Llamasoft The Jeff Minter Story è un vero e proprio Oscar alla carriera di un personaggio leggendario del settore, tra i più geniali e bizzarri di sempre, attivo dai primi anni ottanta fino ad oggi, che si è evoluto con la crescita dei sistemi stessi. Dopo i primi esperimenti su Commodore PET e CBM, il prode Jeff Minter parte a pubblicare giochi per VIC 20, sfruttando i bug di sistema per creare cose che nemmeno i progettisti dell’hardware ritenevano possibili. Fermate il tempo, accendete una candela di incenso, indossate pantaloni a zampa d’elefante, collane di fiori, occhiali da sole a specchio ed inondate le vostre camerette di luci laser multicolore. L’insostenibile Psichedelia del guru digitale britannico Jeff Minter è pronta per rapire le vostre menti e portarle in un trip lisergico, sotto forma di documentario interattivo, sospeso in un limbo hippie ai confini della realtà …
Llamasoft The Jeff Minter Story: raggi laser tra pixel multicolore, un nostalgico docu-gaming interattivo
Llamasoft The Jeff Minter Story arriva come un fulmine a ciel sereno sui tutti i sistemi attuali Old & New Gen, ovvero PlayStation 5, la versione da noi provata, PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One, Xbox Series X|S e Windows, tramite Steam, per far scoprire alle nuove generazioni una figura leggendaria del settore videoludico e ricordarne il percorso artistico anche a tutti i fan storici, ovvero chi segue Yak, Il Maestro della Psichedelia, o Il Signore dei Cammelli, tre dei tanti soprannomi di questo inimitabile artista, fin dai primi anni ottanta. Davvero notevole anche la formula scelta per presentare le opere del passato. Un eccezionale documentario interattivo che va a coprire il corpus storico delle opere di Jeff Minter che ha fatto dell’arte lisergica e della sinestesia indotta una vera e propria filosofia di vita. Una compilation che si incastra perfettamente con l’epoca del Retrogaming classico, dal 1981 al 1994, sviluppata dai veterani Digital Eclipse, una casa di sviluppo che, parimenti, ha dedicato alle trasposizioni dei grandi classici su sistemi moderni una vita di lavoro.
Senza andare a scomodare le loro produzioni più antiche come ATARI Anthology, risalente al periodo PlayStation 2, ricordiamo solo alcune release recenti, come quelle che vanno sotto il nome di Digital Eclipse’s Gold Master Series, tra cui spiccano la commovente Teenage Mutant Ninja Turtles: The Cowabunga Collection, dedicata alla storia delle Tartarughe Ninja, la sontuosa ATARI 50: The Anniversary Celebration, o l’eccezionale The Making of Karateka, prima opera della serie DE’s GMS, che racconta la nascita al grande classico del 1984 creato da Jordan Mechner, autore, cinque anni dopo di Prince of Persia. La società californiana fondata da Andrew Ayre nel 1992, del resto, ha iniziato già negli anni novanta realizzando port dei vecchi classici arcade anni ’80 come Joust e Defender su piattaforme come il Game Boy, diventando col tempo una vera specialista del settore. Le 42 conversioni delle opere presenti nella raccolta sono realizzate in maniera sopraffina. Se non conoscete Gridrunner, preparatevi a restare incollati per ore al suo ipnotizzante gameplay!
Llamasoft The Jeff Minter Story: i contenuti della collezione storica
L’intero docu-gaming è compresso in circa 4.5 GB di spazio, una quantità notevole di dati, se si considera che molti dei giochi presenti sono di epoche arcaiche in cui in “pochissimi e maledetti” Kb spesso risiedevano interi mondi. Già , non è come oggi dove ogni Tripla A occupa spazi in Giga Byte vergognosamente larghi! Negli anni ottanta soprattutto, ma in parte anche nei primi anni novanta, la lotta contro la capienza dei supporti ed anche la poca memoria RAM dei sistemi dell’epoca è forte, ed in cartucce, cassette dati e floppy disk da 5 o 3 pollici andava fatta parecchia economia. Se Commodore 64 offre 64K di RAM, come si intuisce dal nome, lo spazio quello è, senza appello. E che dire di Sinclair ZX Spectrum, che invece, nella prima versione con i deliziosi tastini in gomma, offre solo 16K o 48K? Eppure Jeff Minter, come del resto altri grandi dell’epoca come Mike Singleton o i Fratelli Stamper della Ultimate Play The Game, poi diventata RARE, senza scomodare gli autori nipponici, hanno davvero fatto miracoli!
