Per quelli come noi che apprezzano una sana dose di narrativa nei videogiochi, i romanzi visivi sono la miscela perfetta tra lettura e interattività. Le visual novel sono disponibili in una moltitudine di forme e dimensioni: sia che siate appassionati di storie d’amore o di mistero e polizieschi, troverete sicuramente qualcosa capace di stuzzicarvi. In particolare, trovo che questo genere si presti molto bene a raccontare storie dai tratti inquietanti, se non propriamente orrorifiche, magari con qualche spavento a sorpresa disseminato qua e là. Questo è il motivo per cui mi sono avvicinata a Sucker for Love: Date to Die For, curiosa di scoprire come avrebbe ampliato il microcosmo pseudo-lovecraftiano del suo predecessore.
È successo qualcosa di spaventoso?
La nostra protagonista, Stardust, è cresciuta in un misterioso villaggio rurale, dove un gran numero di persone è scomparso senza lasciare alcuna traccia. Il fenomeno era talmente esteso che, pur avendo nove fratelli, è stata l’unica a non scomparire e oggi, divenuta adulta, vuole scoprire che fine hanno fatto i suoi amati familiari. Quando si dirige verso la strada conosciuta dalla gente del posto come Vicolo delle Persone Disperse, incontra un’ex amica d’infanzia che sembra essere posseduta da una sorta di forza demoniaca. Temendo per la propria vita, Stardust corre a nascondersi nella sua vecchia casa, da dove apparentemente hanno origine tutte queste inquietanti problematiche. L’abitazione versa in pessimo stato da quando nessuno si aggira più tra le sue stanze, ma molte reliquie del passato giacciono disseminate lungo i corridoi. E, in effetti, gli alloggi sono tutt’altro che vuoti perché, curiosando nella sua vecchia camera da letto, la nostra protagonista finisce per evocare la terrificante Capra Nera dei Boschi Rhok’Zan, un’antica e potente entità che però si rivela ben presto molto meno spaventosa di quanto ella stessa creda. Anziché liberare i suoi istinti diabolici, Rhok’Zan si sente in colpa per la situazione attuale: non voleva corrompere migliaia di persone e trasformarle in spietati cultisti, e ora non desidera altro che spezzare la maledizione e venire bandita dal mondo dei mortali. Felice di aiutarla, Stardust accetta di eseguire tutta una serie di rituali per espellere il demone dalla dimensione materiale ma, strada facendo, accade qualcosa di inaspettato: le due si innamorano.
Non riuscirai a fuggire
In quanto manifestazione stessa della fertilità e dei desideri carnali, il mostro caprino inizia subito a formulare avance per entrare nelle grazie della servizievole eroina, ma non preoccupatevi: per quanto i temi trattati potrebbero far pensare il contrario, non ci sono scene esplicite di sesso nel gioco, anzi le interazioni tra Stardust e Rhok’Zan sono in realtà molto simpatiche e accattivanti, sebbene a volte traballinno pericolosamente sul confine del buon gusto, e i loro goffi tentativi di flirt non mancheranno di strapparvi più di una risata. Ad ogni modo, le cose non si evolveranno se non iniziate a eseguire dei rituali, il che significa leggere il vostro librone di incantesimi occulti e fare quello che c’è scritto: di solito ciò si traduce nella ricerca di specifici oggetti in giro per la casa, divisa in schermate esplorabili a 360 gradi, poi tornare in camera da letto e intonare qualche cantilena a metà tra l’italiano e il latino con una candela di un certo colore accesa in sottofondo. È un modo interessante per spezzare le parti narrate, ma di rado sarete al sicuro mentre raccogliete ciò che vi serve per i rituali: la casa è infatti gremita di cultisti che vogliono impedirvi di portare a termine la missione, perciò sarà bene sbirciare da ogni porta prima di aprirla per evitare che uno di loro causi la prematura dipartita di Stardust. Questo è praticamente tutto quello che offre Sucker for Love: Date to Die For, anche se in ognuno dei quattro capitoli del gioco c’è qualcosa di diverso da affrontare e molteplici percorsi narrativi ramificati da scoprire, che di solito richiedono indagini più approfondite con il rischio di incappare in ulteriori torme di fanatici dalle maschere a forma di teschio. Più che altro, mi sono ritrovata a desiderare qualcosa di meglio dal secondo episodio di Sucker for Love: la sua breve durata e il fatto che sia concentrato sul “vagabondaggio” significa che di tempo riservato per sviluppare la storia o i personaggi ce n’è ben poco e, per quanto alcuni rituali siano intriganti, la minaccia costante di dover ricaricare l’ultimo checkpoint ha attutito in buona parte il divertimento.
Conclusioni
L’idea alla base dell’avventura è ottima, ma avrei preferito un po’ più di mistero e un po’ meno fan service. L’esplorazione e i rituali sono ben implementati, sebbene troppo lineari e semplicistici. Tuttavia, mi è piaciuto vedere interagire la strana coppia formata da Stardust e Rhok’Zan, perciò se volete giocare a qualcosa di leggermente spettrale in una notte buia e tempestosa, allora Sucker for Love: Date to Die For è una scelta da prendere in considerazione.
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