Alan Wake II Recensione: ritorno nel buio

- Versione PS5 -

Alan Wake II Recensione | Il viaggio di Alan attraverso la notte proseguirà. Così, tredici anni fa, si chiudeva il primo capitolo della cupa avventura di Alan Wake. In questi tredici anni, i ragazzi di Remedy Entertainment non sono certo rimasti con le mani in mano, portando la loro voglia di sperimentazione a livelli sempre più alti, prima con Quantum Break nel lontano 2016 e poi con Control nel 2019 (se foste interessati ai loro lavori vi rimandiamo al sito ufficiale). Con Alan Wake II, la software house finlandese si è superata, regalandoci un titolo che riesce a catturarti fin da subito, trascinandoti nelle sue gelide acque oscure.

Alan Wake

Ritorno a Bright Falls 

Nonostante i tanti anni trascorsi, anche le vicende di Alan Wake II ruotano attorno a Bright Falls, la classica cittadina americana circondata da rigogliosi (e pericolosi) boschi e piena di attrazioni naturali come, prima fra tutti, Cauldron Lake, il misterioso lago delle sparizioni. Questa volta, però, non vestiremo fin da subito i panni dello scrittore maledetto ma, bensì, della nuova protagonista della serie, Saga Anderson, un’agente dell’FBI che viene inviata a Bright Falls, insieme al suo collega Alex Casey, per indagare su di una serie di omicidi perpetrati da una setta locale.

Fin dai primi istanti di gioco possiamo notare una sostanziale differenza dal predecessore: abbiamo a disposizione una mappa dell’intera area di gioco e sarà possibile esplorarla liberamente a nostro rischio e pericolo. Non ci troveremo, quindi, in una sorta di corridoio in cui dovremo procedere dal punto A al punto B ma ci verranno dati degli obiettivi da completare per poter procedere con la trama.

Non dimentichiamoci che Alan Wake II fa dell’elemento survival uno dei suoi punti di forza e avere delle mappe che agevolano l’esplorazione è sicuramente un valore aggiunto. Sarà, inoltre, fondamentale addentrarsi nell’area di gioco in modo da trovare quante più risorse possibile per affrontare le sfide che ci attendono. Tutte le aree di gioco, infine, sono state ampliate enormemente così da regalarci molta più libertà d’azione e un più ampio respiro negli avvenimenti raccontati.

Alan Wake

Quando guardi a lungo nell’abisso…

Uno dei punti forti del nuovo titolo di Remedy sta proprio nella gestione dei due protagonisti della storia, Alan Wake e Saga Anderson. La nostra nuova eroina dovrà muoversi in un ambiente ostile ed oscuro, popolato da personaggi che sembrano usciti dalla penna di qualche scrittore pazzo. Durante le sue indagini, Saga raccoglierà numerosi indizi che dovranno essere studiati per poter giungere alla soluzione. Per fare ciò, il titolo ci mette a disposizione il Palazzo Mentale di Saga che altro non è che uno stato di profonda concentrazione nel quale la detective potrà studiare tutti i dati raccolti.

Questo posto mistico fungerà da punto di raccolta non solo per gli indizi del caso ma anche per i numerosi collezionabili che incontreremo durante il nostro viaggio. Il titolo, infatti, è disseminato di oggetti da scovare nelle varie aree di gioco e, mentre alcuni andranno solo ad approfondire i personaggi e le ambientazioni, altri ci forniranno dei bonus. Troveremo, per esempio, delle casse di scorte che potremo aprire solo dopo aver risolto un determinato enigma o delle filastrocche che, una volta risolte, ci doneranno dei ciondoli dotati di abilità passive.

L’esplorazione, però, non sarà priva di ostacoli: durante il nostro girovagare per i boschi potremo imbatterci nei Posseduti, essere umani entrati in contatto con l’oscurità del luogo e divenuti estremamente violenti a causa sua. Nel combat system possiamo trovare tutta la natura survival del titolo: le creature, particolarmente ardue da sconfiggere, richiederanno spesso un dispendio oneroso in fatto di risorse. Fondamentale, quindi, sarà gestire gli scontri e lo spreco di munizioni per non rischiare di ritrovarci a secco in situazioni ben più pericolose.