Quattro emozionanti capitoli in ordine cronologico ed una sezione bonus composta da una ludografia completa di oltre sessanta opere! Llamasoft The Jeff Minter Story è davvero un tributo storico ricolmo d’amore per le produzioni artistiche del geniale artista britannico. La figura di Jeff Minter è importantissima dal punto di vista storico, perché si tratta di un artista capace non solo di esplorare i limiti del medium stesso, ma spesso di superarli con opere multimediali fuori parametro. Il tutto cavalcando quattro decenni di evoluzione hardware e restando sempre in prima linea. Mancano gli ultimi trenta anni, manca Space Giraffe, titolo cult del 2007 per Xbox Live Arcade, diranno i soliti incontentabili, e se fosse in serbo un secondo episodio della collection? Intanto lo sogniamo ad occhi aperti…
Dal debutto nel settore videoludico fino all’arrivo dei pelosissimi animali, marchio di fabbrica Llamasoft
La splendida collezione storica dedicata alla vita ed alle opere di Jeff Minter è presentata con una localizzazione in italiano dallo sviluppatore veterano Digital Eclipse, vero punto di riferimento per le conversioni a tema retrò sui sistemi moderni, ed anche, in questa occasione, nelle vesti di publisher. Il nostalgico tuffo nel passato è diviso in quattro sezioni tematiche, chiamate Capitoli, come in romanzo, in rigoroso ordine temporale, che ripercorrono le produzioni di Llamasoft. Si parte, ovviamente, dalle opere più arcaiche, ovvero quelle realizzate per Commodore PET, Commodore VIC 20 e i primi home computer britannici come BBC Micro o Sinclair ZX81, chiamata “I PRIMI ANNI”, in cui un semplice ragazzo pieno di sogni decide di abbandonare l’università per inseguire i suoi sogni.
Segue la sezione “GLI ANNI IN PELLICCIA”, in cui Llamasoft crea e definisce il suo stile con opere incredibili ricolme di assurdi animali pelosi, come cammelli, lama e yak. Dalla piccola cittadina inglese di Tadley, prima sede dello sviluppatore, alla conquista del mondo. Sappiamo infatti che lo studio di sviluppo di Jeff Minter è oggi una vera e propria fattoria hi-tech, situata nella sperduta campagna del Galles, in U.K., in cui convivono computer e sistemi informatici di ogni sorta, oltre che strumentazione elettronica tra la più bizzarra e tantissimi animali, a cui spesso sono dedicati i giochi. La celebre pecorella Bessie, ad esempio, ha visto il suo belato campionato per apparire come effetto speciale in alcune opere. Perdersi tra le origini di pecore spaziali, cammelli mutanti e minotauri è un piacere. Per chi ha scoperto l’artista digitale solo in tempi recenti, Llamasoft The Jeff Minter Story  offre una interessante panoramica alla ricerca delle sue origini. L’unico, inimitabile Atttack of The Mutant Camels, simbolo massimo di questo capitolo, ormai è una icona della sua generazione!
