Dead Island 2 Recensione: soddisfazione a pezzi di zombie

Annunciato nel lontano 2014 all’E3, Dead Island 2 ha vissuto sulle montagne russe per anni, tra cambi di studio, acquisizioni e rinvii sembrava non arrivare più. Arrivati ad un 2023 pieno di titoli fantastici, Dambuster Studios ha finalmente rilasciato il suo capolavoro apocalittico. Nei panni di un sopravvissuto a nostra scelta, andremo ad esplorare la Los Angeles più devastata, zombificata e rossa slpatter di sempre!

Dead Island 2

Ritorno in grande stile

Dopo un lungo e intenso sviluppo, vediamo un Dead Island 2 completamente rinnovato sotto tutti i punti di vista tecnici e di struttura del gameplay. Non possiamo che partire dal punto forte del titolo, il “Fully Locational Evisceration System for Humanoids” detto anche FLESH, un algoritmo procedurale che permette di riprodurre quanto più realisticamente e soddisfacente possibile lo smembramento e mutilamento degli zombie a seconda del tipo di arma, dell’intensità del colpo e della parte del corpo colpita.

Nonostante possa sembrare solo un aspetto estetico, questo influisce anche sul gameplay per i giocatori più attenti, facendo intuire al giocatore il modo migliore di usare ogni arma, che sia colpendo le gambe e gambizzando i non morti o che sia mutilando braccia e infine facendogli saltare la testa! Grazie a questa meccanica, infatti, il giocatore può affrontare anche le specie di non morti più ostiche con facilità, sempre se non si viene sopraffatti dalla massa!

In questo video di IGN gli sviluppatori spiegano il processo con cui sono partiti da una semplice idea a una feature vera e propria.

Il mazzo di gioco

A differenza dello stile più difensivo presentato dai titoli precedenti, qui il giocatore verrà favorito nell’avere uno stile più aggressivo grazie all’ottenimento di carte abilità che potrà equipaggiare e scambiare a suo piacimento ed in qualsiasi momento, consentendo di avere uno stile di gameplay diverso in base alla situazione. Queste si dividono in 4 categorie: Abilità, Sopravvissuto, Cacciatore e Numen.

Le Abilità permettono di avere abilità difensive di Schivata e Parata o potenziamenti come l’Urlo e il Colpo in Affondo. Mentre le skill Sopravvissuto garantiscono buff aggiuntivi alle Abilità, come il tempo dei lanciabili dimezzato o difesa/salute aggiuntiva all’aumentare di parate, schivate o colpi inferti al nemico, le skill Cacciatore favoriscono i danni causati e l’aumento della modalità furia, andando a migliorare l’utilizzo di alcune carte abilità. Le carte Numen, ottenibili solamente a fine gioco, favoriranno l’uso della modalità furia che permette di assumere la forza di uno zombie e farsi strada tra i nemici a suon di pugni e sfuriate.

Taglia, Spezza, Perfora e Spara!

In Dead Island 2 la Carneficina avviene faccia a faccia, con armi taglienti, contundenti, perforanti, infiammabili e oggetti da lancio. Ognuna di esse predilige un modo preciso di ferire gli zombie: le armi da taglio sono più adatte a mutilare gambe, braccia e teste mentre le armi contundenti permettono di gambizzare o stordire gli zombie molto facilmente. La gamma di armi non è molto varia e ci siamo ritrovati spesso con le stesse armi con quantità di danni e/o rarità diverse. La particolarità l’abbiamo trovata negli oggetti da lancio che, a differenza di un classico titolo zombie, necessitano di un cooldown per essere riutilizzati nuovamente, rendendo il gameplay loop più divertente e frenetico.

