Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile Recensione | Con l’uscita di Gran Turismo 7, gli appassionati dello storico titolo di Polyphony Digital di tutto il mondo hanno potuto assaporare il brivido della velocità con un gioco solido, tecnicamente ottimo e soprattutto molto divertente.
D’altro canto, quando poco dopo l’uscita del simulatore è stato annunciato che il progetto di un Gran Turismo Movie sarebbe stato realizzato, nella nostra mente sono ritornate in testa le notizie del fallimento del precedente tentativo, cancellato nel 2018. Perciò, dopo che a maggio è stato pubblicato il primo trailer della pellicola dedicata a GT, siamo rimasti incuriositi ma allo stesso tempo scettici sull’effettiva riuscita del film. Dopo la visione, il lavoro del regista Neill Blomkamp ci avrà fatto ricredere? Scopriamolo insieme.
La (più o meno) vera storia di Jann Mardenborough
Il film tratta delle vicende che hanno visto Jann Mardenborough, sim-racer di Gran Turismo, vincere un posto alla GT Academy e diventare un vero pilota. La definizione di film biografico però, non è del tutto corretta, dato che molti elementi sono stati rielaborati in favore di una narrazione più appassionante.
Partendo dalla trama, essa è piuttosto avvincente, anche se il ritmo è talvolta troppo affrettato. Il percorso di transizione tra l’essere un pilota virtuale e reale non è ben affrontato, e la trasformazione sembra sin troppo facile. Viene data più importanza al mantenimento del posto nell’accademy rispetto che all’apprendimento e al miglioramento al volante del protagonista, che si ritrova quasi inspiegabilmente catapultato in un campionato europeo di altissimo livello.
Inoltre, le relazioni interpersonali di Jann non sono ben approfondite. Se il rapporto con i genitori occupa una buona percentuale della prima parte della pellicola, non appena il sim-racer si metterà al volante della sua Nissan GTR la sua famiglia scomparirà , e con essa tutto l’arco narrativo che la riguarda, salvo tornare brevemente nel finale. In egual maniera, la storia d’amore del protagonista ricopre un ruolo marginale nel film, ed è priva di mordente dato che non viene mai messa alla prova, anche per il basso minutaggio.
Leggermente più interessante è il rapporto del neo-pilota con l’ingegnere capo Jack Salter interpretato da un ottimo David Harbour, anche se il suo personaggio non si discosta molto dalla solita macchietta del vecchio mentore talentuoso che non è riuscito a sfondare, e che trova redenzione nella riuscita del suo protetto.
Un film di corse, non per appassionati di corse
Parliamoci chiaro, e veniamo subito al punto dolente della pellicola: essa non è pensata per gli appassionati di corse, bensì per il grande pubblico. Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile è infatti tutt’altro che una rappresentazione fedele del mondo delle gare automobilistiche. Nel film sono presenti a più riprese comportamenti sconcertanti e totalmente irrealistici della direzione gara, che assegna misere bandiere gialle dopo incidenti quasi fatali e non penalizza palesi tentativi di omicidio stradale. Inoltre, la gestione dei distacchi tra le auto è quantomeno folle, con gap di oltre cinque secondi recuperati in un paio di giri e posizioni conquistate con estrema rapidità .
Infine, la partecipazione di Jann e dei suoi compari dell’accademia alla 24 ore di Le Mans è piuttosto decontestualizzata e raffazzonata, per non dire totalmente inverosimile. Seppur la decisione di romanticizzare oltremodo il mondo delle gare automobilistiche sia comprensibile, siamo sicuri che essa farà storcere il naso di ogni spettatore che abbia la sfortuna di capire qualcosa del mondo del motorsport.
Telai scintillanti e rombo dei motori
Seppur presenti gravi lacune dal punto di vista della coerenza narrativa, il lato tecnico della pellicola è più che convincente. È evidente sia stata messa un enorme cura sia nella computer grafica, anche se essa talvolta potrebbe risultare un po’ stucchevole, che soprattutto nel sonoro del film. Le musiche sono avvincenti e coerenti con quanto mostrato su schermo, e gli effetti sonori sono emozionanti.
Il rombo dei motori delle supercar è da pelle d’oca, e farà venire subito voglia di salire in auto e fare qualche giro in pista persino al più pigro degli spettatori. Altrettanto godibili sono gli effetti volti a simulare l’interfaccia del gioco che non faranno mai perdere la sensazione d’immersività allo spettatore.
In conclusione, riteniamo che Gran Turismo – La storia di un sogno impossibile sia un film godibile ma non imperdibile, che ha sacrificato la coerenza al mondo dei motori per risultare appetibile ad una più ampia fetta di pubblico. Noi di VMAG non siamo pienamente rimasti soddisfatti dalla pellicola, ma essa, forte di un lato tecnico all’avanguardia, può sicuramente piacere allo spettatore medio.
Infine, se volete rimanere aggiornati sul mondo dei film e dei videogiochi, vi rimandiamo alla nostra sezione notizie.
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