I reboot e i remake non arrivano solamente dagli anni ’80 e ’90, da quella che viene considerata da tutti come l’epoca d’oro dei videogiochi. Alcuni provengono da un’epoca più vicina a noi, per ricordarci che titoli interessanti e affascinanti sono nati anche dopo il 2000. NIS in questo sta facendo la sua parte (anche se arriveranno grosse novità), portandoci tutta una serie di titoli con una grafica decisamente retrò tra le avventure che l’hanno resa celebre. Quest’anno è il turno di The Legend of Legacy HD Remastered, interessante gioco uscito nel 2015 per Nintendo 3DS. Torna per portarci ancora una volta alla scoperta dei segreti che si nascondono sull’isola di Avalon.
The Legend of Legacy: all’avventura!
La realtà raccontata in The Legend of Legacy è ambientata in un mondo pieno di avventure, misteri e leggende. La nostra storia si svolge sulla mistica e antica isola di Avalon, dove uomini e dei hanno convissuto per secoli. I segni di quest’epoca passata puntellano tutto il territorio dell’isola sotto forma di antiche rovine, simboli di una storia passata avvolta ancora oggi nel mistero. Magia e tesori si intrecciano e spingono numerosi avventurieri a partire per Avalon per raggiungere gli scopi più disparati e realizzare i sogni più maestosi. Esempi di questa varietà sono proprio i sette personaggi tra cui possiamo scegliere come nostro avatar in questo mondo pieno di avventure. L’elementalista Meurs, la templare Garnet, il cacciatore di tesori Liber, l’alchimista Eloise e il mercenario Owen, ma anche il principe ranocchio Filmia e la ragazza che ha perso la memoria Bianca. Personaggi molto diversi tra loro, le cui vicende si intrecceranno durante quest’avventura, ognuno con un finale personalizzato tutto da scoprire.
Sulla storia di The Legend of Legacy non c’è molto altro da dire. Di certo la trama non possiede gli elementi epici che decenni di GDR ci hanno abituato a vivere. Forse però si tratta di una scelta ponderata e consapevole. La sensazione è quella che FuRyu abbia voluto offrire un’esperienza di gioco più essenziale, maggiormente aderente a uno stile di GDR anni ’80, che ci trasportasse dentro un’ambientazione piuttosto che una vicenda. D’altronde non possiamo immaginare qualcosa di diverso visto i grandi nomi che hanno preso parte in passato al suo sviluppo. Stiamo parlando di professionisti come il game designer Kyoji Koizumi e il compositore Masashi Hamauzu, entrambi provenienti dall’universo di Final Fantasy, oltre al game designer Masataka Matsuura, quello di Pokémon Mystery Dungeon, e all’illustratore Tomomi Kobayashi, di SaGa e Shin Megami Tensei IV. Dietro le scelte narrative e strutturali di The Legend of Legacy potrebbe quindi esserci una precisa filosofia videoludica e uno specifico progetto di intrattenimento. Elementi che, anche se più o meno apprezzabili, emergono in maniera chiara osservando più da vicino il gameplay del gioco.
Un mondo da scoprire ed esplorare
Uno degli aspetti più affascinanti di The Legend of Legacy è sicuramente il suo comparto grafico. L’aspetto dei personaggi in stile chibi, è più morbido in occasione dell’approdo sulle ultime console, rendendo il tutto molto armonioso. Ogni personaggio ha una sua caratterizzazione non soltanto fisica ma anche espressiva, enfatizzando le differenze psicologiche e comportamentali. I protagonisti si muovono all’interno di mappe di varie dimensioni che, in qualche modo, ricordano i GDR vecchio stile, più per struttura che per forma. Possiamo infatti riassumere il gameplay come una lunga sequenza di mini (più o meno) “dungeons” da esplorare. Attività che alla lunga può risultare noiosa e ripetitiva, interrotta solamente dal ritrovamento di tesori o l’interazione con elementi che riguardano direttamente la trama principale, facendoci avvicinare sempre più alla rivelazione dei molti misteri che si nascondono sull’isola. Questa continua ricerca è alleggerita dalle animazioni che accompagnano il nostro peregrinare: il terreno, infatti, si crea di fronte a noi mentre avanziamo nello spazio, proprio come la mappa in alto a sinistra (ingrandibile fino al centro dello schermo) si disegna. Un effetto piacevole che enfatizza l’importanza dell’esplorazione, rendendola limitatamente più affascinante.