Le grandi ossessioni di Jeff Minter, i Sintetizzatori di Luci e l’inseguimento della Tempesta Perfetta
La terza sezione, chiamata “LUCE E FANTASIA” si sofferma su un filone che, superando la dimensione prettamente ludica, si occupa dei tantissimi Light Syntesizer, ovvero i sintetizzatori di luci utilizzati come player musicali. Questi software sono sempre stati una produzione parallela dell’artista britannico, dai più arcaici per C64 fino a quello visto su Xbox 360, forse il più celebre. Attualmente, ad esempio, Llamasoft ne sta compilando uno, ancora senza nome, datato 2024. L’ultima sezione della raccolta è dedicata infine ad una delle “ossessioni minteriane” più celebri, ovvero quella per le rielaborazioni di TEMPEST, il grande classico Arcade anni ’80 firmato ATARI, di cui il geniale Jeff Minter ha proposto, negli anni, diversi sequel e reinterpretazioni, da Tempest 2000 fino a TxK per la sfortunata PlayStation Vita e l’attuale Tempest 4000. La sezione non poteva che chiamarsi “LA TEMPESTA”.
Ognuno di questi quattro capitoli è esplorabile, con tanto di storia dello sviluppo delle opere, titoli giocabili e bonus di ogni sorta sbloccabili, inclusi introvabili filmati d’epoca. Tra bullet hell, FX lisergici, belati e muggiti campionati, colori lisergici da far sanguinare gli occhi e fumosi effetti nebbia, che citano le atmosfere proibite date dalle droghe tipiche degli anni settanta come LSD o Marijuana ai concerti dei Pink Floyd, c’è davvero un bizzarro concentrato di cultura hippie e lucida follia. Signori e signore, sfogliando le nostalgiche pagine del docu-gaming Llamasoft The Jeff Minter Story siamo davvero di fronte alla Storia del Videogioco, con alcune delle sue pagine più emozionanti. Se volete saperne di più sul visionario artista vi rimandiamo a questa pagina. Tempi nostalgici di manualetti e fanzine fotocopiate, di listati lunghissimi da inserire spesso a mano e di “cassettine da edicola” che spesso riproponevano i giochi con nomi assurdi e senza alcuna licenza, in barba al copyright, del resto ancora non presente per le opere videoludiche.
La Prova del Tempo, ossia quando i “giochi vecchi” diventano dei classici eterni…
Delle 63 opere presenti nella ludografia completa del Maestro Jeff Minter sono giocabili, in totale, 42 titoli tratti dal catalogo Llamasoft, a cui si aggiunge un’opera inedita, ovvero GRIDRUNNER: REMASTERED, eccezionale reinterpretazione di uno dei classici dell’autore, senza farsi mancare ben due dei primi Light Syntesizer di cui abbiamo parlato, Psychedelia e Colourspace. Il tutto ottimizzato per i controller moderni, su PlayStation 5, la versione su cui lo abbiamo provato, il Dual Sense risponde in maniera ottimale. Certo, alcune opere più arcaiche, come ad esempio 3D 3D! (1981) per ZX 81, labirinto in soggettiva con parser testuale per i comandi, sono oggi poco giocabili, specie per le nuove generazioni, ma classici senza tempo come Attack of Mutant Camels per Commodore 64 divertono adesso come allora, grazie all’azione incessante ed al comparto audiovisivo bizzarro e coinvolgente.
Le piattaforme storiche coperte dalla raccolta sono esattamente otto, e si va dai sistemi più antichi come Sinclair ZX 81, Commodore VIC 20 ed Atari 400/800 (8 bit family), passando per Commodore 64, piattaforma da cui arrivano ben 17 opere, e Sinclair ZX Spectrum, l’home computer a 16 bit Atari ST, fino al più recente Atari Jaguar, ultima console storica della Grande A. La chicca più gustosa è infine la versione demo di Attack of the Mutant Camels ’89 per la console prototipo “modulabile” Konix Multi-System, purtroppo mai uscita sul mercato.
Le pietre miliari minteriane, Sezione Bonus Llamatastica!
