Synduality Noir Recensione: un piacevole spreco di potenziale

Approda su Disney+ l’anime del progetto Sinduality della Bandai Namco

Synduality Noir

Tra le rovine di un mondo post-apocalittico si snodano le avventure del nuovo anime mecha fantascientifico Synduality Noir. Prodotto dalla Bandai Namco Filmworks e realizzato dallo studio d’animazione 8-Bit, è parte del media franchise Synduality, della stessa Bandai Namco, che include anche il videogioco Synduality: Echo of Ada, un manga, una light novel ed una serie di romanzi. La serie è uscita in Giappone in due parti da 12 episodi ciascuna, la prima pubblicata da luglio a settembre 2023, mentre la seconda è stata trasmessa a partire da gennaio 2024. In Italia è disponibile, in lingua originale sottotitolata, sulla piattaforma Disney + che l’ha inserita nel catalogo lo scorso marzo. Anno 2242, venti anni dopo le “Lacrime della Nuova Luna”, una misteriosa pioggia di Scisto Blu che ha spazzato via quasi tutta la popolazione mondiale. Per proteggersi dai rovesci velenosi e dagli Enders l’umanità sopravvive all’interno di città cupola, i Nest, grazie alla fonte di energia ricavata dai cristalli AA. L’aspirante Drifter Kanata, durante l’esplorazione di un sito esterno con il suo amico Tokio, trova una misteriosa Magus dormiente e la porta con sé a Rock Town. Al risveglio l’androide, di nome Noir, si rivela priva di memoria e della tipica forza dei suoi consimili, ma dotata di particolari capacità di combattimento. Nel tentativo di far luce sul passato della Magus, Kanata e Noir intraprendono un viaggio per scoprire la leggendaria città di Histoire.

Synduality Noir: “ha potenziale, ma non si applica”

sinduality noir
Il character design è piuttosto moderno, ma si rifà comunque agli standard del genere.

Synduality: Noir è una serie mecha fantascientifica, che riprende diversi topoi del canone, senza introdurre particolari innovazioni. Ispirata palesemente da anime come Neon Genesis Evangelion e Gundam, non ne eredita lo spessore, mancando dell’originalità e delle profonde riflessioni filosofiche e morali che caratterizzano le succitate ed iconiche opere. Nonostante la sua impronta derivativa presenta alcuni tratti distintivi interessanti, che purtroppo non vengono particolarmente sviluppati, appiattiti primariamente da una trama eccessivamente lineare. Difetto maggiormente rilevante, tuttavia, è la mancanza totale di un’introduzione adeguata al contesto, un compendio minimo destinato agli spettatori che non conoscono il progetto. Per chi non è familiare con il videogioco, difatti, gli eventi precedenti e alcune situazioni risultano oscuri ed ignoti. Sebbene nel corso della storia si riescano a intuire alcuni elementi, la trama nel suo complesso rimane lacunosa, precludendone parzialmente la comprensione e limitando l’apprezzamento complessivo.

Nonostante ciò l’opera è nel complesso piacevole, permettendole, specie in rapporto al suo correlato videoludico, di ricavarsi il suo piccolo spazio nel settore. La semplicità della storia viene compensata da una narrazione scorrevole e diretta, che non annoia lo spettatore. I personaggi incorporano gli stereotipi del genere, ma evitano di cadere completamente nei cliché, risultando nell’insieme credibili e convincenti. Uno dei maggiori pregi è rappresentato dall’alta qualità tecnica. Realizzato miscelando disegno tradizionale e computer grafica 2D e 3D, si presenta visivamente appagante. Lo stile grafico si presenta curato, soprattutto nei dettagli tecnologici e, come la fotografia,  ricalca gli anime Mecha fantascientifici già citati, senza però risultarne la brutta copia. Spicca il contrasto tra i toni soft che contraddistinguono i personaggi a quelli vivaci, a tratti psicodelici dell’ambientazioni, dallo stile che richiama il cyberpunk. Spettacolari le animazioni nelle scene di combattimento, che risultano piacevolmente fluide e ben coreografate, aspetto che valorizza ulteriormente il design dei Cradle Coffin (Bare in italiano n.d.r.) i robot guidati dai Drifer.

Un seinen caliginoso

sinduality noir

In Synduality: Noir vengono esplorate diverse tematiche interessanti, tuttavia l’approfondimento risulta sovente superficiale. Uno dei temi cardine è il rapporto tra esseri umani ed intelligenza artificiale, ritratta dai Magus, androidi antropomorfi, ma dotati di forza e poteri particolari. Entità cibernetiche che, grazie all’interazione con il mondo circostante, spesso trascendono la loro “anima” robotica sviluppando sentimenti, emozioni e passioni. Questo, inevitabilmente, induce molti dei protagonisti a reputare i loro Magus alla stregua di esseri viventi senzienti, considerandoli prima di tutto dei fidati amici e collaboratori, piuttosto che macchine servili. Una dicotomia complessa dalla quale scaturiscono dilemmi e domande, anche etiche, sulla coscienza, sul rapporto tra memoria ed identità e sulla natura della tecnologia. Purtroppo nell’anime tale dualismo viene esplicitamente mostrato, ma l’analisi, su molti aspetti, è approssimativa, limitandosi a far leva sull’empatia ed il coinvolgimento sentimentale che dai personaggi si trasferisce allo spettatore. Una piccola eccezione è la macchina fotografica di Noir, dotata di un forte connotato simbolico che nell’anime viene discretamente rappresentato. Tuttavia nel complesso l’approccio risulta tendenzialmente epidermico, soprattutto considerando la rilevanza odierna degli argomenti trattati ed il target seinen. Lo stesso discorso riguarda anche le altre due tematiche importanti affrontate in Synduality: la scarsità di risorse e la lotta per la sopravvivenza degli esseri umani. I due, attualissimi, argomenti rimangono quasi di sfondo relegati al contesto dell’oscura ambientazione del post-apocalittica dell’opera. Si limitano ad essere elementi caratterizzanti dell’ambientazione, senza particolare sviluppo. Synduality: Noir ci offre solo un superficiale sguardo sui suoi profondi contenuti, sprecando ancora una volta le tante potenzialità nascoste nel progetto.


Synduality Noir è un anime Mecha fantascientifico senza infamia e senza lode. Derivativo e poco incisivo, vanta comunque degli aspetti distintivi interessanti, anche se poco sviluppati od obnubilati dall’assenza di un’opportuna prefazione al contesto. Nel complesso risulta tuttavia piacevole, grazie ad un’ottima qualità tecnica ed una narrazione coerente e scorrevole. Un’opera che può dilettare gli appassionati del genere, specialmente i fan dell’opera videoludica correlata Synduality: Echo of Ada.