Spider-Man Across the Spiderverse Recensione| Dopo l’apprezzato e innovativo Spider-Man Into the Spider-Verse, uscito nel 2018, le aspettative dei fan dell’uomo ragno erano alle stelle, e il secondo capitolo della trilogia di Miles Morales e di Spider-Gwen è uscito col duro compito di soddisfarle. Ci sarà riuscito? Vediamolo insieme.
Miles Morales torna per un’epica avventura che porterà il nostro eroe di Brooklyn attraverso il multiverso per unire le forze con Gwen Stacy e una nuova squadra di supereroi.
Il riscatto di Miles Morales
Spider-Man: Across the Spider-Verse è ambientato solo un anno dopo le vicende del predecessore. In questo periodo, Miles Morales ha svolto il ruolo di unico Spider-Man del suo universo, imparando e migliorandosi a suon di calci, pugni e dondolate. Dopo il ritorno dei suoi compagni di avventura nei rispettivi universi però, qualcosa si è rotto in lui, e il desiderio di rivedere le altre Spider-Persone, soprattutto Gwen Stacy, è sempre più forte.
È proprio il personaggio di Spider-Gwen uno dei più riusciti e approfonditi. Nelle prime battute del lungometraggio è, infatti, possibile vedere un approfondimento della sua storia. Proprio la super eroina, al termine di un combattimento con l’ennesimo villain sfuggito al suo universo d’origine, si trova costretta rivelare l’identità al padre, e data la sua ostilità verso Spider-Gwen la porterà a una scelta sofferta: decide di unirsi a una squadra di Spider-Persone impegnate a tenere saldo l’equilibrio del multiverso, assicurandosi che nessuno si intrufoli in pianeti diversi dal proprio.
Una storia interessante e non banale
Seppur la tematica del multiverso sia più che inflazionata da qualche anno a questa parte, il film riesce nel duro compito di non essere scontato e prevedibile. Le avventure di Miles, impegnato a sconfiggere La Macchia, un supercattivo che si lega (in maniera un po’ forzata) con le vicende del primo film, sono ricche di complessità narrativa che, però, non rende la visione difficile da comprendere, dando anzi la sensazione di poter essere stupiti a ogni scena.
Uno dei pochissimi punti dolenti del film è forse proprio il supercattivo, che come accennato prima può risultare non del tutto convincente, trasformandosi da minaccia principale a personaggio di sfondo col proseguire della narrazione.
Ben più riuscite sono invece le dinamiche relazionali tra i genitori di Miles, Jeff e Rio, e il loro straordinario figlio. Le tematiche dell’allontanamento dell’adolescente, della sofferenza per il segreto nascosto e i personaggi in questione sono realizzati in modo approfondito. Ottimo è il ritmo narrativo, con un’alternanza di scene d’azione e di introspezione ben riuscito. Il finale strizza l’occhio al terzo e ultimo capitolo della trilogia, in uscita l’anno prossimo, ed è quindi ben lontano dall’essere autoconclusivo.
Un lato tecnico straordinario
Il punto di forza dell’intero film è certamente il lato grafico e sonoro. Gli animatori hanno fatto un lavoro eccezionale, utilizzando uno stile riconoscibile (forse addirittura già iconico) che ci ha fatto rimanere a bocca aperta in numerosi momenti.
Le scene di combattimento, tanto quanto quelle di dialogo, sono meravigliose, e ogni frame del film può essere tranquillamente utilizzato come wallpaper. In una parola: strepitoso.
Se il lato grafico ci ha lasciato elettrizzati, vanno tessute le lodi anche alla realizzazione del comparto sonoro: la soundtrack del film accompagna perfettamente le scene e gli FX rappresentano forse uno dei punti più alti dell’intera industria cinematografica d’animazione.
Una cosa è certa: fare di meglio dal punto di vista tecnico sarà molto difficile.
In conclusione, Spider-Man Across the Spider-Verse è uno dei film migliori di questo 2023. Con una narrazione brillante e dei personaggi ben approfonditi, uniti a un lato grafico strabiliante e un comparto sonoro più che convincente siamo sicuri che non avrà deluso i più fedeli appassionati della saga di Miles Morales.
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