In tipico stile post apocalittico non potevano mancare le modifiche alle armi, ottenibili tramite progetti di diversa rarità durante il corso del gioco. Questi vanno a basarsi su 5 elementi: Impatto, Caustico, Elettrico, Infiammabile e Mutilante. Oltre alle 5 mod disponibili, la personalizzazione delle armi aggiunge la possibilità di inserire 3 perk aggiuntivi all’arma, migliorando una statistica specifica come la velocità d’attacco, la forza degli attacchi pesanti o buff come a vita e furia. Nonostante la varietà di progetti e la possibilità di applicarli anche sulle armi da fuoco, non sono una meccanica utilizzabile spesso a causa della grande quantità di armi che il giocatore trova nel mondo di gioco, portandolo ad avere un inventario sempre pieno e pochi materiali per personalizzare le armi.

Holly…Hell?!

Come reference al maestro dell’horror zombie George Romero, Dead Island 2 ci porta al pieno in una Los Angeles di ricchi, con ville di attori, musicisti e persino nei Monarch Studios. Ogni luogo riportato all’interno dell’ambiente di gioco è stato curato al punto di poter comparare i 2 su Google Maps. Il gameplay si estende in 6 location, alcune tra le più note di Los Angeles e Hollywood, come Venice Beach, i Monarch Studios e perfino parte della Walk of Fame nella Hollywood Boulevard. La mppa di gioco è suddivisa in zone open-map, offrendo la possibilità di esplorare liberamente (tranne alcune zone successivamente sbloccabili tramite la storia) le strade e alcuni edifici all’interno di esse.

Seppur la riproduzione fedele è scoinvolgente, molto edifici e spazi – specialmente avanzando nel gioco e arrivando nelle ultime zone – si rivelano non esplorabili, riducendo drasticamente le zone di gioco. L’ambiente non è stato solo ben curato visivamente, infatti spesso nel gioco sono presenti delle “fonti” o “oggetti fonte” come le taniche di benzina. Ne esistono 3 varianti principalmente: benzina, a cui è possibile dare fuoco e con essa agli zombie che ci passano sopra, acqua da elettrificare e caustico che…beh non camminateci sopra.

Poche storie e…nessuna

Dead Island 2 non porta solo visuali spettacolari, porta anche una storia, dei personaggi… piuttosto deboli. La trama principale è composta da una ventina di missioni che richiederanno poco meno di 20H ore di gioco per essere completate, in cui ci viene chiesto di passare da una zona all’altra del gioco alla ricerca di un modo per lasciare Los Angeles per poi, al finale, ricevere qualcosa di più palpabile, quasi interessante sull’epidemia e sui Numen.  A fare da contorno alle missioni principali, in ogni zona sono inoltre presenti delle missioni secondarie che si dividono in 2 tipi: Quest e “Chi l’ha visto“.

Mentre nella prima andremo a seguire nel più classico dei modi richieste di personaggi di personaggi in giro per le mappe, nella seconda andremo a ricostruire l’ultima location di persone tramutate che possiedono una chiave per un qualche tipo di forziere ricompensa. Ad accompagnare una trama sfuggente ci sono anche i personaggi giocabili, Amy, Jacob, Dani, Ryan, Carla e Bruno. Saliti tutti a bordo su un aereo che doveva portarli verso zone sicure, presto finirà per schiantarsi, ed è così che scegliamo nei panni di chi giocare. Nonostante dal punto di vista del gameplay siano caratterizzati dando a ognuno di essi della carte abilità uniche, tutto ciò che il giocatore riceve è uno frazione di storia sul personaggio e qualche battuta realizzata su misura per gli slayer, senza mai arrivare a legare davvero con qualcuno di essi.

In conclusione, Dead Island 2 riesce a portare avanti la serie con successo, riprendendo la formula dei precedenti capitoli e migliorandola con gameplay, grafiche e un un’inedito sistema di mutilamento che rende il combattimento più soddisfacente che mai. Nonostante le migliorie tecniche, il comparto narrativo è scontato, con una storia che raggiunge un culmine troppo tardi e lascia il giocatore senza volti e memorie di qualcuno. Noi di VMAG vi consigliamo di giocarlo.

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