Molti giochi cercano di ottenere risultati innovativi attraverso mescolanze di vari generi, non sempre riuscendo ad ottenere i risultati sperati. Fortunatamente, questo non è il caso di Children of The Sun. René Rother ha creato un’esperienza atipica, breve ma d’impatto, che fonde con successo una storia pulp con elementi tratti da Sniper Elite, 3D Pinball e Hotline Miami. Avete letto bene, non sto delirando dopo una sessione di questa psichedelica e folle opera; scopriamo piuttosto nel dettaglio di cosa sto parlando.
Children of the Sun: un proiettile per trovarli, uno per domarli e nel buio assassinarli…
Nel corso dei primi istanti dell’avventura, rivivremo alcuni dei traumi che hanno segnato l’infanzia della protagonista, cresciuta all’interno di una setta che ha distrutto molte vite, tra cui quelle dei suoi genitori. Le cutscene mute sono disegnate con maestria, con linee non definite e colorazioni psichedeliche, immergendoci senza indugio nella rabbia primordiale che guida ogni passo del nostro alter ego lungo la via della vendetta. Il gioco è suddiviso in 26 livelli, ognuno dei quali ci chiede di eliminare tutti i bersagli con un singolo proiettile. Possiamo muoverci liberamente all’interno del livello, fissando i bersagli per renderli visibili anche attraverso eventuali ostacoli. Una volta selezionato il nostro primo bersaglio, faremo fuoco, controllando il proiettile in prima persona e ottenendo una prospettiva insolita dal punto di vista del proiettile stesso. Una volta colpito il bersaglio, inizia la ricerca del prossimo obiettivo, in un mix tra flipper e biliardo assassino che diventa sempre più macabro man mano che procediamo. Man mano che avanziamo, incontriamo nemici armati di scudo, in tenuta antisommossa e persino streghe protette da campi di forza, che richiedono due colpi per essere abbattute. Durante l’avventura sbloccheremo nuove abilità, come la capacità di curvare leggermente la traiettoria del colpo o di cambiarla completamente, quasi come se lanciassimo un nuovo proiettile. Possiamo anche colpire oggetti nell’ambiente di gioco per sfruttarli durante i nostri omicidi geometrici, donandoci nuove prospettive per aumentare le probabilità di individuare i bersagli. Con il progredire della storia pulp dalle tinte Quentiniane, esploreremo il passato della protagonista attraverso flashback crudi e violenti, creando un legame empatico che ci spingerà a continuare l’avventura per aiutarla a portare a termine la sua vendetta scalando l’organigramma della setta fino ad arrivare al suo apice, un proiettile alla volta.
Conclusioni
Children of the Sun è un’esperienza purtroppo breve ma coinvolgente, che vi lascerà una sensazione di soddisfazione una volta completata la vendetta della protagonista. Con un design artistico psichedelico e disturbante, rompicapi complessi e articolati, e una leaderboard online, il gioco vi terrà incollati allo schermo dall’inizio alla fine.
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