione delle statistiche, e già qua si trova il primo problema. Le statistiche sono infatti pensate per essere randomiche, imitando il tiro dei dadi, ma già dopo i primi istanti risulta evidente come sia possibile riprovare tutte le volte che si voglia fino a quando si ottenga un risultato soddisfacente, andando a far perdere il senso del tiro. Subito dopo si assegna la classe, la quale può essere fisica o magica, che dona bonus alle statistiche e abilità speciali. In fine si può scegliere un tratto positivo e uno negativo per il proprio mercenario, i quali vanno a dare degli svantaggi e dei vantaggi, forse una delle caratteristiche più peculiari per quanto riguarda la creazione dei personaggi.

Ludus Mortis

Ripetendo questa procedura altre tre volte sarà possibile iniziare la propria avventura, ma prima di tuffarci nelle oscure catacombe che passano sotto la Città Eterna, possiamo continuare a dare un’occhiata al menù iniziale. All’interno del menù saranno disponibili infatti varie opzioni, divise in due sezioni, la prima per quanto riguarda la creazione e gestione dei mercenari e per partire all’avventura, la seconda per quanto riguarda le strutture presenti nel proprio ludum. Tra le prime strutture ottenibili si trovano il Faber Ferrarius, il quale permette di creare e smantellare equipaggiamento, il Druido, il quale permette di potenziare le pozioni di base possedute dai mercenari, e l’Architectus, il quale permette di potenziare le strutture già sbloccate. Per poter sbloccare le varie strutture basta avanzare con la storia e completare le varie missioni.

Nelle profondità della terra

Una volta esplorato a fondo il menù di gioco, è ora di iniziare ad esplorare le catacombe e iniziare l’avventura. Appena selezionato il tasto apposito e scelta la catacomba che si desidera affrontare, si viene catapultati al suo interno con poco aiuto da parte del gioco. Muovendosi con il classico sistema WASD casella per casella, è possibile navigare e mappare l’intero Dungeon, cercando casse da cui ottenere oggetti e affrontando i vari nemici. Esistono due tipologie di nemici, quelli fissi e quelli casuali, i primi si mostrano come delle sfere violacee stazionarie a mezz’aria, mentre i secondi appaiono casualmente mentre ci si muove, dando inizio immediatamente alla battaglia. Ludus Mortis presenta la classica barra dei turni, la quale determina l’ordine delle azioni di personaggi e nemici in base alla loro velocità. I combattimenti risultano estremamente interessanti, con dei Punti Azione che permettono di fare o meno determinate azioni come curarsi, parare, attaccare o attivare l’abilità speciale del personaggio, ottenibili attraverso la classe o dall’albero delle abilità. Unica pecca dei combattimenti è a livello estetico, si vedranno infatti i PNG dei nemici che performano una breve animazione nel momento dell’attacco, un particolare che rompe enormemente l’immersività del gioco, inserendo degli elementi estremamente piatti in un mondo che, tutto sommato, riesce ad avere una profondità niente male.

Come detto in precedenza, il Game Loop di Ludus Mortis è avvincente, riuscendo a immergere il giocatore nell’ambientazione horror-distopica che vuole raccontare e nello stile di gioco dei primi cRPG degli anni ’80 e ’90. Nonostante ciò non è tutto rose e fiori, infatti nonostante il gioco voglia dichiaratamente imitare e richiamare i grandi classici può risultare difficile per chi non li ha vissuti in primis, e di conseguenza manca di quell’effetto nostalgia che li spinge a ricercare quelle esperienze, approcciarsi al gioco. L’Interfaccia di Gioco risulta infatti vecchia e piatta oltre che inutilmente complessa, con enormi liste di numeri e caratteristiche di cui non è facile comprenderne l’utilità in quanto queste informazioni sono visualizzabili solamente nel menù iniziale. Dal punto di vista estetico l’interfaccia è estremamente monotona, con pulsanti da selezionare tutti uguali e senza un minimo di caratterizzazione e personalità. Come già detto anche i nemici risultano estremamente piatti a livello visivo.


Tutto sommato Ludus Mortis è un gioco per pochi, ha come obbiettivo una nicchia di giocatori ben definita e non sembra aspirare ad attrarre giocatori più variegati, con una core mechanic solida e ben piazzata sulle spalle dei giganti del genere. Tutto ciò purtroppo non giustifica l’interfaccia grafica datata, che avrebbe potuto beneficiare di qualche accorgimento più in linea con i tempi, in particolar modo per catturare l’attenzione dei neofiti che potrebbero così esprimere maggior interesse nei confronti di un genere a loro sconosciuto.


 

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