THE400 Mini è l’ultima riedizione moderna di un sistema classico del passato sviluppata da Retro Games Ltd, developer britannico ormai diventato un punto di riferimento nel settore hardware del cosiddetto New Retrogaming, dopo i grandi successi commerciali e di critica dei precedenti THEC64 Mini, THEA500 Mini e l’inaspettato THEVIC20, a grandezza naturale, che trovate a questo LINK. Dopo aver onorato un marchio di culto come Commodore è il turno di un altro leggendario produttore storico e della riedizione moderna di un home computer che ha fatto la storia del settore, ovvero ATARI 400/800, primo tentativo della Grande A di conquistare il mercato casalingo informatico, dopo aver non solo di fatto creato l’industria dei videogiochi nei precedenti anni settanta, ma anche essere diventata sinonimo stesso di videogame grazie a PONG (Arcade e Home) ed ATARI Video Computer System. Oggi THE400 Mini fa rivivere un mito degli anni ottanta, presentando la versione console miniaturizzata del sistema classico, con tanto di 25 titoli iconici precaricati. Bentornati ai vecchi tempi, perché, come direbbero gli storici del settore, non c’è futuro senza conoscere il passato.
ATARI 400/800, il sistema classico
La Linea THE, ideata dallo sviluppatore britannico Retro Games Ltd e distribuita da PLAION torna a far parlare di sé dopo aver conquistato il cuore degli appassionati di New Retrogaming grazie a riedizioni di sistemi del passato di culto come Commodore VIC 20, C64 ed Amiga. Stavolta, però, l’oggetto della moderna replica è un sistema decisamente più di nicchia, che, pur avendo ricoperto ovviamente un posto importante nella storia videoludica, ci catapulta indietro fino ai tardi anni settanta, quando l’industria stessa del videogioco era praticamente appena nata. L’anno di grazia è il lontano 1979, momento in cui, a ridosso del periodo natalizio, nel mese di Novembre, debutta sul mercato statunitense un nuovo competitor nel settore, invero ancora poco affollato, degli Home Computer, che diventerà fondamentale negli anni successivi. ATARI, dopo l’enorme successo del suo ATARI Video Computer System, console diventata in poco tempo riferimento del settore gaming casalingo, decide infatti di cavalcare anche l’onda del successo dei cosiddetti Micro Computer, ovvero quei sistemi informatici progettati non più per le grandi corporazioni, le università o le istituzioni militari, come potevano essere i Mainframe che occupavano stanze intere, ma altresì le piccole aziende, i liberi professionisti, gli studi commerciali e, cosa prima impensabile, anche i singoli utenti casalinghi appassionati di informatica. Certo, perlomeno quelli più facoltosi, poiché ATARI 400, Candy per gli amici, ha un costo al pubblico elevato di ben 550 dollari (oltre duemila col cambio attuale), che possono arrivare a circa 1000 per la versione ATARI 800. Cifre non proprio alla portata di tutti.
Eppure è un periodo d’oro per questi primi sistemi casalinghi, se Commodore ha ideato la sua Linea PET/CBM pensando ancora al mercato dei professionisti, a differenza del successivo VIC 20, ideato da Michael Tomczyk appositamente per il mercato Home, come del resto l’ormai veterano Apple ][, sistemi usciti un paio di anni prima, l’arrivo di competitor statunitensi più orientati al settore casalingo. Tandy Radio Shack TRS-80 Micro Computer System e Texas Instruments TI99/4, hanno fatto capire anche ad ATARI che era proprio quello il settore a cui puntare, e dove poter sfruttare l’ormai grande fama del marchio della Grande A. Il successo di ATARI 400 dal suo debutto è davvero buono, al punto non solo da vendere oltre quattro milioni di unità, ma anche dall’avere un ciclo vitale lunghissimo di ben tredici anni! Basato su ATARI DOS (il celebre file unico DOS.SYS), con supporto per la programmazione tramite ATARI BASIC, e sul performante processore ad otto bit MOS Technology 6502, ideato nel 1975 da Chuck Peddle, il sistema propone due varianti di memoria RAM, ovvero 4Kb oppure 8Kb, che danno il nome ai due modelli iniziali, ed offre una risoluzione di 384×256 pixel, con la possibilità di gestire fino ad 8 sprite in movimento contemporaneamente. Notevole l’implementazione delle periferiche plug & play, basate sul cosiddetto “Standard Atari“, poi utilizzato anche da concorrenti come Commodore ed Amstrad, che funzionano solamente collegandole al corpo macchina principale. Il sistema, peraltro, permette anche l’utilizzo di cartucce ROM, supporto che, chiaramente, diventa privilegiato per lo sviluppo di videogiochi e la presenza di ben 4 porte joystick ha portato anche ad un forte affermarsi della componente multiplayer. La presenza di grandi classici della casa, come Star Raiders, uno dei titoli più richiesti firmati ATARI diventa una vera killer application per ATARI 400, ed attira una fetta di pubblico enorme.
