Goat Simulator 3 Recensione| Le stelle che governano il successo dei franchise videoludici possono essere molto arbitrarie, e se a volte capita che titoli indie impegnati e con molta cura cadano facilmente nel dimenticatoio, altre volte al contrario succede che lavori strambi o inattesi calchino le luci della ribalta. Probabilmente si tratta anche del caso di quelli del calibro di Goat Simulator, creato dalla svedese Coffee Stain nel lontano 2014; da un titolo volutamente poco serio è nata una legacy che prosegue ancora oggi. Giunta alla sua seconda iterazione, questa fantasiosa saga che segue le scorribande di una capra ci promette di donare tanto divertimento anche con Goat Simulator 3. Unitevi a noi in questa nuova recensione, in cui scopriremo cos’ha da offrirci l’ungulato più matto dei videogame questa volta.
Goat Simulator 3: un mistico risveglio
In maniera del tutto simile agli altri due titoli predecessori, anche Goat Simulator 3 si apre con una poca parvenza in termini di trama e premesse: siamo una capra destinata alla grandezza, questo si sa, e per ottenerla metteremo a ferro e fuoco il mondo. Perché chiunque abbia già provato le opere di questo franchise sa bene che di per se, Goat Simulator è nato come un fenomeno di critica e di sberleffo di un fenomeno, quello dei simulator, che si stava rivelando un vero e proprio problema per il medium videoludico. A donare fortuna a Coffee Stain è stata proprio una capra, che questa volta promette di ritornare con prepotenza sotto i riflettori.
Nonostante le premesse rimangano le stesse, è innegabile notare come gli sviluppatori abbiano in una qualche forma proseguito la crescita della saga, dotando questo nuovo Goat Simulator 3 di diverse novità non solo in termini di meccaniche ma anche di gameplay. In un chiaro omaggio a Skyrim, l’opera si apre con la famosa frase “Oh, sei finalmente sveglio”, che chiunque abbia già giocato al famoso RPG di Bethesda conosce molto bene; da questo risveglio la nostra capretta scoprirà quale destino lo attende.
Tolta questa apertura creativa, Goat Simulator 3 si mantiene immutato nella sua formula essenziale: un gameplay freeform, dunque, in cui il giocatore è libero di esplorare la serie di mappe che compongono la campagna del titolo muovendosi ed agendo liberamente senza particolari ostacoli. Come sempre, il nostro personaggio potrà caricare a suon di corna e cattive intenzioni i suoi bersagli con risultati eccessivamente distruttivi, che ci dimostrando ancora una volta come l’opera non ambisca al realismo ma all’esagerazione e all’ironia. Oltre a questo ovviamente potremo leccare e devastare le cose e le persone sul nostro passaggio, come piace a noi.
Goat Simulator 3: devastare la città
A questo punto, dobbiamo riflettere sui pericoli che un titolo come Goat Simulator 3 potrebbe manifestare verso i suoi fruitori; il rischio di aprire il gioco una sola volta, provarlo e poi disinstallarlo è molto forte – specialmente se non avete mai provato una delle iterazioni della saga. Questo prodotto non deve essere preso seriamente, in quanto non si prefigge a discapito del nome di simulare la vita di un caprino, ma questo dovreste comprenderlo già da voi osservando i materiali promozionali sullo store.
A discapito delle apparenze, in ogni caso, Goat Simulator 3 appare arricchito di contenuti ed attività da intraprendere durante il gioco: di fianco alla libera esplorazione e distruzione delle mappe infatti è stata aggiunta la meccanica degli Istinti. Si tratta di una serie di quest o sfide secondarie da avviare, che permette di interagire in maniera ovviamente comica e random con gli scenari, in un contesto dove le citazioni a videogiochi e film di successo non mancano.
Tra le altre possibilità offerte da Goat Simulator 3 vi sarà anche quella di personalizzare la nostra capra attraverso i materiali che sbloccheremo durante le nostre scorribande, che potremo poi equipaggiare ed utilizzare dopo aver visitato il nostro castello.
Goat Simulator 3: il sovrano degli ungulati
Goat Simulator 3 non ambisce ad essere un titolo immersivo o accurato; il fascino di un’opera come questa è proprio la sua pazzia intrinseca. A partire dalla fisica, visibilmente esagerata e con eccessiva enfasi su ragdol e scenari poco newtoniani, fino ad arrivare al posizionamento e alle funzioni degli elementi interattivi del gioco, si comprende come più che mai Goat Simulator stia diventando un parco giochi dove mettere in scena situazioni impossibili e ironiche oltre ogni limite.
Una grafica in cui coesistono dunque texture e modelli iper-realistici di fianco ad altri poligonali e poco accurati, ad evidenziare la volontà di Coffee Stain di creare un titolo che non bada alla forma ma alla sostanza, cosa che ci certo chi ha già apprezzato i prequel al nuovo capitolo sarà in grado di beneficiare.
Tra le meccaniche che maggiormente abbiamo apprezzato durante la nostra prova per la Recensione c’è stata quella del multiplayer, ricco di attività e sfide da giocare con i nostri amici, nella gara definitiva a creare la capra più potente e distruttiva del reame.
Goat Simulator 3 è un titolo poco serio: ma questo non è per nulla un problema, anzi, tutt’altro! I giocatori che sono già familiari con la saga o coloro che desiderano adottare un gioco leggero e poco impegnativo per le loro sessioni di svago avranno pane per i loro denti. Con una maggiore enfasi sui contenuti e sulle attività da intraprendere e un consolidamento della tradizione ironica del franchise, Goat Simulator 3 non mancherà di soddisfare i novizi e i fan.