Alan Wake

…l’abisso ti guarda dentro

Se con Saga ci muoviamo in un ambiente reale, con Alan Wake la storia cambia. Il nostro scrittore è imprigionato nel Luogo Buio da tredici lunghi anni e, in tutto questo periodo, non ha fatto altro che cercare di fuggire, entrando in un loop che non si riesce a spezzare. Le ambientazioni in cui si muove sono tutte riconducibili alla New York del mondo reale immersa in una sorta di notte perenne. Le strade sono buie e silenziose, fatta eccezione per le ombre che si muovono al suo interno, tetre compagne del nostro scrittore.

L’arduo compito di Alan sarà quello di riuscire a scrivere una storia che preveda la sua fuga dal Luogo Buio: comprendere il luogo in cui si trova non è affatto facile e dovremo farci strada non solo tra le ombre nemiche ma anche tra le illusioni e le paranoie dello stesso Alan, alimentate dall’oscurità imperante. Le fasi durante le quali ci troveremo ad impersonare il nostro scrittore sono sicuramente quelle con la resa migliore, anche grazie ad ambientazioni terrificanti e claustrofobiche che metteranno a dura prova i vostri nervi.

Oltre ciò, potremo vivere delle scene in live action veramente magistrali che ci faranno addentrare ancora di più nella follia di Alan Wake. Se da un lato questi livelli sono quelli con la resa migliore in fatto di regia e ambientazione, dall’altro sono anche i più ostici in fatto di comprensione degli eventi e richiedono tutta l’attenzione che del giocatore per non rischiare di perdersi dei pezzi fondamentali per la trama.

Alan Wake

 

Quando il cinema incontra il videogioco

Sicuramente il titolo non è perfetto. Le fasi di shooting sono macchinose e confusionarie e i personaggi si muovono con una legnosità che va ad inficiare i momenti più concitati del gioco. Sono presenti anche problemi tecnici che rovinano l’esperienza di gioco come bug e glitch, senza contare i crash di sistema che costringono il riavvio dell’applicazione. D’altro canto, gli elementi che rendono Alan Wake II un titolo memorabile sono la scrittura di altissimo livello e le ambientazioni di gioco che aiutano al massimo l’immedesimazione.

Bright Falls e Watery (altra cittadina esplorabile nel gioco) sono rese magnificamente e caratterizzate da elementi e zone specifiche. Dal luna park abbandonato alla casa di cura, tutte le location di gioco ci trasmettono il senso di decadenza e miseria nelle quali vivono i relativi abitanti. Il Luogo Buio, in particolare, è un vero gioiello: una New York tetra, buia e sporca, immersa in una notte perenne e costellata da una decadenza che rimanda continuamente al subconscio di Alan sotto forma di graffiti sparsi ovunque.

La scrittura, poi, è qualcosa di magistrale. La storia scivola via con una maestria degna delle migliori pellicole del cinema thriller, soprattutto grazie ai potenti colpi di scena e ai rimandi ad eventi passati degli altri titoli di Remedy. Le sezioni in live action durante i livelli di Alan, infine, rappresentano il punto di contatto tra cinema e videogioco: le due forme d’arte si mescolano con un’armonia difficilmente ritrovabile.

Con tutte queste premesse, non ci stupiamo della nomination ricevuta dai The Game Awards che farà concorrere Alan Wake II per il titolo di gioco dell’anno.

Alan Wake

Alan Wake II si presenta come l’opera magna dei ragazzi di Remedy e, anche se il titolo risulta sporco sotto il lato tecnico e con qualche imprecisione di gameplay, ha sicuramente fatto centro per quanto concerne ambientazione e scrittura. Saga Anderson risulta un personaggio magistralmente scritto e caratterizzato e svolge il suo ruolo di protagonista in maniera egregia. Anche Alan Wake, nonostante il tempo passato, risulta in forma smagliante e ci permette di vivere un thriller come poche volte ci è capitato. Un titolo sicuramente da provare e da vivere, a patto di non aver paura del buio.  

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