Certo, il sistema offre programmi gestionali, di contabilità, fogli di calcolo e word processor, ottimi per gli studi professionali, ma il suo catalogo videoludico diventa sempre più enorme, raggiungendo presto il migliaio di unità, tra produzioni ufficiali ed amatoriali. Per farvi un’idea della vastità del software ludico, vi rimandiamo al portale ATARI MANIA, che trovate in questo LINK. Il successo della ATARI 8-bit Family, non si ferma ai soli capostipiti ATARI 400/800, ma prosegue con diversi sistemi successivi, come ad esempio l’acclamata Linea XL, distribuita a partire dal 1983 con ATARI 1200XL ed i successivi 600XL ed 800XL, o la più moderna Linea XE, prodotta però dalla nuova gestione di Jack Tramiel, in cui spiccano 65XE, 130XE ed 800XE, distribuiti dal 1985. Nel ramo XE viene presentata persino una bizzarra console ibrida, ATARI XE Game System, con tanto di slot cartucce e pistola zapper, che, con modulo aggiuntivo tastiera e datassette, diventa anche un vero home computer! Quasi una concorrenza interna con ATARI 5200, direbbero in molti, ma in realtà un esperimento davvero interessante. Un sistema di culto datato 1987 ed oggi molto raro, che è l’ultimo rappresentante della ATARI 8-bit Family e per cui sono stati prodotti solamente 32 titoli originali. Tutti questi sistemi rivivono oggi all’interno del cuore di THE400 Mini, se siete nostalgici preparate i fazzoletti.
Altro che poligoni texturati e 60fps, il mercato vuole roba vecchia e fiera di esserlo!
Il fenomeno del New Retrogaming, a cui abbiamo accennato nel cappello della recensione, è una trovata relativamente moderna e sorprendentemente variegata che comprende sia produzioni software attuali per sistemi classici, come ad esempio l’eccezionale Doomsday Lost Echoes per Amstrad CPC 464, avventura grafico-testuale che trovate in questo LINK, che, soprattutto, veri e propri nuovi hardware per utilizzare i videogiochi del passato. La tradizione in realtà nasce già negli anni ottanta, quando una società esterna, INTV Corporation, fa risorgere e tornare sul mercato il caro vecchio Intellivision, classe 1979, riprendendo in mano il progetto di Intellivision III ideato da Mattel nel 1983 e poi accantonato per via della grande crisi del settore, e riproponendolo come INTV III System, di fatto un sistema del 1987 capace di far girare i titoli classici del catalogo. Anche la stessa ATARI fa una scelta simile, del resto, con il “moderno” ATARI 7800, rilasciato nel 1986, che permette di utilizzare le vecchie cartucce di ATARI VCS, grazie ad un hardware pienamente retro-compatibile con quello del 1977. Tra la fine degli anni novanta e l’inizio del nuovo millennio molti sviluppatori hanno cercato di preservare la Golden Age del gaming classico realizzando port dei classici sui nuovi sistemi, ma anche, al contrario, titoli inediti per i vecchi sistemi. Ma la branca più affascinante (ed inizialmente controversa) è stata proprio quella hardware, in cui lo scopo era realizzare macchine completamente nuove capaci di far girare i cataloghi (fisici ovviamente, almeno all’inizio) del passato.
