Di esperienze allucinate, disturbate e perturbanti ne abbiamo vissute a bizzeffe nella nostra โvita videoludicaโ; ciรฒ nonostante, almeno per quanto mi riguarda credo di aver visto un paio di volte in tutto qualcosa di cosรฌ strano come Indika. Tanto che avrei difficoltร a parlarvi dellโesperienza cosรฌ come del team di sviluppo โ alzi la mano chi sa qualcosa a proposito degli Odd Meter e del publisher, 11 bit studios. Nessuno, vero? Va bene cosรฌ. Soprattutto perchรฉ la produzione รจ un gioellino brillante memorabile e fuori di testa โ quel sogno confusionario in cui ti sembra, lรฌ per lรฌ, di aver colto ogni singolo particolare, e insieme di non aver capito assolutamente nulla. Ecco, cosรฌ mi sono ritrovato raggiunti i titoli di coda di Indika. E vi spiego perchรฉ, nella recensione che segue.
A spasso col diavolo: la trama di Indika
Immaginate una Russia asfittica e ostile in pieno inverno del XIX secolo โ ma in un mondo alternativo, in cui ogni particolare che pure dovrebbe trovarsi al proprio posto, si ritrova in realtร in un altro, diametralmente contraddittorio. Ecco, questo รจ Indika, o il suo contesto almeno. La trama รจ minima, e in realtร insignificante: voi impersonate una suora di clausura (che dร il nome al titolo) e dovete compiere unโimportante missione recandovi in un altro santuario nei paraggi (di questa missione non รจ noto, praticamente, nient’altro). Durante il viaggio accade di tutto, complice il fatto che Indika โsente le vociโ nella sua testa: il diavolo conversa amabilmente con lei, punzecchiandola, angosciandola o dandole semplicemente fastidio.
Che qualcosa non vada con la protagonista รจ chiaro sin dallโinizio. Il convento che la ospita รจ presentato da subito con tutte le caratteristiche che vi aspettereste da un titolo horror โ e in effetti il videogioco rientra formalmente anche in questo genere, anche se non รจ propriamente pensato per imporvi di restare svegli di notte. Tutto ciรฒ che potreste aspettarvi da un walking simulator in terza persona dallโatmosfera tenebrosa รจ presto violato, anche con parecchio sarcasmo da parte del narratore principale (che รจ il diavolo stesso, e parla fuori campo). Insomma, in questa Russia qualcosa non va: la tecnologia, la pervasivitร del contesto religioso, lโagire dei personaggi, รจ tutto troppo strano โ surreale, ecco, รจ questo il termine adatto. E Indika รจ di suo talmente strana che โfa il giroโ e diventa lโunico personaggio psicologicamente credibile di questo mondo.
Unโavventura psicologica e straniante
Indika รจ uno di quei titoli ai quali sta stretto qualsiasi genere, perchรฉ gioca con tutti scomponendoli alla propria radice. Il vero genere, ammesso che sia necessario trovarne uno, allโinterno del quale sarebbe possibile inserirlo รจ quella metanarrativo. Perchรฉ รจ un videogioco che insiste tantissimo sulla natura del videogioco stesso: basti pensare, ed รจ un esempio anche banale, che la terza persona fotorealistica cede il passo, dove necessario, a qualsiasi altra cosa. Ci sono inserti stealth, horror, o di combattimento fine a se stesso, tanto appaganti quanto singolativi: una volta, e poi basta. Lโalternanza presente-passato e sonno-veglia รจ resa poi con mini-giochi 16-bit: il passato di Indika o le sue visioni consistono in mini avventure rapidissime (e altrettanto singolari) in cui si passa dal gioco principale ad altri giochi, da una grafica a tuttโaltra direzione artistica, in un va e vieni che rende anchโesso la dimensione perturbante dellโintera storia.
Storia che in fondo non va a parare da nessuna parte se non, appunto, a una macroriflessione su tanti altri temi di importanza secolare. Cโรจ lโavventura psicologica della protagonista, insomma, il suo dilemma tra vita separata dal resto del mondo (alla quale รจ stata, si sospetta, costretta) e vita attiva (inclusa la dimensione della sessualitร , come suggerito dal diavolo suo compagno). E cโรจ poi lo straniamento complessivo che impone al giocatore di riflettere su tutto ciรฒ che riguarda il contesto: il bene e il male; la solitudine e lโamicizia; la violenza e lโinnocenza; la fede e il potere. Lโaspetto religioso รจ pervasivo e totalizzante, ed รจ alla luce di questโultimo che vanno interpretate e valutate le azioni di tutti gli altri personaggi โ anche semplicemente come โnegazioneโ della spiritualitร stessa.
Gameplay e comparto tecnico di Indika
Il gameplay di Indika risente della problematicitร concettuale dellโintero titolo. Sarete chiamati a fare letteralmente qualsiasi cosa e ad abbracciare una pluralitร di stili, senza capire mai bene con quale si identifichi la produzione stessa. Fondamentalmente, di base, Indika รจ un walking simulator in terza persona: ma nel corso delle quattro ore necessarie per arrivare ai titoli di coda, diventa di tutto e vi impone di provare una miriade di strade alternative. Discorso a parte vale poi per i minigiochi, ognuno a sรฉ, in cui si alternano platform, racing game, puzzle, e chi piรน ne ha piรน ne metta.
Lโavventura principale nasconde anche, camuffandolo abilmente, qualche sporadico enigma ambientale, ma nulla per cui strapparsi davvero i capelli; serviranno pochi minuti per superare tutti gli ostacoli, anche se con un costante senso di stupore e scoperta (raramente la soluzione รจ come ve lโeravate aspettata). Un plauso perรฒ va fatto al comparto tecnico! Su PC Indika, al netto di qualche minimo inceppo, soprattutto nei filmati, รจ bellissimo da vedere e da ascoltare. La definizione fotorealistica dei personaggi รจ altissima, e tutti i luoghi ben definiti e ispirati. Anche la pixel art dei mini-giochi รจ ben curata; a fare da collante tra tutti questi elementi altamente eterogenei giova unโunica direzione artistica e stilistica, dai chiari influssi del cinema polacco e russo.
Indika รจ un titolo che mette davvero in difficoltร il recensore – e mai come in questo caso, se non ci si sente “messi in difficoltร ”, anche solo per un momento, anche solo per una sequenza di gioco, bisognerebbe davvero posare la penna (o la tastiera) e cercarsi un nuovo lavoro. Perchรฉ Indika รจ tante, a volte troppe, cose assieme: un’avventura psicologica, una critica ad ogni potere costituito (la religione รจ assillante, ma vale in quanto forma di oppressione e non come imposizione spirituale), un walking simulator a tinte horror, un videogioco pensato, in ogni momento, per riflettere sulla natura del medium. E questo insieme di elementi potrebbe scoppiare in ogni momento, destabilizzare fino al punto di risultare davvero troppo concettuale: invece non scoppia, stupisce, e soprattutto diverte. Senza pretendere di essere nient’altro che ciรฒ che รจ: uno spunto, che non fornisce risposte ma solleva dubbi. A volte, forse – ed รจ anche questo il suo limiti principale – in modo meno chiaro di altre.