La presentazione di Elden Ring Shadow of the Erdtree ha saputo monopolizzare l’attenzione del medium videoludico. Era prevedibile, certo, ma contestualizzando il tutto al periodo corrente, simil successo assume un sapore buonissimo e allo stesso tempo straripante. Del resto, e lo abbiamo visto già con le prime produzioni di rilievo (e non solo), questa prima fase del nuovo anno ha già saputo sganciare delle vere e proprie bombe, che però in qualche modo, in quei tre minuti circa della durata del trailer, sembrano avere assunto una forma eterea. Shadow of the Erdtree, per quanto buona parte di quei contenuti che sembravano destinati a trovare capolino nel gigantesco DLC annunciato da FromSoftware, e in arrivo il prossimo 21 giugno, si è presentato al grande pubblico con una violenza e una potenza autoriale lapalissiana, quasi “fastidiosa” nella sua perfetta forma e lo si avverte con forza, lo si percepisce in ogni singolo frame, in maniera chiare e inequivocabile. Miyazaki ha dimostrato, e nel mentre ha anche confermato alcune teorie dei giocatori, di sapere sempre cosa vuole e come realizzarlo, diventando così il simbolo di chi riesce sempre e comunque a plasmare i propri desideri.
Elden Ring Shadow of the Erdtree sarà qualcosa di enorme, smisurato e soprattutto pare voglia essere qualcosa di fuori di testa dal punto di vista della narrazione e della lore. Il primo (e crediamo nemmeno l’ultimo per alcuni motivi che proveremo a spiegarvi dopo) add-on maggiore dedicato al monumentale souls-like nato dalla collaborazione con George R.R. Martin si è denudato dinanzi al mondo, ha schiuso il suo guscio imperfetto, così come il gentil Miquella è venuto al mondo in tutta la sua fragile bellezza, ponendo le basi su un’esperienza sensoriale che sembra destinata a riscrivere gli standard del genere.
Elden Ring Shadow of the Erdtree: un viaggio di sola andata all’inferno
Il trailer mostrato, ma soprattutto le parole successivamente espresse da Miyazaki in persona, hanno confermato qualcosa di, per certi versi, leggermente inaspettato: il DLC non farà compiere ai giocatori viaggi temporali. Anzi. Miyazaki ci ha tenuto a sottolinearlo, a fugare ogni dubbi in merito a una questione che aveva delle ottime basi a supporto di una tesi per nulla campata in aria. Le “Terre dell’ombra” sono, invece, una porzione diversa, una sorta di luogo inesplorato dell’Interregno, mappa del gioco base, ma i più audaci continuano a ipotizzare che ci potrebbe essere qualcosa di più, magari giocando sul fenomeno delle realtà parallele e delle dimensioni alternative, un tema sempre più caro nel medium videoludico negli ultimi anni.
Quello che è chiaro come il sole o, per meglio dire, chiaro come i raggi dorati dell’Albero di Miquella, è che la nuova mappa, stando a fonti assolutamente affidabili e per certi versi ufficiali, sembra essere destinata a essere gigantesca, esagerata, enorme ed estesa in maniera verticale come mai prima d’ora. Del resto, il colpo d’occhio iniziale riesce tanto a far traspirare quella sorta di continuità stilistica quanto la voglia di far comprendere subito che le cose da scoprire e da vedere sembrano essere potenzialmente tante e tutte ugualmente affascinanti. Del resto, le Terre dell’ombra sono una location, per bocca sia di Miyazaki stesso sia del “narratore” misterioso, importantissima, un luogo oscuro e allo stesso tempo magnifico, quasi celestiale, in cui la stessa Regina Marika, “L’eterna” sembra aver compiuto la propria ascesa divina, in tempi diversi, ma con le conseguenze che tutti noi conosciamo.
Il viaggio nella nuova mappa, però, così come già si vociferava sin dai tempi dell’uscita del gioco base, è legato più che altro all’empireo Miquella, una figura misteriosa, affascinante e allo stesso tempo ridondante nell’universo di Elden Ring, su cui, prima o poi, sembrava inevitabile iniziare a far luce. Il Bozzolo dell’Empireo, dunque, luogo nascosto in cui il semidio Mogh aveva catturato e imprigionato proprio Miquella, con la speranza macabra di dar vita insieme a lui a una nuova stirpe di divinità ineluttabili, è l’inevitabile starting point, il punto d’accesso a questo “nuovo mondo”, un mondo irto di pericoli e spaventoso come la notte più oscura, ma irradiato dai coloratissimi pigmenti dorati e aurei dello stesso Miquella o, almeno, così dovrebbe essere.