In questo è stata una vera pioniera la britannica Blaze Entertainment, che, riprendendo l’idea dal mercato interno brasiliano, dove SEGA Master System e Mega Drive hanno vissuto una vera seconda vita in tempi moderni, grazie a TecToy, ha presentato la piccola e deliziosa Blaze Mega Drive, una console replica oggi di culto, datata 2009, che ha aperto di fatto la strada al settore. Di li a poco anche Nintendo stessa ha presentato versioni mini con giochi precaricati di NES e SNES, e persino console replica dei vetusti Game & Watch, a dirla tutta, mentre produttori esterni come RetroBit hanno invaso il mercato con RetroDuo e derivati. Anche ATARI “moderna”, in fondo ha una tradizione attuale grazie ai sistemi ATARI Flashback, console piccole ma grintose che ripropongono, nella formula vincente di ROM precaricate e perfettamente configurate, i cataloghi classici del passato di ATARI VCS, 5200, 7800, ed a volte persino Lynx e Jaguar, con la grave lacuna, oggi in parte colmata proprio da THE400 Mini, degli iconici Home Computer ATARI ad otto e sedici bit. In attesa di THEJaguar Mini, nostro inconfessabile sogno segreto. Il vero simbolo del settore resta comunque proprio THE C64 Mini, capostipite della Serie THE, realizzata da Retro Games Ltd, che ha riesumato e riportato sul mercato sua maestà il Commodore 64 in persona, che, come sappiamo, oltre ad avere un catalogo sterminato di oltre quindicimila titoli, è stato storicamente anche il computer monomarca più venduto di sempre!
THE400 Mini: la riedizione moderna
Dopo un annuncio worldwide che ha fatto sognare i retrogamer di tutto il mondo, finalmente THE400 Mini è disponibile sul mercato, ad un prezzo in linea con le mini console replica dei vecchi gloriosi sistemi, ovvero 119,99 €, a partire dal periodo pasquale 2024 in Italia, come abbiamo detto in questa pagina. All’interno della confezione troviamo la deliziosa console replica, dotata di cavo HDMI, quattro (più una) porte USB ed un cavetto di alimentazione, che però non include un vero e proprio alimentatore, è bene ricordarlo. Va bene quello classico da 5V degli smartphone. Una console piccolissima, di soli 15 x 15 x 5 cm ed anche leggerissima, dal peso di soli 250 grammi, contro i due chili del sistema originale. Lo chassis riproduce nei minimi dettagli quello dell’home computer degli anni settanta, con le sue linee affascinanti e spigolose, è di semplicissimo collegamento alle moderne TV, ma ovviamente completamente incompatibile con i cari vecchi tubi catodici. Per utilizzarlo dovete essere dotati di moderni apparecchi almeno HD Ready, con supporto per i 720p. Alle cinque porte USB totali possono essere collegati fino a quattro joystick contemporaneamente, per utilizzare i titoli che supportano il multiplayer X4, una tastiera, uno speciale gamepad controller, periferiche di terze parti, come gli eccezionali pad 8bitDo, o anche una chiavetta esterna per caricare nuove ROM oltre ai titoli già presenti sul sistema. I giochi possono essere utilizzati con diverse feature moderne, a partire dalle dodici diverse cornici personalizzate, fino alla possibilità del rewind di trenta secondi in caso di errore ed il pieno supporto per i salvataggi di stato. Per ulteriori informazioni, potete visitare il sito ufficiale. L’occasione per riscoprire alcuni sistemi meno diffusi, specie in Europa, rispetto agli onnipresenti Commodore 64 o Sinclair ZX Spectrum è davvero allettante, anche se, chiaramente, chi ha posseduto i computer originali saprà apprezzare al meglio l’offerta. Ed ora, finalmente, è tempo di giocare i grandi classici!
THE400 Mini: un portale senza limiti verso l’intero universo ludico casalingo dei primi home computer della Grande A!
Il catalogo giochi precaricato, offre infatti ben 25 grandi classici immortali, ma la cosa più incredibile del sistema è che è totalmente compatibile con tutte le macchine che abbiamo nominato prima nel paragrafo storico. Oltre ad ATARI 400/800, anche parecchie centinaia di altri giochi sviluppati per ATARI XL, ATARI XE (si anche la leggendaria console XEGS), oltre che per ATARI 5200. Chiaramente, per non farsi “concorrenza interna” con il recente ATARI 2600+ sono stati volutamente esclusi i sistemi VCS/2600 e 7800, e ne comprendiamo la scelta, anche se avrebbe fatto piacere avere anche loro. Di fatto l’intero parco titoli dei computer di prima generazione di ATARI è a nostra disposizione. Ovviamente le ROM devono essere “legalmente” in nostro possesso, acquistate dagli store o dumpate da giochi fisici che già abbiamo a casa. Il parco titoli selezionato come “starter kit” per la console replica è già di per se notevole, con venticinque opere iconiche che ben rappresentano il mondo degli Home Computer Atari della 8-bit Family. Si può selezionare se vedere i giochi in 4:3 o 16:9, con zoom, pixel perfect, output video a 50 o 60Hz e feature varie. La qualità dell’emulazione è di buon livello, con pochi difetti ed una piccola eccezione importante riguardante il poco performante M.U.L.E. Uno strategico ideato da Danielle Bunten Berry, si, una donna negli anni ottanta, pioniera del gentil sesso, novella Roberta Williams. Quest’ultimo titolo in particolare è stato segnalato già dagli sviluppatori stessi poiché, per problemi di reperibilità, non è stato possibile reperire il codice sorgente originale. Anche la varietà dei generi proposti è notevole, indicizzati in rigoroso ordine alfabetico.
