(King) Kong e Godzilla sono due titani: rispettivamente portano sulle loro larghissime spalle, in fatto di mostri da kolossal, lโAmerica (dal 1933, da prima che gli Stati Uniti entrassero nell’ONU) e il Giappone (1954). Protagonisti di moltissimi film e media correlati, queste โstrane bestieโ o traducendo letteralmente questa definizione in giapponese con โKaijuโ periodicamente vengono โforzatamenteโ messi l’uno contro lโaltro, per rispondere ad una nostra esigenza infantile e primordiale di scoprire “chi รจ piรน forte”, come รจ avvenuto nel film che fa da precursore a questo, Godzilla vs. Kong del 2021, dello stesso regista Adam Wingard. I due in realtร si erano giร fronteggiati nel film del 1962 conosciuto in Italia con il titolo โspoilerโ de Il trionfo di Kong). I due, questa volta, fanno fronte comune verso la minaccia di turno. La forza del mito che li ha resi cosรฌ imbattibili risiede nel costruirgli attorno una storia ed esistono due modi per farlo con successo: il primo, come per il caso del premio Oscar (2024) Godzilla Minus One รจ costruire una parabola concettuale, dove il mostro รจ la divina personificazione della natura, benevola o calamitร naturale, conseguenza del peccato degli uomini di sfruttare senza riguardi le risorse della terra o di farsi la guerra, il secondo รจ avere uno scontro puro carico di effetti speciali, un blockbuster esagerato e godibile concepito per essere tale. Questo Godzilla e Kong – Il nuovo Impero, che fa da coda al franchise del MonsterVerse iniziato nel 2017 con il buon esordio di Kong: Skull Island, non riesce a fare nรฉ lโuna nรฉ lโaltra cosa.
Godzilla e Kong – Il nuovo impero ha piรน di un tallone dโAchille
King Kong ha il mal di denti: gli serve un dentista! Godzilla difende il mondo… distruggendo accidentalmente i monumenti di Roma Capitale. Mentre alla MONARCH, lโorganizzazione segreta che si occupa di questi fenomeni (a cui รจ dedicata una storia nella interessante serie tv del 2023 facente parte dello stesso canone, dal titolo Monarch: Legacy of Monsters) sono tutti impegnati a coprire le malefatte di questi due bestioni, con la pretesa di avere la situazione sotto controllo, la dottoressa Ilene Andrews (Rebecca Hall) scopre una curiosa analogia tra i picchi di un grafico che mostra una sinistra anomalia e gli scarabocchi di sua figlia adottiva Jia (Kaylee Hottle) ultima superstite della tribรน Iwi di Skull Island. Kong รจ come un vecchio stanco โmostro sacroโ di Hollywood, che come gli attori americani della vecchia guardia, ammicca con espressioni simpatiche: รจ decisamente troppo umano. Godzilla รจ un kaiju cucciolone, che come un gatto si addormenta nel Colosseo a mรง di cuccia (memorabile e โmemabileโ, bisogna ammetterlo). Kong, durante una escursione nella Terra Cava dove รจ stato confinato, si incontra (e si scontra) con un’altra scimmia che nonostante la diffidenza iniziale si conquista la sua fiducia, un โmini Kongโ come verrร descritto nel film, una versione animalesca che scimmiotta lโarbusto Groot de I Guardiani della Galassia (2014), che lo conduce alla fonte di tutti i problemi, dal vero nemico della storia, che unirร i due giganti verso il fronte comune “teaserato” nel titolo. Uno scontro pulito di per se, non ridicolo, non frettoloso, un melting pot di CGi e rallenty che non guasta, ma arriva decisamente troppo tardi.
Gli umani
Prima di giungere allo scontro finale, il film indugia sulla storia dei protagonisti umani, un grande problema che affliggeva anche il secondo film della serie, Godzilla II: King of the Monsters (del 2019) con lโaggravante di essere confusa, per apparire complessa (e quindi anche interessante, per certi versi), per poi nascondere in realtร la disarmante, semplicissima risoluzione. La dottoressa Andrews e Jia – sua figlia adottiva – sono al centro della storia. La bambina (una Mowgli fin troppo educata), cresciuta da una tribรน di un isola sperduta, non riesce ad integrarsi nella nuova scuola, soffre costantemente per la mancanza di casa e si preoccupa per Kong, che considera un suo amico. Si uniscono al party anche altri due personaggi: il giร noto Bernie Hayes (Brian Tyree Henry) e Trapper, il personaggio interpretato da Dan Stevens. Il primo รจ lo specialista che ha salvato il mondo senza avere niente in cambio e che ora cerca disperatamente di ottenere il giusto riconoscimento per i propri meriti; il secondo รจย il โveterinarioโ di Kong, uno svitato con la camicia di Ace Ventura dalla morale New Age. Il gruppo somiglia in tutto e per tutto a quello dei protagonisti del franchise di Jurassic World (2015), a ricordare una volta di piรน come questo sembri piรน un film “macedonia” che altro.
Sangue e Arena, dรจi e mostri
Non cโรจ sangue, ma gli scenari dove avvengono gli scontri sono diversi: Roma – e se conoscete la capitale, riderete di gusto – dove purtroppo non si indugia abbastanza, Il Cairo – ovviamente allโombra delle Piramidi – una cittadina della Francia ed una calda spiaggia di San Paolo in Brasile. Sul fronte del fantastico cโรจ uno spaccato di entroterra nella Zona Cava che non si distingue poi tanto da Skull Island, in quanto a vegetazione e bestiacce, in cui una fucina di schiavi lavora per il villain. Si ha uno strano dรฉjร vu: sembra di vedere lโesercito di Cesare de Il Pianeta delle Scimmie lavorare come gli orchi di Saruman ne Il Signore degli Anelli. Unโaltro scenario incantato lo troviamo sempre nelle viscere del pianeta retto dallโenergia di enormi cristalli, con del potenziale visivo non indifferente, un tempio antico, avvolto da una eco di misticismo, che racchiude come un bozzolo una forza antica.
Il film ci presenta scenari fantastici mescolati a scene imbarazzanti da Disaster Movie di serie B, come ad esempio quella dei bagnanti sulla spiaggia che si abbassano gli occhiali da sole quando vedono che una minaccia sta arrivando dal mare. La cura dei dettagli รจ stata riversata tutta nella creazione dei due protagonisti: Kong รจ maestoso (e fin troppo alto) ha una bella pelliccia folta, le cicatrici e lo sguardo fiero, anche se con la CGI รจ Godzilla ad uscirne meglio (con questa tecnica riescono meglio le rughe delle pellicce: con i pupazzi era diverso!) ed รจ mastodontico, irradia luce nucleare dalle scaglie, come un grande catalizzatore di colori, cammina lento inesorabile… รจ un tozzo e panciuto dinosauro anfibio come รจ giusto che sia.
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Nel corso della storia del cinema, sono stati realizzati trentotto film con Godzilla e otto con Kong: se avete ancora voglia di divorare altri film di genere, Kong e Godzilla – Il nuovo impero potrebbe essere uno snack “guilty pleasure” ma sicuramente non una portata principale, nel ricco menรน dedicato a questi personaggi.
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