State vestendo i panni del protagonista di Dragon’s Dogma 2, del “Risvegliato”. La vostra giornata è iniziata con un drago che vi ha pugnalato al petto per divorarvi il cuore e sta proseguendo nella desolazione di una prigione sperduta nel nulla: è chiaro che avete bisogno di tutta l’assistenza che potete ricevere. Tuttavia, non dovrete affrontare questa sfida da soli, poiché siamo qui per offrirvi il nostro sostegno. Avendo accumulato una certa esperienza nel mondo fantasy progettato da Capcom, siamo dotati di un repertorio di conoscenze e strategie che siamo ben lieti di condividere con voi. Vi incoraggiamo, dunque, a beneficiare dei nostri preziosi consigli, i quali vi assisteranno nel superare le sfide iniziali e nel navigare con maggior sicurezza attraverso le battute di caccia che dovrete affrontare.
Le premesse di Dragon’s Dogma 2
Dragon’s Dogma 2 offre un’esperienza di gioco che, paradossalmente, si distingue per la sua radicale assenza di imposizioni dogmatiche verso i giocatori. L’approccio matematico alla ricerca di alcune strategie “ottimali” contrasta apertamente con lo spirito unico di questa avventura, la cui vera essenza prende forma quando i giocatori si concedono spazio per sperimentare e tergiversare. Per questo motivo, consigliamo vivamente di non prestare orecchio alle guide strategiche, questa compresa. Vivete le vicende del Risvegliato muovendovi alla cieca, stupitevi e divertitevi nel perdervi tra i boschi verdeggianti e i deserti rocciosi. Allo stesso tempo, non possiamo che ammettere che l’opera richiede un notevole impegno da parte dei giocatori, soprattutto in termini di tempo. Una qualche imbeccata potrebbe tornarvi utile, dopotutto.
Leggete le descrizioni degli oggetti
Non è comune che i giocatori si prendano il tempo di esplorare attentamente tutte le descrizioni di testo che si associano agli oggetti presenti all’interno di un videogioco. Certo, esistono eccezioni come il genere souls-like, il quale ha l’abitudine di nascondere proprio all’interno delle schermate descrittive i punti più interessanti della sua struttura narrativa, tuttavia la tendenza generale è quella di interpretare gli oggetti videoludici sulla base di come appaiono, senza scendere troppo nei dettagli. Un coleottero, giusto per intenderci, viene spesso identificato semplicemente come un normale coleottero. Nel contesto di Dragon’s Dogma 2, il concetto di normalità non necessariamente coincide però con quello comunemente adottato dalla massa.
Elementi come lo “Scarabeo Dorato” potrebbero superficialmente sembrare banali trofei da collezionare o, nella peggiore delle ipotesi, materiali destinati a essere immolati durante le concitate fasi di crafting; tuttavia, un’attenta lettura delle loro descrizioni rivela che anche gli elementi apparentemente meno significativi possono celare segreti o suggerire informazioni tecniche di rilievo. Il sopracitato coleottero, per esempio, può essere consumato per ricevere un bonus leggero, ma definitivo, alla capacità di carico del personaggio, beneficio che conviene ovviamente accumulare quanto prima possibile. L’analisi del testo si dimostra essenziale anche per evitare possibili truffe. Da qualche parte nel mondo di gioco abita infatti un fenomenale falsario, il quale non si farà troppi problemi a vendervi a prezzo pieno dei prodotti chiaramente taroccati e, pertanto, inutili.
Temete la notte, amate la notte
La notte, in Dragon’s Dogma 2, fa schifo. Lontano dalle confortanti mura cittadine, il panorama si presenta cupo e desolato, soffocante e ostile. Una volta calato il sole, l’esperienza diviene non solo spiacevole, ma anche intrinsecamente pericolosa. La notte, priva dell’artificio luminoso che caratterizza le aree urbane, si trasforma in un periodo di totale oscurità, dove anche l’ausilio di una lanterna offre un sollievo più irrisorio che utile. In pratica, non si vede a un palmo dal naso, il che rende l’ambiente estremamente confuso e disorientante. Tale situazione è dunque esacerbata dalla comparsa di creature notturne il cui comportamento è mediamente più aggressivo e minaccioso di quello esibito dalle tradizionali controparti.
Lo stratagemma più semplice per circumnavigare il problema è quello di approfittare dei numerosi accampamenti che costellano la mappa di gioco. Questi siti non solo consentono di far trascorrere il tempo, ma provvedono anche a curare il protagonista e i suoi compagni da quei danni duraturi che la magia non può in alcun modo sanare. Visto che la vita non è mai facile, la possibilità di approfittare di questi punti di ristoro è tuttavia subordinata alla necessità di essere in possesso di un kit da campeggio, il quale è un oggetto facile da reperire, ma anche pesante da trasportare. Non solo: il sonno di chi dorme all’addiaccio ha una percentuale di possibilità di essere disturbato da un attacco nemico, cosa tutt’altro che gradevole. Utilizzare tende ed equipaggiamenti adatti al contesto geografico può mitigare tali minacce, ma talvolta è inevitabile affrontare qualche rischio.