Si va da Airball, adventure isometrico ideato da Ed Scio, che dopo aver spopolato su Atari ST nel 1987 con la sua versione a 16 bit, è stato convertito anche per gli 8 bit, l’anno successivo al cult game Asteroids, hit leggendaria di ATARI del 1979, che arriva sugli Atari 8-bit nel solo 1988, con una conversione eccezionale, fluida e davvero ben realizzata. Non mancano i classici, come Centipede e Millipede, Star Raiders II, oppure Battlezone in grafica vettoriale, grande successo arcade nel 1980, che vive una seconda giovinezza nel 1987 grazie alla conversione per Home Computer Atari. Notevole, considerando i limiti hardware dell’ATARI 800, il labirinto 3D in soggettiva Capture The Flag. Nell’ottima game list si fanno valere opere ancora oggi parecchio intriganti come Crystal Castle, eccezionale Maze Game che ha sbancato le sale giochi o Flip and Flop, bizzarro platform che vede alternarsi due strani animali, un canguro ed una scimmia, sviluppato da First Star Software. Poteva mancare uno dei titoli più affascinanti degli anni ottanta, ovvero Boulder Dash? Ovviamente no! Ad ogni nuovo gioco questa console replica ci piace sempre di più! Troviamo persino un titolo di Jeff Minter, l’immortale Hover Bovver, l’eccezionale adventure Bruce Lee, realizzato da Ronald J. Fortier e Kelly Day, che non ha certo bisogno di presentazioni, e che da solo varrebbe l’acquisto di THE400 Mini, ed il grande classico Missile Command, ideato nel 1980 da Rob Fulop.
Manca, clamorosamente, il primo Star Raiders, ma è presente il secondo. C’è persino spazio per un secondo titolo di strategia, grazie al brillante The Seven Cities of Gold del 1984, sviluppato dalla stessa autrice di M.U.L.E., ovvero Danielle Bunten Berry per Ozark Softscape e pubblicato dalla Electronic Arts dei tempi d’oro. Grazie ai quattro canali del Chip Pokey i giochi presentati, lo sappiamo, godono di un eccezionale sonoro, e l’emulazione sonora rende in maniera ottimale. L’interfaccia di selezione dei giochi offre anche una piccola descrizione storica, con tanto di piena localizzazione in italiano, un regalo molto gradito. L’elenco dei formati delle ROM “esterne” caricabili supportato è enorme, e comprende ben dieci varianti, ovvero cas, atr, atx, xfd, dcm, com, xex, crt, rom e bin, con la possibilità di utilizzare anche la chiave cxx per le cartucce più esotiche, un enorme passo avanti rispetto alla prima release di THEC64 Mini, per dire. Si può selezionare il supporto di ATARI BASIC e configurare i comandi, sfruttando anche degli speciali tasti extra di THECXSTICK, replica perfetta del classico ATARI JOYSTICK CX-40, con cavo da quasi due metri, che si può utilizzare in modalità “mano sinistra”, per la gioia dei giocatori mancini, il tutto customizzabile al meglio, nella tradizione dei classici emulatori PC. L’utilizzo del joystick a volte è poco preciso, specie sulle diagonali, e scomodo, a causa dell’impostazione analogica, ma per chi è abituato ad usare “da sempre” periferiche del genere si sentirà a casa. Certo, se avete cominciato con il gamepad di PlayStation 2 sarete un po’ spaesati. Il supporto dei gamepad, da questo punto di vista, è una benedizione. Non a caso, su THEA500 Mini, ricorderete, è stato implementato di base il gamepad derivato dal modello AMIGA CD 32. Del resto, chi scrive ha sempre amato collegare il pad del Mega Drive al Commodore 64, (pienamente compatibile) anche se la cosa era da considerare quasi blasfema. Vecchi problemi, vecchie soluzioni.
