Witchfire Recensione | La recensione di oggi è particolare: si tratta, infatti, di un gioco insolito e che ci ha lasciato felicemente sorpresi. La cosa ancora più sorprendente è che, nonostante l’elevata qualità visiva del gioco, il team dei The Astronaut, lo stesso dietro al capolavoro di The Vanishing of Ethan Carter, è composto da sole 12 persone.
Spara, Schiva, Ricarica
Witchfire è, di per sé, identificabile come un roguelike FPS. Tutte le meccaniche sono presenti, dalla “ripetitività ” dei vari tentativi a tutte le meccaniche classiche degli FPS come sparare, mirare e ricaricare. I momenti di gioco si dividono in due sezioni: quelle nel Monastero, la base del giocatore, e quelle sul Campo, nel quale si ritrovano gli elementi più roguelike del titolo.
Il gioco è ambientato in varie aree, tutte con un boss finale da battere per poter accedere all’area successiva. All’interno della mappa sono, inoltre, presenti degli accampamenti randomizzati di avversari con varie difficoltà , alla fine dei quali è possibile ottenere un potenziamento Arcana.
Gli Arcana sono potenziamenti temporanei che durano fino alla morte o fino alla volontaria estrazione dalla mappa di gioco attraverso uno dei rari portali sparsi per l’isola. Questi potenziamenti sono divisi in 3 macro-categorie: Armi da fuoco, Incantesimi e Altro.
I primi vanno ad influenzare vari parametri delle armi da fuoco come velocità di ricarica, probabilità di danno critico o effetti speciali legati all’arma. La seconda categoria influenza gli incantesimi, i quali possono essere leggeri o pesanti, andando a modificare il tempo di ricarica, la durata dell’effetto o la potenza dello stesso. L’ultima categoria va a raccogliere tutto ciò che non rientra nelle due categorie precedenti, toccando elementi come la vita massima, la resistenza dei nemici, la velocità di recupero della stamina e tanto altro.
Per quanto riguarda la parte nel “monastero”, ovvero il campo base del “Preyer“, nome con cui è chiamato il protagonista, la faccenda si fa più complicata ma, allo stesso tempo, più lineare. Sarà , infatti, possibile investire il Witchfire, la valuta di gioco ottenibile uccidendo i nemici, per ottenere nuovi oggetti o potenziamenti. All’interno dell’hub sono presenti una stazione per la creazione delle pozioni necessarie al recupero della vita, una stazione di scambio degli equipaggiamenti, necessaria a cambiare il proprio equipaggiamento e potenziarlo, e lo specchio delle ricerche, il quale permette di “studiare” vari elementi e scoprirne di nuovi.
Lo specchio delle ricerche permette anche di ottenere equipaggiamenti unici come armi da fuoco, incantesimi, vari ninnoli e i “Mysterium Incantation“, necessari per potenziare il proprio equipaggiamento.
Un’altra cosa fondamentale per cui è possibile spendere Witchfire sono le statistiche, le quali influenzano in maniera diretta le caratteristiche del protagonista come il recupero della stamina, la velocità di schivata, la velocità di recupero degli incantesimi e i punti vita massimi.
Facendo un passo indietro e tornando agli equipaggiamenti, il nostro giocatore potrà portarsi dietro un massimo di 3 armi da fuoco, due normali e una demoniaca, 2 incantesimi, uno leggero e uno pesante, una reliquia, un feticcio e un anello, i quali vanno ad aggiungere effetti secondari alle proprie armi e ai propri attacchi.
Ognuno di questi pezzi ha delle “missioni“, come ad esempio può essere uccidere un determinato numero di nemici con una determinata arma o incantesimo, al completamento della quale è possibile, grazie all’ausilio del suddetto Mysterium Incantation, potenziare l’oggetto in questione. Il potenziamento va ad aggiungere effetti nuovi e variegati all’equipaggiamento, per rendere il gioco più accattivante.
