Withering Rooms

Withering Rooms Recensione V mensile

In Whitering Rooms Mostyn è un’antica villa vittoriana divenuta, dopo varie vicissitudini e trasformazioni, un manicomio. Nightingale, la giovanissima protagonista, si troverà a fronteggiare la maledizione che affligge tutti i residenti della magione: un’allucinazione collettiva che intrappola tutti in un susseguirsi di incubi da cui non c’è risveglio. La morte infatti vi riporterà all’interno di un nuovo sogno, in un loop infinito.

Withering Rooms
Il combattimento all’arma bianca era, in origine, solo una “extrema ratio” e non una meccanica principale.

Withering Rooms: strani sogni

Withering Rooms è l’opera prima di Moonless Formless, un piccolo studio di Seattle nato nel 2022. Si presenta come un’ambiziosa avventura a tinte horror 2,5D, nella quale si mescola un evidentissimo amore per i classici della categoria e lo si filtra successivamente attraverso altri generi, molto diversi tra loro. Il gioco prende qualcosa dai survival horror, richiamati non solo dall’ambientazione ma anche per il tramite della necessaria parsimonia nell’uso di armi e risorse, oltre che per la presenza di basilari enigmi e puzzle, passando poi per elementi roguelite, con l’aiuto della generazione procedurale della mappa di gioco. A concludere, la crescita della protagonista in classico stile gdr con la scelta delle caratteristiche da potenziare. Non è semplice mischiare meccaniche di gioco così diverse tra loro ma, con calma e costanza, le novità arrivano e restituiscono un senso di progressione lenta ma costante. Ci si ritrova, pian piano, a gestire con naturalezza un’infinita serie di variabili con una certa dose di soddisfazione. Ad ogni morte segue un nuovo sogno che, seppur preveda la perdita di buona parte di quanto raccolto, consente di sbloccare potenziamenti funzionali ad una successiva run più semplice della precedente. Con pazienza si impara cosa fare e come farlo: con l’incedere dell’avventura, saranno sempre di più i cimeli, gli oggetti e le armi che resisteranno alla transizione tra i sogni.

Withering Rooms
Una bella passeggiata all’aria fresca, immersi nella natura! Pace e serenità! Questa sì che è vita!

Territorio infestato

Non mancano tutorial ed informazioni di ogni genere, dal bestiario con l’elenco di tutte le creature affrontate e relative debolezze, fino all’elenco delle note e dei diari raccolti passando per un elenco delle quest attive. Tutto a supporto di un sistema che lentamente si stratifica e acquisisce profondità, rendendo saltuariamente doveroso qualche approfondimento. L’ambientazione è d’impatto e piuttosto varia. Ogni area ha le proprie caratteristiche sia grafiche che di gameplay: non mancano zone altamente velenose, altre che vi spingeranno sull’orlo della follia ed altre ancora disseminate di trappole. I modelli poligonali svolgono egregiamente il loro lavoro, sia per quanto riguarda le creature, numerose e tutte bisognose di un approccio ad hoc per essere abbattute, che gli abitanti del sogno, una serie di personaggi a dir poco bizzarri con cui dovrete, volenti o nolenti, fare i conti. Scelta non banale è poi quella che riguarda il comparto audio; in alcune stanze (poche) avremo musica, presente quasi esclusivamente nelle “safe zone”, mentre nelle fasi esplorative si da spazio ai rumori ambientali: il ticchettare di qualcosa (o qualcuno) su una superficie metallica, urla più o meno distanti, o più semplicemente l’ululare del vento o il rumore della pioggia. Sufficienti le animazioni, semplici e poco rifinite. Essenziali ma al contempo funzionali.

Withering Rooms
Mai chiedere a un abominio come procede la dieta…

Withering Rooms: scatto fatale

Il vero tallone d’Achille è il sistema di combattimento: si ha spesso l’impressione di morire non per un proprio errore, ma a causa della lenta e imprecisa risposta dei comandi. Gli attacchi corpo a corpo si limitano a due varianti: una combo leggera e un attacco pesante dal raggio maggiore. Troppo poco. Sono presenti anche armi da fuoco e incantesimi, ma anche in questo caso si è lontani anche solo dalla sufficienza e sia la gestione che l’uso degli attacchi a lungo raggio è davvero elementare. Anche il sistema di oggetti veloci per passare da un’arma, o da una magia, all’altra è estremamente macchinoso e ci costringe a fermare di continuo l’azione con frequenza, rovinando completamente il ritmo di gioco. Poco felice anche la scelta di consegnare ai nascondigli il ruolo di contromossa agli attacchi a distanza (e alle cariche) dei nemici. Il lavoro svolto è comunque degno di nota: circa 80 nemici diversi, un sistema di scambio e vendita che ci permette una gestione interessante delle risorse raccolte, che possiamo scambiare o vendere per ottenere quello che più ci fa comodo per l’obiettivo che vogliamo raggiungere. E inoltre, una quantità discreta di anelli, elmi, armature e armi, ognuna con caratteristiche uniche e in grado di personalizzare a dovere Nightingale, creando vere e proprie build. Assente la localizzazione in italiano, numerosi i dialoghi, ma tutti di facile comprensione. Il gioco ci terrà impegnati per un bel po’ di tempo: portare a termine l’avventura richiede dalle 20 alle 30 ore di gioco, con finali multipli e un’elevata rigiocabilità, data anche dal corposo New Game Plus, che aggiunge un boss e un finale esclusivo, raddoppiando (come minimo) la durata!

Withering Rooms
Come si fa a non pensare a Raining Blood degli Slayer, tutte le volte che piove sangue nei videogiochi?

Conclusioni 

Peccato, perché di carne al fuoco ce n’è tanta e il lavoro svolto mostra tutta la passione di Moonless Formless per i survival horror e tutto l’impegno profuso per dare comunque un’anima alla sua prima “creatura”. Withering Rooms rielabora meccaniche ben note e facilmente riconoscibili senza inventare nulla: il suo pregio principale non è l’originalità, ma l’essere riuscito a creare una perfetta alchimia di elementi molto diversi tra loro. Se il combattimento venisse rivisto, o rifinito e approfondito in ipotetici sequel o DLC, allora sì che ci sarebbe da divertirsi.

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