Elden Ring Shadow of the Erdtree: Miquella e Messmer, due volti ma un’unica entità?
La figura di Miquella è assolutamente centrale all’interno della produzione, ma probabilmente in modi forse diversi da quelli che qualcuno poteva immaginarsi. Il semidio più lucente e allo stesso tempo fragile sembra essere destinato a prendere un po’ il posto di Melina in questo DLC e, almeno per quanto abbiamo compreso finora, non dovrebbe, come sua sorella Malenia, attentare alla vita del Senzaluce. Si spera. Le congetture sul ruolo di Miquella in questo DLC (ma non solo) sembrano tante e tutte sembrano aver una buona base di partenza su cui poggiare i propri fondamenti narrativi e tematici. In Shadow of the Erdtree, del resto, il giocatore è chiamato a ripercorrere e a cercare di comprendere le motivazioni che hanno condotto un essere tanto fragile in un luogo oscuro e minaccioso come quello delle Terre dell’ombra, così come Marika, sua madre fece prima di lui.
La teoria più gettonata è che Miquella volesse provare a emulare i passi della madre, con cui potrebbe condividere non solo il lignaggio e l’aspetto esteriore, nonché buona parte dei poteri, ma anche qualcosa di più oscuro e intimo. Del resto, proprio a tal proposito, le congetture iniziano a diventare insistenti soprattutto a causa della presenza di Messmer, quello che a tutti gli effetti è quella sorta di antagonista principale della storia. Messmer sembra avere, in maniera fin troppo inequivocabile, tanti, troppi punti in comune con le famiglie “reali”, e possiede diversi tratti tanto di Radagon quanto di altri importanti figuri della cerchia celestiale dell’Interregno. Alcuni sostengono che “L’impalatore”, nome con cui è conosciuto lo scarlatto guerriero circondato da fiamme arcane e serpenti, potrebbe essere lo stesso Miquella, magari con quella stessa duplice natura che contraddistingue Marika e Radagon. Miquella, però, potrebbe anche essere “semplicemente” a caccia dello stesso Messmer, che potrebbe anche essere, in realtà, un altro fratello da unire a Malenia e, probabilmente, Melina, con cui condivide anche le iniziale del nome. Il mistero, comunque, sembra non trovare facili soluzioni, anche perché le Terre dell’ombra sembrano destinate a nascondere una quantità di pericoli e di verità ingombranti a dir poco smisurati.
Elden Ring Shadow of the Erdtree: un mondo in frantumi che vuole ricomporsi, pezzo dopo pezzo
Come da tradizione per i DLC targati FromSoftware, infatti, Elden Ring Shadow of the Erdtree sembra voler seguire la linea tracciata con i precedenti lavori della compagnia nipponica, soprattutto in termini di livello di sfida e dei pericoli che, verosimilmente, il giocatore si ritroverà sulla strada con il passare delle ore e addentrandosi sempre di più nelle minacciose terre dell’ombra. Il trailer mostrato, a parte il già citato Messmer che sembra essere destinato a rappresentare il boss finale dell’espansione, ha lasciato intendere, cosa poi confermata dallo stesso Miyazaki, che di nuovi e spietati boss da affrontare nel DLC ce ne saranno un bel po’, alcuni dei quali si sono già mostrati in tutto il loro oscuro e, perché no, profano fascino.
La carrellata fatta durante i tre minuti della presentazione è ricca e offre diversi spunti, sia in termini di varietà sia dal punto di vista della quantità e dell’identità dei nuovi nemici. Shadow of the Erdtree, in tal senso, sembra essere un po’ l’equivalente di quello che rappresentò The Ringed City per Dark Souls III, ossia una sorta di concentrazione di tanti elementi già visti nel gioco base che sembrano essersi “ritrovati” nella nuova mappa, in una fusione di fattori che sembrano proprio attingere da diverse ispirazioni del mondo conosciuto per provare a creare qualcosa di nuovo e di “originale”, plasmate apposta per la nuova mappa. Ed è così che il nostro d’occhio è caduto velocemente sul boss “leonino” che sembra un mix di tantissime influenze, oltre a essere spaventosamente minaccioso coi suoi attacchi e con quel suo famelico modo di cercare di distruggere il malcapitato di turno. Questa creatura, molto ambigua in realtà, è soltanto uno dei diversi pericoli che sono destinati a fare incetta di morti tra i giocatori del DLC di Elden Ring.