Come in ogni GDR, però, i combattimenti casuali, gli scontri e l’avanzamento di livello, ricoprono un ruolo importante che è giusto analizzare. I primi non sono poi così random. All’interno della mappa è sempre possibile vedere i nemici che appaiono però come delle ombre scure, dalle forme che non corrispondono alla vera natura degli avversari. Questa modalità ci permette di mantenere un alone di mistero sulla tipologia e sul numero di avversari contro cui ci batteremo. Volendo possiamo anche aggirarli, facendo sempre attenzione a non farci notare da loro, perché in tal caso saranno loro a rincorrerci. Il tutto viene rafforzato dalle implementazioni sull’IA e sul loro pattern comportamentale su cui il team FuRyu ha lavorato per questa nuova edizione di The Legend of Legacy. Il livello di sfida non è altissimo, accessibile a tutti, considerando anche come i PF della nostra squadra vengano ripristinati all’inizio di ogni scontro, permettendoci di proseguire in maniera abbastanza lineare lungo il nostro viaggio di esplorazione e scoperta.
Il sistema di combattimento è quello classico di qualsiasi GDR, con la possibilità di formare team con diverse tipologie di avventurieri. L’aspetto più interessante è quello di poter selezionare una formazione all’inizio di ogni scontro. È possibile così valorizzare le singole capacità individuali ma anche strutturare una strategia specifica contro gli avversari. Ci svincoliamo quindi dalla fissità classica del genere, in cui al massimo è possibile modificare la posizione sul campo di battaglia prima degli scontri, diventando più flessibile e, in buona parte, anche più strategica. Per enfatizzare questa fluidità degli scontri, troviamo anche un avanzamento di livello casuale, in cui a ogni level up, abilità e caratteristiche vengono aggiunte e incrementate in maniera non prestabilita. A questo si aggiunge anche la possibilità di equipaggiare a piacere delle schegge elementali, frammenti magici recuperabili durante i nostri viaggi che non solo donano nuovi poteri durante gli scontri ma ci permettono di interagire in maniera differente con il mondo circostante. Questi frammenti fungono da bussola e metal detector, indicandoci luoghi dove lo specifico elemento ha maggiore risonanza. Una volta sul luogo possiamo quindi aprire nuove strade o scoprire misteri e tesori. Torniamo così, ancora una volta, a comprendere quanto l’esplorazione e l’avventura siano alla base del titolo, un GDR puro e crudo in stile chibi.
The Legend of Legacy HD Remastered, il cui sito ne dipinge perfettamente i tratti salienti, si ripresenta come un’opera particolare, raffinata nelle sue intenzioni ma forse non molto nella sua realizzazione. Il gioco uscito originariamente su Nintendo 3DS nel 2015, torna oggi con la sua costruzione particolare. Un GDR dove vengono abbandonate le costruzioni narrative complesse e articolate per dare maggiore risalto ai personaggi con le loro caratteristiche, ai combattimenti e all’esplorazione. Quest’ultima ricopre un ruolo fondamentale, occupando la maggior parte del nostro tempo di gioco. A volte anche in maniera ripetitiva, facendoci muovere all’interno di mappe che vengono letteralmente costruite sotto i nostri piedi. Il sistema di combattimento è essenziale e ben calibrato. La possibilità di decidere una formazione iniziale gli da un leggero tocco strategico che non guasta. Purtroppo i benefici derivanti dall’aumento di livello sono casuali, una scelta che sicuramente vuole dare una sorta di maggiore naturalezza all’avventura ma spesso infastidisce. In conclusione, giocare a The Legend of Legacy vuol dire provare un’esperienza di gioco sicuramente interessante ma di certo non stupefacente. Tutti gli appassionati di GDR, seppur aperti alle innovazioni e alle aggiunte originali, potrebbero non prendere nel modo giusto le numerose eliminazioni che FuRyu ha posto in essere in questa particolare avventura nella terra di Avalon.