Psicologia e videogiochi a Milano

Nella giornata di ieri 30 Novembre, si è tenuto a Milano un convegno di Psicologia e Videogiochi organizzato dalla OPL, ovvero l’Ordine degli Psicologi della Lombardia, in cui si è analizzata la relazione tra il medium videoludico ed eventuali problematiche psicologiche. L’evento ha offerto alla platea mista di giornalisti e psicologi un desk di altissimo livello, con il mercato videoludico rappresentato da Thalita Malagò, Segretario Nazionale di AESVI (Associazione Editori di Software Videoludico Italiano) ed una importante rappresentanza professionale per quello che concerne gli psicologi; oltre al Vice Presidente Mazzucchelli, presenti Matteo Lancini, Psicologo/Psicoterapeuta e docente presso l’Università degli Studi Bicocca di Milano, Stefano Paolillo, Psicologo dell’audiovisivo e Giuseppe Riva, Psicologo e docente di Psicologia della comunicazione presso l’Università Cattolica di Milano. La mattinata è iniziata con l’analisi del mercato videoludico, che comunque in Italia vale 893,3 milioni di euro e sono 29,3 milioni le persone che videogiocano, suddivise (51% e 49%) tra videogiocatori e videogiocatrici. La fascia d’età invece è molto variegata, con un dato su tutti che evidenzia una crescita in termini assoluti dei videogiocatori. Interessantissimi anche i numeri relativi all’utilizzo dei videogiochi in famiglia, con quasi la metà dei genitori disposti a videogiocare con i propri figli. Da notare che oltre la metà delle famiglie pensano che il videogame possa trasformarsi in un ottimo strumento per trascorrere il tempo, con il 60% di queste che ritiene che i videogiochi risultino un ottimo mezzo, anche dal punto di vista psicologico, per sviluppare competenze. Ma cosa ne pensano, appunto, gli psicologi? Esistono rischi reali legati tra psicologia e utilizzo dei videogiochi? La risposta comune è suggerita da un classico esempio: il bisturi è uno strumento che il chirurgo utilizza per salvare la vita, ma lo stesso strumento può avere effetti negativi se impugnato da un malintenzionato.

Il convegno Psicologia e Videogiochi a Milano

Da sempre infatti il gioco in senso assoluto è presente nella fase di crescita di ogni singola persona, in età prescolare, o comunque infantile, tramite mattoncini o bambole si imparano le regole della comunicazione, più avanti l’uso ponderato dei videogiochi ha lo stesso effetto ma più approfondito e personale, calando il videogiocatore nei panni del protagonista attivo. Luca Mazzucchelli, Vice Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia, durante il convegno sulla psicologia in questione ha dichiarato:

I videogiochi sono qui per rimanere e dunque vanno compresi. A fronte di questo è necessario lavorare al meglio per rileggere questo fenomeno anche sotto il profilo psicologico.

Il videogioco secondo gli psicologi ha una grande potenzialità che va ottimizzata. L’utilizzo sconsiderato può avere effetti negativi anche devastanti, va quindi conosciuto e come per tutte le cose serve il buon senso. L’approccio al videogioco va quindi ponderato, per evitarne l’abuso. Molto positivi gli effetti dei videogiochi che, joypad alla mano, emergono per tantissimi motivi. Molti videogiochi, richiedono un grande acume strategico per superare determinati passaggi, oppure stimolano il soggetto a provare e riprovare determinate azioni, fino a trovare la corretta soluzione al puzzle, attività che in maniera parallela possono essere tranquillamente traslate anche sul mondo del lavoro o in famiglia. Tutto questo secondo gli psicologi è molto positivo ed attiva una parte di cervello che farà in qualche modo tesoro dell’esperienza acquisita.

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