Quando la follia si presenta, corrigli incontro…
Un’altra meccanica interessante e unica di Witchfire è la follia. Essa si presenta in momenti randomici del gameplay, solitamente dopo che un certo numero di accampamenti sono stati abbattuti, e si mostra come un barra intorno alla minimappa che lentamente va a riempirsi. Ci sono due modi per affrontare questa meccanica, il primo è aspettando che la barra si completi e che arrivi un’orda di avversari, dopo averli abbattuti tutti sarà possibile riprendere il normale corso del gioco fino al prossimo attacco di follia.
Il secondo metodo, e secondo me quello più efficace, è correre verso il centro della follia, la quale si presenta come un tornado con dei teschi demoniaci che ruotano intorno ad esso. Distruggendo questi ultimi attraverso dei colpi ben piazzati o incantesimi lanciati al momento giusto, sarà possibile fermare la follia, oltre che ottenere una lauta ricompensa e una via di fuga verso casa.
…ma se vedi il Guardiano delle Anime, girati e scappa
Uno dei vari nemici peculiari di questo gioco è il Warden, uno spettro che vaga senza meta illuminando ciò che lo circonda con la sua lanterna. Nel caso la sua luce ti dovesse illuminare, sarà necessario affrontare un’orda di avversari molto potenti. Dopo averli sconfitti, sfortunatamente, non sarà possibile ottenere nessuna ricompensa particolare oltre il solito witchfire, e il guardiano riprenderà poco dopo il suo percorso. L’unico modo per eliminare questa minaccia è riuscire, tra tutti gli altri nemici, ad uccidere anche il Guardiano in persona, il quale presenta un’alta riserva di punti salute.
Non è sempre Fuoco Stregato ciò che luccica
Dopo aver passato in rassegna tutte le particolarità dell’opera, è necessario parlare anche dei lati negativi che l’attanagliano. Il gioco infatti mostra una ripetitività che può facilmente stancare, soprattutto data la difficoltà degli avversari, e la necessità di ripetere la stessa zona per svariate ore prima di poter ottenere un equipaggiamento abbastanza forte da poter sconfiggere il Primo Famiglio della Strega, nome del boss della prima mappa di gioco.
Sarà infatti necessario molto tempo per poter ricercare oggetti adeguati, completare le loro rispettive missioni e ricercare i Mysterium Incantation necessari a portarli al livello massimo, e questo è necessario per un minimo di 7 oggetti. Solo dopo aver fatto tutto ciò sarà possibile, per una persona normale e non fanatica del genere, affrontare il primo boss con un minimo di possibilità di successo, e anche così sarà necessario prima sconfiggere tutti i nemici della mappa, in quanto altrimenti non si avranno abbastanza Arcana per ottenere un vantaggio netto.
Un’altra problematica che ho riscontrato giocando al titolo è la difficoltà ad interpretare la minimappa, la quale mostra solo la presenza dei mostri nelle vicinanze e di alcuni punti di interesse. La mancanza di topologia porta il giocatore a dover spesso aprire la mappa, andando così ad interrompere il flusso di gameplay e spezzando l’immersione.
Ultima delle grandi problematiche presenti è la scarnezza del tutorial, il quale va infatti a spiegare le basi di gioco, come i movimenti e le azioni fondamentali, senza però approfondire a dovere le peculiarità che differenziano Witchfire dagli altri shooter roguelike esistenti. Personalmente mi sono trovato leggermente spaesato, una volta finito il tutorial, a dover capire da solo il funzionamento delle varie “strutture” nella base e come accedere alle mappe di gioco.
Detto questo è però ovvio come, con un po’ di intuitività e di esperienza di gioco in generale, è possibile arginare questo problema andando a tastoni. Un’altra meccanica che non viene ben spiegata è quella della follia, la quale ha invece bisogno di un paio di tentativi nell’affrontarla prima di capire come agire al meglio in quella determinata situazione.
Alla fine della fiera, Witchfire si mostra come un gioco eccellente, pieno di meccaniche nuove e innovative ma che avrebbe bisogno di una levigata lungo i bordi. Le meccaniche roguelike fondamentali sono presenti e solide mentre le dinamiche FPS aumentano il valore del prodotto fino a creare un qualcosa di unico e non categorizzabile.Â
Se avete trovato questa recensione interessante, vi propongo anche quella di The Talos Principle 2, reperibile sulla nostra Homepage.
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