Oltre ai quattro capitoli è presente una ludografia completa chiamata “SEZIONE BONUS LLAMATASTICA!”, riprendendo il classico gioco di parole ideato dall’autore, che presenta ben sessantatré pietre miliari della carriera dell’artista digitale. Per chi segue il folle figlio dei fiori da sempre è d’obbligo una lacrimuccia. Jeff Minter non è solo nella sua meravigliosa “Hi-Tech Hippie Farm”, ed alcuni collaboratori fidati, come il game designer capellone Ivan Zorzin, lo hanno da sempre aiutato nelle produzioni di Llamasoft. La cosa bella di questa software house è anche l’impostazione filo-archeologica delle opere, chi mai, oltre Jeff Minter, avrebbe ad esempio recuperato un vecchio prototipo di un titolo ATARI mai uscito o titoli “inventati” che facevano parte solo dell’immaginario collettivo delle sale giochi, per farli diventare veri giochi attuali? Stiamo parlando ovviamente di Akka Arrh, ripescato dagli archivi segretissimi della Grande A, dai tempi d’oro di Nolan Bushnell, e di POLIBIUS, titolo impossibile che, secondo la leggenda, era in grado di controllare le menti dei giocatori e per questo ritirato presto dal mercato Arcade, ma in realtà mai esistito, che il beffardo Jeff Minter ha in tempi recenti realizzato davvero come videogame giocabile! Nella sezione bonus vengono citate anche le opere più recenti come Minotaur Rescue o Moose Life. Il piglio enciclopedico dell’opera è evidente.
Non manca infatti nemmeno l’umorismo al programmatore britannico, e molti dei suoi giochi storici hanno spesso parodiato le hit di successo del settore, come Llamatron 2112, presa in giro del leggendario Robotron 2084, sparatutto multidirezionale realizzato nel 1982 da Eugene Jarvis e Larry DeMar per Williams, o lo stesso Attack of Mutant Camels, forse la sua opera più iconica, in cui il gameplay è mutuato da Defender, altra opera di Eugene Jervis, ed i bizzarri cammelli mutanti sono una citazione degli enormi mezzi meccanici At-At  (All Terrain Armored Transport) di Star Wars. E che dire di Hover Bovver 2: Grand Theft Flymo, seguito di un suo grande classico, che cita nel titolo il blasonato GTA di Rockstar Games. I più grandi artisti, spesso, sono soliti citare le opere altrui, e reinterpretarle in modi inusitati. Un autore anarchico, citazionista, mai disposto a compromessi, che vive il settore da un punto di vista autarchico, immerso tra campi coltivati alla Canapa, animali pelosissimi da fattoria ed una passione immortale per la cultura hippie. Tramite l’esposizione a particolari luci lisergiche combinate con suoni ripetitivi è possibile, secondo l’autore, giungere a stati di Sinestesia Indotta. Le moderne avvertenze sull’epilessia fanno un baffo al visionario programmatore britannico! Tutto questo, dal documentario interattivo, si riesce a cogliere perfettamente. Un vero viaggio mentale alternativo.
Nonostante quattro decenni trascorsi molti titoli sono ancora appassionanti, ma è chiaro che una racconta del genere, specie nel formato scelto del docu-gaming, va a rivolgersi principalmente ad una nicchia di mercato ben precisa, i nostalgici amanti del Retrogaming che, per contro, conoscono già la materia di cui stiamo parlando. Se siete nati in epoca PlayStation o anche dopo potete comunque recuperare l’opera, per scoprire un modo di giocare legato al passato e, soprattutto, un artista unico e fuori parametro che ha scritto la storia del settore. Trovate la lista completa dei giochi nella pagina ufficiale dello sviluppatore, al seguente LINK. Non possiamo citarli tutti, ovvio, ma Gridrunner, Sheep In Space, Iridid Alpha, Andes Attack, Matrix, Psichedelia, Metagalactic Llamas Battle at the Edge of Time, Hover Bovver, Hellgate, Laser Zone, Tempest 2000 e tutti gli altri sono dei veri quadri post moderni, illustrati da uno degli artisti più visionari di sempre. Jeff Minter ci accompagna nel suo trip psichedelico, tutto il resto è solo videogame!