Le terre dell’ombra sono infatti ricolme di pericoli e di boss spietati, tra cui spicca il gigante infuocato che sembra essere fortemente ispirato all’uomo di Vimini, già visto nel manga Berserk e, in generale, elemento culturalmente molto ispirato e con profonde radici tematiche. Questa creatura è soltanto uno dei tanti nuovi boss che troveremo sul nostro cammino, che secondo Miyazaki saranno addirittura una decina, a testimonianza ulteriore di quanto Shadow of the Erdtree sarà esteso, tanto a livello narrativo e tematico quanto sul piano ludico e delle sfide da superare. A tal proposito, Miyazaki ha anche fatto capire chiaramente che il livello di sfida del DLC, come già accaduto in passato con altri lavori simili, sarà molto elevato. Il boss dí FromSoftware ha usato Malenia, uno dei boss più temuti di Elden Ring, come metro di paragone, affermando che la difficoltà dei nuovi boss sarà più o meno in linea con quella della spietata Lama di Miquella.
Nuovi nemici, nuove armi (e non solo)
A questo punto siete preoccupati pensando a ciò che vi aspetta? Non dovete. Nuovi boss e nuove ambientazioni coincidono con l’arrivo di nuove armi e nuovi strumenti di morte, che ancora una volta sembrano affrontare le radici in un mare di ricchezza, sia a livello pratico ed estetico sia e soprattutto sotto il profilo dell’ispirazione narrativa. Durante il trailer abbiamo infatti assistito a numerosi scontri, in cui è evidente l’arrivo di tantissime nuove armi, nuove hitbox e anche tanti nuovi spell, che potrebbero essere giustamente legati all’oscura e martoriata landa che fa da teatro agli scontri. Il trailer ha evidenziato l’arrivo di armi più tradizionali come la balestra, ma ha anche lasciato spazio all’arrivo di strumenti di morte molto più originali e audaci. In primis, abbiamo notato la presenza di uno Scudo da Duello, un oggetto molto in voga durante il medioevo e che sembra essere stato concepito per fare da ispirazione a una delle nuove armi più interessanti, in arrivo con il DLC.
La cosa che ci ha più colpito sul piano ludico e del combat system, però, è stata vedere il Senzaluce combattere, praticamente, a pugni. In una precisa sezione del trailer si vede chiaramente il guerriero example stava combattendo proprio come se fosse una sorta di maestro delle arti marziali, cosa che ha fatto intendere che potrebbero arrivare delle importanti novità sul fronte del combat system del gioco. L’ipotesi più probabile, onestamente, è quella che potrebbe trattarsi, più che altro, di un’arma speciale che simula in qualche modo il combattimento corpo a corpo, ma chi siamo noi per non sperare che possa in realtà trattarsi di una clamorosa evoluzione della specie? L’esplorazione e la navigazione della mappa di gioco sembra essere in continuità con il gioco base, ma sembra comunque ricca di punti molto interessanti. Le terre delle ombre sembrano essere ricche di dungeon, nuovi punti nascosti e tantissimi segreti e, ancora una volta, sembra che il modo migliore per circumnavigare il gigantesco mondo di gioco, che potrebbe avere e anche superare le dimensioni dell’intera mappa di Sepolcride, è quello di affidarsi al fedele Torrente, che nel trailer sembra sfrecciare con la solita fierezza che lo contraddistingue.
Insomma: Shadow of the Erdtree sembra veramente destinato a fare grandi cose. Il primo DLC maggiore (o espansione) di Elden Ring è vasto, ricco di ispirazione tematica e di segreti, e noi non vediamo l’ora di poterci mettere le mani sopra, magari evitando di farci bruciare dalla fiamma oscura di Messmer.