Sword of The Vagrant recensione: un nostalgico gioco di ruolo

Versione Playstation 4

Sword of the Vagrant recensione|Dopo essere uscito per personal computer tramite Steam nel 2017 col nome di The Vagrant, il gioco di O. T. K Games e DICO Co. Ltd è finalmente arrivato su console col nuovo nome di Sword of the Vagrant. Il titolo mette il giocatore nei panni di Vivian, un’avventuriera dal passato travagliato, e narra le sue gesta nell’isola di Mythrilla.

Avventurati nel meraviglioso mondo disegnato a mano di Mythrilia e porta alla luce la verità sulla tua dinastia ed i suoi oscuri segreti. Gioca come Vivian la Vagabonda, una mercenaria, sulle tracce del padre e della sua famiglia. Fatti strada tra un tranquillo villaggio costiero fino a misteriose foreste, castelli infestati e campi di battaglia. E quando tutti i nemici verranno sconfitti, qual conforto ci sarà per la nostra eroina?

Sword of The Vagrant è un RPG in 2D. Nei panni di Vivian, vivrai un’avventura eccitante e piena di sfide, con un gamplay basato sui combattimenti, combo ed abilità speciali, il tutto mentre migliori le caratteristiche del personaggio tramite nuove armi ed equipaggiamento. Gioca come meglio ti aggrada.

sword of the vagrant

Benvenuti a Mythrilla

Sword of the Vagrant si apre con il viaggio in nave della mercenaria Vivian, che vuole raggiungere l’isola di Mythrilla perché essa è l’ultimo luogo dove suo padre è certamente stato. Dopo uno strano e misterioso incontro con un’entità dalle fattezze di gufo e voce umana, la nave affonda e l’eroina naufraga in una spiaggia di un villaggio che, per sua fortuna, si rivela non essere molto distante dal posto in cui voleva giungere.

Lì la nostra protagonista farà la conoscenza degli abitanti della cittadina di Brocley, un piccolo e colorato paradiso di campagna, almeno all’apparenza. Infatti, dopo aver scoperto strane macchinazioni da parte di una delle famiglie, il paesello verrà attaccato da un essere oscuro.

Poco dopo una strega costringerà Vivian a mettersi in marcia per recuperare degli artefatti magici e, per assicurarsi che l’eroina compia la missione, spedirà con lei anche il suo discepolo Camden, detto “il ciarlatano”.

Sebbene la storia del gioco sia interessante, col rapporto tra la protagonista e il suo compagno di viaggio che assumerà sfaccettature approfondite, spesso il giocatore farà fatica a seguire l’incredibile quantità di dialoghi prolissi e con un filo logico non sempre definito.

Nonostante ciò il player assisterà a una versione di Vivian sempre più umana e meno stoica col proseguire del gioco, e ciò è dovuto ad un sapiente character development. Verranno a galla le sue debolezze e le sue paure, e scopriremo che c’è più di quanto pensassimo dietro ad un personaggio all’apparenza imperscrutabile.

sword of the vagrant

Un rpg hack and slash vecchio stile

Il gameplay di Sword of the Vagrant, specie nelle fasi iniziali, è semplice e lineare. Ispirato da titoli come Metroidvania e Dragon’s Crown il gioco si divide in due macro fasi: esplorazione e combattimento.

Quest’ultimo è purtroppo piuttosto scarno, potrà rendere l’avventura ripetitiva e con l’avanzamento, malgrado il giocatore si trovi davanti a diverse possibilità in più, la sensazione di monotonia non abbandonerà mai i suoi pensieri. Nonostante ciò, l’albero dei miglioramenti è molto ampio e altrettanto approfondite sono le varie abilità speciali che la nostra protagonista potrà apprendere.

Ad esse si aggiunge il sistema di combo, che purtroppo non è soddisfacente. Esse non diversificano abbastanza l’esperienza e dopo aver provato cinque minuti di euforia per averne appresa una nuova, ecco che il senso di già visto torna ad affacciarsi nella mente del giocatore.

L’esplorazione ci lascerà piuttosto indifferenti, dato che gli ambienti saranno spesso vuoti o conterranno al massimo qualche barile distruttibile. Inoltre, l’assenza di side quest e di approfondimenti sulla lore farà provare al giocatore una buona dose di amaro in bocca.

L’equipaggiamento è piuttosto vario ed è presente un sistema di crafting e di incantamento. Vivian uccidendo i nemici potrà quindi raccogliere il necessario per migliorare le proprie armi e armature.

sword of the vagrant

Non è tutto oro ciò che luccica

Lo stile grafico del titolo di O. T. K Games è sicuramente la sua caratteristica più peculiare. Esso è disegnato a mano ed è sicuramente molto ispirato: le ambientazioni sono convincenti, i colori sono particolarmente adatti alle varie situazioni e l’interfaccia è semplice ma efficace. Gli effetti particellari sono riusciti, ma le animazioni, anch’esse realizzate a mano, sono talvolta meno fluide di quanto ci si potrebbe aspettare.

Una nota a margine per il character design va però spesa. È quantomeno anacronistico vedere nel 2022 la protagonista combattere in bikini e quasi ogni personaggio femminile del gioco avere delle forme esagerate. A salvare la situazione ci pensa però una modalità presente nel menù, che permette di cambiare skin a Vivian e di farla combattere vestita.

Nonostante ciò, il resto dei personaggi (soprattutto quelli principali) è particolareggiato e ben caratterizzato, e raramente i modelli si ripetono. Allo stesso modo, i nemici sono vari e ben realizzati e ciò aiuta sensibilmente a ridurre la sensazione di ripetitività.

sword of the vagrant

Performance solide e difficoltà non banale

Nella nostra esperienza, il gioco non ha presentato problemi di performance, anche se sono noti alcuni cali di frame rate per la versione Nintendo Switch se collegata al televisore. I bug e i glitch si sono contati sulle dita di una mano e non hanno inficiato eccessivamente l’esperienza di gioco.

Il livello di sfida, selezionabile tramite quattro gradi di difficoltà presenti, è adeguato. Ai livelli più alti i mostri riserveranno non pochi grattacapi. Il titolo, completabile in circa nove ore, porterà però il giocatore ad innervosirsi per un sistema di salvataggio eccessivamente punitivo.

Da menzionare è anche la colonna sonora, che seppur certamente curata, risulta talvolta fastidiosa e, come molti elementi del gioco, ripetitiva.

sword of the vagrant

In conclusione, Sword pf the Vagrant è un titolo sufficiente ma che poteva essere molto di più. La sensazione di ripetitività per via di un combat system altalenante non ci abbandonerà mai del tutto, così come il fastidio provato dopo un respawn in un punto che abbiamo esplorato molto prima della nostra dipartita. Il lato tecnico, così come il lato grafico, è però soddisfacente e il gioco non presenta problemi di performance. Sicuramente gli sviluppatori potranno approfittare dell’esperienza accumulata per apportare migliorie al gioco, che riceverà un porting per console di nuova generazione.

Ricordiamo che Sword of the Vagrant è disponibile dal 1 dicembre per Ps4, Pc, Xbox One e Nintendo Switch. 

Per leggere le nostre recensioni potete cliccare su questo link.

V MENSILE
V007 Mensile