Un piccolo e “dimenticato” manga disegnato da uno dei più grandi e memorabili autori. Un unico volume, pubblicato nel 2000, che rispolverato dal pulviscolo dell’oblio è ora al centro di una riviviscenza travolgente come le tempeste di sabbia. Si tratta di San Land (サンドランド), fulcro del progetto cross-mediale della Bandai Namco, che rilancia l’omonima opera del leggendario Akira Toriyama, purtroppo recentemente e prematuramente scomparso. Un programma attualmente formato dalla ristampa del manga, un videogioco open world, un film ed una serie animata, protagonista di questa recensione. Sand Land – The Series è un ONA (Original Net Anime) realizzato da Sunrise Studio di Bandai Namco Filmworks, in collaborazione con Kamikage Douga Co., Ltd. e ANIMA Inc.. Disponibile in esclusiva sulla piattaforma Disney +,in lingua originale con sottotitoli, è composto da tredici episodi suddivisi in due archi narrativi. Il primo, Sand Land – La storia del principe dei demoni, è la trasposizione, ripartita in sei puntate arricchite da sequenze extra, del succitato lungometraggio(uscito unicamente nei cinema giapponesi ad agosto 2023), il quale adatta il volume del manga. La seconda parte, invece, Sand Land- La storia dell’angelo salvatore è un proseguo originale scritto appositamente da Toriyama.
Nel cuore di un mondo post apocalittico, nelle terre di Sand Land la sete di acqua e verità intreccerà i destini di Beelzebub, principe dei demoni, del suo accolito Thief e dell’anziano sceriffo Rao. Tra aride rocce e segreti sepolti, la ricerca di una fantomatica sorgente capace di distruggere il monopolio idrico del Re, condurrà l’improbabile alleanza in un’avventura appassionante in cui i confini tra bene e male si sfumano sgretolando le maschere della menzogna.
Una rinascita in pixel e poligoni
Ai tempi della sua pubblicazione, nel 2000, il manga Sand Land è passato in sordina, ricevendo scarsa attenzione rispetto ad altre opere dello stesso Akira Toriyama, quali Dragon Ball e Dr. Slump e Arale. Un vero peccato, in quanto si tratta un prodotto estremamente interessante che solo oggi, grazie all’omonimo progetto, ha la possibilità di avere il meritato successo. Questo anche per merito della serie animata, che ben incarna l’essenza e l’estetica dell’opera originaria. Sand Land – The Series è realizzato completamente in computer grafica con largo uso del Cel Shading, una tecnica non fotorealistica di rendering che simula l’aspetto del disegno tradizionale, da diversi anni spesso utilizzata in alcune sequenze degli anime. L’apparenza al primo impatto, infatti, è quella della ormai diffusa ibridazione di elementi in CGI 3D ed animazione classica, ma se si presta attenzione ai dettagli, specie ai movimenti dei personaggi, ci si accorge della differenza. Questa caratteristica si combina armonicamente con lo stile grafico, molto curato e fedele all’iconico tratto di Toriyama, regalando alla serie una spiccata originalità che la rende una vera e propria chicca nel panorama dell’animazione contemporanea. Risalta la dovizia di particolari dei personaggi e, nondimeno, dei veicoli, anch’essi protagonisti di prim’ordine della storia. Lo stilema del maestro Toriyama è riprodotto in modo pressoché identico, tanto da regalare alla serie l’effetto “manga animato”, un vero e proprio manga eiga (漫画 映画, film di fumetti) come direbbero i giapponesi. Le animazioni, per via delle tecniche utilizzate, richiamano più i videogiochi che le attuali produzioni anime. I movimenti sono nel complesso fluidi, ma leggermente compassati, aspetto che, tuttavia, conferisce ai personaggi una maggiore naturalità e soprattutto tridimensionalità al disegno. Proprio per questa sua peculiarità non deve essere considerato un difetto od un limite qualitativo, bensì un ulteriore tratto distintivo dell’opera.
