PID Recensione: complotti politici e platforming spietato

PID Recensione Nintendo Switch | Parliamo oggi di un platform uscito nel 2012 e che ha recentemente ricevuto un port per Nintendo Switch. PID, sviluppato da Might and Delight e pubblicato, al tempo, da D3 Publisher, si è rivelato un titolo piuttosto difficile e che presenta una filosofia sulla sfida simile a titoli come Super Meat Boy. Sarà riuscito però ad equilibrare bene il tutto? Scopriamolo insieme in questa recensione.

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PID

La lunga ricerca di una stazione dei bus 

PID fa capire fin da subito che la sua ambientazione è molto particolare. Verrete infatti immersi in un mondo fantascientifico in cui il protagonista, un bambino chiamato Kurt, viaggia con un bus spaziale dalla terra ad una destinazione non nota, fino a quando non viene misteriosamente teletrasportato in un pianeta vicino. Qui, in delle terre abbandonate dai propri regnanti, si svolgeranno le vicende del titolo.

L’estetica e gli abitanti del pianeta sembrano una bizzarra fusione tra un quadro di Picasso e un classico stile steampunk. I personaggi e soprattutto i pochi boss hanno forme meccaniche bizzarre e spesso sproporzionate. Il risultato è originale ma non sempre riuscito, anche se la maggior parte delle aree è gradevole a livello estetico.

Durante l’avventura vi ritroverete a cercare una stazione dei bus per tornare a casa ma rimarrete presto coinvolti nelle vicende di chi abita il pianeta. In poco tempo sarete parte di più o meno convincenti complotti politici e di una storia che fa da contorno al titolo ma nulla di più. È un peccato che i dialoghi e le parti riguardanti la narrazione del gioco non si possano saltare in alcun modo. Un tedio per i pochi che vorranno rigiocarlo a modalità difficile.

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Una bomba al giorno 

Ma passiamo ora a parlare del cuore del titolo, il gameplay. PID vi metterà a dura prova con una serie di livelli a scorrimento orizzontale, dove saranno richieste precisione e anche un po’ di ingegno. L’intero sistema di gioco si basa sull’utilizzo di 2 raggi di luce, il cui funzionamento ricorda da vicino Portal 2 poiché vi permetteranno di essere sollevati in aria nella direzione opposta a dove gli avete lanciati.

Il titolo sfrutterà a piano questa meccanica e vi richiederà di essere molto precisi, sia con i vostri salti, sia con i raggi di luce. Qua sorge il primo problema, ovvero la scomodità dei comandi quando siete nelle colonne lucenti citate. Qui il vostro movimento sarà rallentato e sarete sempre attirati verso il centro del raggio. Questo rende estremamente scomodo muoversi fuori da questa sorta di campo di forza, anche se vi sarà richiesto costantemente durante il gioco.

Ovviamente ci farete il callo, ma è un problema decisamente fastidioso durante le prime ore. Problema reso ancor maggiore dalla spietata difficoltà di PID. Un alto grado di sfida è un pregio in un titolo ben equilibrato. Purtroppo questo non sarà sempre il caso nel gioco, questo sia nei boss che nei livelli.

In giro della mappa avrete anche la possibilità di trovare dei consumabili che vi faciliteranno la vita. Tra questi vi sono bombe per distruggere nemici, vesti protettive, razzi per spiccare il volo e molto altro. Vi consigliamo di utilizzarli bene, poiché renderanno alcuni percorsi estremamente più semplici. Durante la storia vi verranno consegnati anche dei rari oggetti che avranno un effetto permanente nel gameplay, espandendo le vostre possibilità di movimento.

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Salti spietati 

La difficoltà del titolo è altalenante e presenta picchi dati da un design non sempre corretto verso il giocatore fino a sezioni, anche verso la fine dell’esperienza, inspiegabilmente semplici rispetto al resto. Le parti più ostiche sono spesso causate da elementi di design discutibili come nemici che vi colpiranno fuori dalla portata dello schermo ed aree a bassa visibilità.

Quest’ultimo punto in particolare rende alcuni livelli del titolo difficili da digerire a causa di un visual design non sempre al passo e che, spesso e volentieri, rende eccessivamente limitata la visibilità. Vi sono poi i boss, che in PID hanno diversi problemi. Vi è, in particolare, una boss battle poco riuscita in un livello ambientato nei tetti di una città che scoraggerà molti giocatori dal proseguire.

Un vero peccato perché i livelli, salvo per i problemi di bassa visibilità, sono strutturati bene e trovano la loro difficoltà nella complessità e non in errori di design. Ogni volta che verrete introdotti ad un nuovo ambiente troverete anche nuove meccaniche ad attendervi, alcune riuscite meglio di altre, ma sempre sfruttate a pieno. Ogni livello inoltre vi dà una certa libertà di approccio.

Potete infatti decidere di proseguire dritti nel percorso principale oppure di avventurarvi a cercare di prendere oggetti secondari tra cui: le stelle, dei consumabili che si trovano in giro e vi permetteranno di fare acquisti, ed i souvenir segreti, oggetti rari e difficili da ottenere. Vi avvisiamo però che, se già la difficoltà della strada principale vi darà dei problemi, allora la scelta di fare il completista potrebbe non fare al caso vostro.

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Melodie ridondanti  

Come già detto, l’ambientazione è molto peculiare, ed è accompagnata da una colonna sonora altrettanto inusuale. Questa è ben riuscita, sopratutto quando si avvicina di più al jazz in alcune parti dell’avventura. Sfortunatamente, alcune di queste traccie, diventeranno un tormento nei livelli meno riusciti, a causa della loro ripetitività unita ai numerosi tentativi che dovrete effettuare per proseguire.

PID è un titolo platform puzzle che presenta una sfida alta e spietata. Il gioco si basa sul movimento limitato del protagonista, Kurt, che dovrete sfruttare a pieno per superare degli ostici livelli. La difficoltà però non è sempre dovuta ad un ben pensato equilibrio di gioco che mette in difficoltà il giocatore; piuttosto a errori di design derivati a movimento legnosi, problemi di visibilità nelle aree e boss fight con qualche problema. Il gioco presenta una storia di contorno che però ti cattura con uno stile visivo estremamente peculiare. Questo è una sorta di fusione tra un quadro di Picasso e un classico stile steampunk, accompagnato da una musica adatta ma che può risultare ripetitiva a causa dei numerosi tentativi necessari per superare un livello.

 

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