Nonostante le sue sfide mortali, la notte cela anche diversi vantaggi. Al riparo dalla luce del sole, emergono creature e avversari temibili, la cui sconfitta garantisce però accesso a reperti e materiali preziosi altrimenti introvabili. L’oscurità completa facilita inoltre l‘individuazione di oggetti collezionabili, i quali, seguendo lo stile caratteristico di Capcom, vengono segnalati grazie a specifiche abilità con un leggero luccichio. O meglio: il luccichio risulta “leggero” quando si è sotto il sole battente, ma di notte quel bagliore appena accennato brilla con la forza di un faro d’attracco.
(Non) ascoltate le vostre pedine
Coloro che decideranno di prendere parte alla saga fantasy di Dragon’s Dogma si troveranno inevitabilmente ad interagire con le “pedine“, ossia con una serie di personaggi non giocanti che fungono da compagni di viaggio per il Risvegliato protagonista. In generale, tali combattenti non si dimostrano particolarmente efficienti o astuti, ma la loro utilità è comunque innegabile, sia durante i combattimenti che al di fuori di essi. Una delle caratteristiche distintive delle pedine è che queste vengono in buona parte “prese in prestito” da altri giocatori connessi online, il che significa che questi alleati interdimensionali potrebbero aver sviluppato delle competenze utili a compensare eventuali lacune del giocatore.
Le pedine possono “spoilerare” le vulnerabilità degli avversari più temibili, indicare dove trovare le aree di raccolta, evidenziare i punti di interesse o, più comunemente, segnalare con eccessiva enfasi la direzione in cui il giocatore dovrebbe muoversi per conseguire gli obiettivi della missione in corso. Quest’ultima opzione si rivela estremamente utile, ma potenzialmente anche molto, molto invadente. Avere un marcatore capace di indicare dettagliatamente come risolvere una quest può a tratti essere apprezzabile, ma alcuni gamer potrebbero trovare un simile tasso di ingerenza decisamente antipatico. Per evitare fastidiose sorprese, vale dunque la pena ritagliarsi del tempo per consultare il pedigree delle pedine, prima di arruolarle tra i propri ranghi.
La voce da tenere in massima considerazione è quella che riguarda la “conoscenza miss. principale”, ovvero se la pedina abbia già risolto la quest attiva. In caso di risposta positiva, avrete a disposizione una guida pronta ad assistervi; al contrario, sarà vostra piena responsabilità portare a termine la missione. In secondo luogo, è anche opportuno considerare la personalità del combattente sotto esame, poiché essa determinerà il tono e le modalità di interazione verbale che questi manterrà con il protagonista e con gli altri membri del gruppo. Le pedine parlano senza sosta, quindi vale la pena scegliere quelle che esibiscono una personalità che vi risulta meno urticante. Nel caso in cui si trovi accanto a voi una pedina a voi particolarmente gradita, è dunque possibile aggiungere il suo nome a una lista dei preferiti così da poterla selezionare ogni volta che ne sentite il bisogno
Dragon’s Dogma 2: imparate dai vostri fallimenti
Da un lato, Dragon’s Dogma 2 offre un’abbondanza di informazioni, tutorial, guide e schemi attraverso cui supportare il giocatore nel suo percorso. Dall’altro, si astiene dal comunicare alcuni elementi che potrebbero invece essere considerati essenziali. Questo approccio ambiguo può condurre naturalmente il giocatore a incertezze e errori; tuttavia, il concetto di “game over” non dovrebbe essere percepito in questo contesto come una fonte di frustrazione, ma piuttosto come un aspetto intrinseco del gioco. “Prepare to fail”, si potrebbe dire parafrasando il celebre motto di un videogame competitor. Con questa consapevolezza, è fondamentale testare ogni aspetto del titolo, affrontare ogni sfida con determinazione anche se comporta la certezza del fallimento. Ogni idiozia può regalarvi qualche sorpresa, a prescindere che si tratti di aggrapparsi ad un’arpia che vola verso il proprio nido o imbastire una squadra di combattimento composta da soli maghi. Persino alterare l’interfaccia di gioco potrebbe aiutarvi a ottimizzare le vostre prestazioni.
Prendete questa fase altamente sperimentale come una forma di esperienza didattica di natura “montessoriana”: i fallimenti vi consentiranno di acquisire consapevolezza delle meccaniche di Dragon’s Dogma 2, arricchendovi di conoscenze che si dimostreranno fondamentali per affrontare la fase di end-game. Senza rivelare dettagli, è opportuno segnalare che l’epilogo facoltativo dell’opera presenta un grado di difficoltà da non sottovalutare, se non altro perché i programmatori hanno deciso di barare clamorosamente alterando l’accessibilità ai salvataggi automatici. Per salvaguardarvi dalla frustrazione vi toccherà sfruttare ogni singolo trucco che avrete imparato fino ad allora, non importa quanto questo sia meschino.