Una delle cose più belle della selezione titoli, infatti, è che Retro Games Ltd ha dato parecchio spazio alle terze parti, con giochi iconici che hanno davvero fatto la storia del settore, piuttosto che alle sole produzioni interne firmate ATARI, acquistando i diritti di opere di culto, davvero iconiche. Chiude l’emozionante carrellata, infine, un titolo moderno, pienamente appartenente al filone New Retrogaming, ovvero Yoomp! Il gioco è il vincitore della celebre ABBUC Software Competition edizione 2007, manifestazione teutonica in cui si svolge una maratona di programmazione dedicata espressamente agli Home Computer Atari ad 8-bit, ed è stato realizzato dal team di sviluppatori indipendenti capitanato da Marcin Żukowski, come reinterpretazione moderna del classico Trailblazer del 1986. Una vera chicca che ben rappresenta la scena indipendente che gira attorno al sistema. Di seguito la lista completa dei titoli, con l’anno di uscita originale di ogni gioco, spesso non coincidente con quello del port specifico per Atari 8-bit Family. Se siete tra i (tanti) utenti che hanno avanzato le loro lamentele per la selezione dei titoli precaricati su THEC64 Mini, al di sotto delle aspettative e con poche vere hit di culto, stavolta resterete parecchio soddisfatti! THE400 Mini, ribadiamolo, è un Must Have per gli appassionati di Retrogaming di qualità.
- Airball (1987, Ed Scio, Microdeal)
- Asteroids (1980, ATARI)
- Basketball (1979, ATARI)
- Battlezone (1980, ATARI)
- Berzerk (1980, Stern Electronics)
- Boulder Dash (1984, First Star Software)
- Bristles (1983, First Star Software)
- Capture the Flag (1983, Sirius Software)
- Centipede (1981, ATARI Inc)
- Crystal Castles (1983, ATARI Inc)
- Elektraglide (1983, Adam Billyard, English Software Company)
- Encounter! (1983, Novagenic)
- Flip and Flop (1983, First Star Software)
- Henry’s House (Home Sweet Home) (1983, English Software Company)
- Hover Bovver (1983, Jeff Minter, Llamasoft)
- Lee (aka, Bruce Lee) (1984, Datasoft )
- M.U.L.E. (1983, Danielle Bunten Berry, Ozark Softscape)
- Millipede (1982, ATARI Inc)
- Miner 2049er (1982, Bill Hogue, Five Star Software)
- Missile Command (1980, Rob Fulop, ATARI Inc)
- O’Riley’s Mine (1987, Mark Riley, Datasoft)
- Star Raiders II (1987, Atari Corporation)
- The Seven Cities of Gold (1984, Danielle Bunten Berry, Ozark Softscape, Electronic Arts)
- Wavy Navy (1983, Sirius Software)
- Yoomp! (2007, Marcin Żukowski, Łukasz Sychowicz, Bartek Wąsiel, Piotr Fusik)
THE400 Mini è un sistema davvero intrigante, che non solo aggiunge un nuovo tassello alla Linea THE ideata da Retro Game Ltd e distribuita da PLAION, ma permette di riscoprire un importante protagonista del settore dell’epoca ad otto bit. La cosiddetta ATARI 8-bit Family, che è nata proprio a partire dal 1979 con ATARI 400, è infatti completamente giocabile su questa nuova console replica che riporta in vita il leggendario home computer del passato, ma non solo. Si, come già ben evidenziato dalla grafica della scatola del sistema, è possibile infatti, oltre all’utilizzo dei 25 giochi iconici precaricati per ATARI 400/800, utilizzare anche centinaia di altri titoli sviluppati per ATARI XL ed XE (si anche la leggendaria console XEGS), oltre che per ATARI 5200. Ma non VCS/2600 e 7800. La presenza del joystick classico chiamato THECXSTICK, con tanto di tasti extra nascosti, arricchisce l’esperienza, e la console replica, compatibile con TV HD che supportano una risoluzione di almeno 720p, è un eccezionale omaggio ad un mondo passato che ci ha regalato grandissimi capolavori videoludici. L’epoca d’oro della Grande A, che i nostalgici ricordano con affetto. Un sistema realizzato con cura e passione, che non dovrebbe mancare nella collezione di chi ama il New Retrogaming.