Sabbie d’autore
In Sand Land – The Series ritroviamo l’originalità e lo stile che contraddistingue le opere di Toriyama, ben espressa attraverso la caratterizzazione dei personaggi e dell’ambientazione. Il suo mondo richiama gli universi semi fantastici del maestro, nel quale si fondono elementi realistici ad altri immaginari o semplicemente fuori dal tempo, come gli immancabili pterodattili che ritroviamo in diverse opere, compresa la stessa Sand Land. La trama si snoda così attraverso una landa arida e desertica (quantomeno nella prima parte), dai paesaggi simili tanto allo stato del Colorado quanto ad alcuni territori di Dragon Ball Z, in un regno politicamente corrotto, segnato dalle cicatrici di una guerra passata. I personaggi sono fondati sulla decostruzione degli stessi stereotipi al quale sono ispirati, per merito tanto di peculiari tratti distintivi, debolezze comprese, quanto della loro evoluzione personale nel corso della storia. Una tipologia di caratterizzazione, peraltro, non esclusiva dei protagonisti, ma che si estende anche ai comprimari, regalando ulteriore spessore all’opera. In tal modo, risultano tutti vividi ed interessanti, nonché particolarmente carismatici. A completare il quadro i veicoli, in primis il carro armato 104, che assurgono a pieno titolo il ruolo di co-protagonisti speciali, soprattutto nei combattimenti. Rispetto ad altre opere shōnen, infatti, gli scontri corpo a corpo sono una minoranza, a tratti carenti di un po’ di brio e spettacolarità, specie nel primo arco narrativo.
La relazione tra umani e demoni, diviene il fulcro di due temi fondamentali trattati in Sand Land: pregiudizio e redenzione. Concetti che nell’anime vengono sviluppati su due piani congiunti che si susseguono costantemente nel corso dell’opera. Da un lato l’eviscerazione delle errate credenze, che alimentate dal fuoco dell’ignoranza, innescano conflitti inutili e detrimenti. Dall’altro l’espiazione, raggiungibile solo attraverso la consapevolezza dei propri errori/preconcetti e l’intento di porvi rimedio, che tuttavia, è preclusa ai malvagi. Aspetti che ritroviamo ininterrottamente sia nell’evoluzione della storia, che nella caratterizzazione dei protagonisti, specie dei demoni. Accusati di orribili nefandezze, tacciati per essere spietati e crudeli, si rivelano, in realtà, creature pigre e dall’animo gentile, non dissimili dagli esseri umani, dediti più ai videogiochi che alle azioni criminali. Misfatti che, a dispetto delle dicerie, sono più principalmente marachelle da bambini. Monellerie di cui ovviamente il principe delle tenebre Beelzebub si fa orgogliosamente vanto. Il binomio pregiudizio – redenzione non risparmia l’integerrimo sceriffo Rao, un uomo anziano dalla leggendaria carriera militare. Pur essendo un esempio di grande forza ed integrità morale, non è scevro dai preconcetti, causa di dolorosi errori passati ai quali cerca di porre rimedio. L’approfondimento tematico di Sand Land, tuttavia, non si esaurisce su questi argomenti, ma si espande esplorando altri temi, sempre interconnessi fra loro. La scarsità d’acqua(ed in generale delle risorse) è il motore dal quale si diramano una sana critica sia al modello capitalista del potere, che alla guerra e relative conseguenze, con particolare accento sulle armi di distruzioni di massa. Il pensiero di Toriyama è al contempo una denuncia ed un messaggio di pace, ancora estremamente attuale e che, contestualizzata all’epoca della sua pubblicazione, risulta peraltro profetica. Una contestazione enunciata in modo diretto, senza fronzoli, aspetto che ne aumenta la carica espressiva. Sand Land – The Series, difatti, è un esempio eloquente che la semplicità non è sempre sinonimo di banalità. L’arte della serie risiede nella capacità di sintetizzare e comunicare idee profonde in modo coinvolgente e perspicuo. Attraverso una trama lineare, strutturata su un esemplare equilibrio di azione, dramma ed umorismo, convergono tematiche complesse, trattate in modo accessibile, ma mai semplicistico od elementare. La narrazione bilanciata e scorrevole, come la sua brevità, ben valorizzano questa “semplicità opulenta” che qualifica questo particolare ONA. Una sorta di ponte tra il complesso e il comprensibile, che connette l’emozione alla riflessione.
Sand Land – The Series è una piccola chicca dell’animazione contemporanea, che si distingue per originalità e freschezza. Un adattamento sublime del manga, arricchito da un breve e non meno interessante seguito anch’esso frutto del poliedrico genio di Toriyama. Una storia coinvolgente, con personaggi carismatici ed accattivanti, capaci di catalizzare l’attenzione e la simpatia degli spettatori. L’approccio semplice e diretto, ma mai superficiale, risulta estremamente incisivo, permettendo di condensare in soli tredici episodi, un’abile intreccio di temi universali, sociali ed umani, organizzato in un disegno ben definito e congeniato. Imperdibile per i fan del grande maestro Akira Toriyama.
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