Signalis Recensione | A chi non capita di pensare al futuro? Tutti abbiamo provato a far girare gli ingranaggi della fantasia in quella direzione, immaginando mondi in cui tutto è perfetto, dove non esiste la fame, la sofferenza… perché no, neanche la morte. Eppure, dovremmo domandarci se l’umanità sta andando in quella direzione utopica, oppure, ha sbagliato incrocio e si sta dirigendo alla circonvallazione per un futuro distopico. Con megacorporazioni in ascesa, prodotti diffusi e venduti su scala globale e la ricerca che non si ferma, portando i confini della scienza sempre una spanna avanti, chi non ci dice che ci stiamo dirigendo verso un mondo cyberpunk?
Un termine che negli ultimi anni è divenuto sempre più popolare, distraendoci dal fatto che, pian piano, il futuro è già qui. Ma il futuro di cui ci parla Signalis, titolo che prenderemo in esame nella nostra Recensione, non è del tutto rassicurante. Sviluppato da Rose Engine in collaborazione con Humble Games, questa lettera d’amore all’horror più amato unisce la retro-pixel art ad un contesto ad enigmi, mettendoci nelle scarpe di un automa in cerca di risposte. Saremo in grado di trovarle?
Signalis: atmosfera inquietante e retrò…
Quando guardiamo a questo titolo, non possiamo non riportare la mente a Resident Evil, specialmente alle sue prime installazioni, ma certamente chi fra i nostri lettori avrà maggiori candeline sulla propria torta potrebbe trovare altre somiglianze. Stiamo parlando in particolar modo del design e del sistema di movimento di Signalis, che rimanda con molte sequenze di telecamera fissa alle vecchie glorie del passato. Una scelta di design interessante, in quanto si discosta molto dai survival horror in prima persona di cui è molto saturo il mercato, mettendo in evidenza la cura riposta dagli sviluppatori per questo importante lato della produzione.
La protagonista è Elster, una ragazza sintetica di proprietà statale che fa parte della razza dei Replika, androidi pensati per seguire un compagno umano in una spedizione esplorativa e servire loro per ogni necessità . Un personaggio a cui gli sviluppatori riescono subito ad interessarci, grazie a delle tecniche di storytelling attiva che ci spingono a ricercare informazioni circa i trascorsi e la storia della sintetica attraverso l’esplorazione ambientale e la risoluzione di enigmi. Incontreremo Elster al risveglio da una capsula di stasi, in seguito ad una avaria alla navetta a cui era stata assegnata. Da questo momento in poi, la robottina ci accompagnerà sempre, guidandoci verso la scoperta del mondo retro-grim in cui si svolgono le vicende di gioco.
Signalis: replika sfortunata o difetto di fabbrica?
Fin dalle sue sequenze iniziali Signalis ci mostra degli spazi angusti e poco asettici, che si discostano in maniera immediata dal nostro ideale di un dominio corporativo. Dall’esplorazione ambientale e dalla lettura dei documenti in gioco, scopriamo che nonostante Eusan abbia di fatto il controllo quasi esclusivo della società umana, il dissenso e la fame sono ancora delle realtà terribilmente reali. E in questa realtà cupa, Elster è una mera osservatrice, forse incapace di provare emozioni o priva di ogni forma di libero arbitrio. Ha un ordine: quello di trovare la sua referente umana, e durante la nostra partita, in verità , sarà tutto quello che le dovremo far fare, scoprendo accidentalmente forse qualcosa che non dovevamo vedere.
Il lato più interessante della ludonarrativa del gioco è proprio questo: attraverso incontri fortuiti o ritrovamenti imprevisti finiamo per apprendere sempre di più circa il mondo e l’ambiente in cui ci troviamo, scoprendo le storie personali di ogni personaggio, di cui spesso ciò che ritroviamo è l’unica traccia rimasta del loro passaggio, in una realtà in cui nulla è certo se non il predominio dell’impero che serviamo. E le esplorazioni dell’umanoide che controlliamo ci guideranno proprio in questa direzione, integrando gradualmente e con la giusta attenzione le meccaniche survival horror.
Signalis: non solo enigmi…
Durante le esplorazioni dei vari siti in cui la nostra androide si ritroverà nella ricerca della sua compagna umana, noteremo come Signalis ponga una graduale e curata enfasi su enigmi e ostacoli da superare; non saranno solo la scarsa manutenzione o gli incidenti successivi o precedenti alle nostre scorribande, ma anche una buona dose di sfide a cui dovremo far fronte attraverso la deduzione e l’esplorazione. Questi momenti di gameplay non sono mai scollegati dal resto, dando luogo ad un flusso organico tra le sequenze action, le cutscenes e i momenti in cui sarà necessario ragionare per andare avanti. Per titoli di questo genere è molto importante bilanciare le proprie anime, per evitare di sforzare troppo uno dei suoi lati caratterizzanti.
Oltre al combattimento, per il quale avremo varie opzioni di ingaggio – dalla distanza, ravvicinato, non letale o evasivo – sarà importante anche gestire le nostre scorte e gli oggetti che raccoglieremo. Il limite imposto è quello di sei oggetti massimi, un limite che seppur venga spiegato in maniera ludica attraverso la programmazione dei nostri proprietari corporativi, è pur sempre limitante e pericolosa per la progressione in gioco. Per ovviare a questo pur sempre presente problema, il titolo introdurrà delle “stazioni sicure” con delle casse dove depositare gli eccessi, oltre che salvare la partita.
Signalis: la verità è nascosta o in piena vista?
L’atmosfera di Signalis riesce ad eccellere fin dalle sequenze iniziali, non solo grazie ad una particolare cura per le inquadrature e il sound design, ma anche grazie a degli shader ben pensati, che introducono le scanlines e gli artefatti tipici dei sistemi di visualizzazione anni ’90 (come i CRT o i VHS). Un futuro a transistor, insomma, in cui un impero corporativo chiamato Eusan ha preso il controllo del pianeta e del sistema solare, guidando e governando l’esplorazione e l’espansione umana attraverso i suoi rigidi ranghi, ranghi in cui quanto i cittadini tanto le Replika sono degli ingranaggi sostituibili ed intercambiabili.
Esplorando i corridoi inquinati ed angusti in cui ci guiderà Elster, in cui penombra e luci tremolanti si susseguiranno con fare inquietante, ci ritroveremo lentamente immersi e assorti in un mondo dove il pericolo può celarsi ad ogni angolo, uno in cui non sarà solo il back-tracking l’unico ostacolo, ma anche il fatto che non ci sarà nessun tutorial a guidarci per mano, e il giocatore virtuoso riuscirà a prosperare solo se saprà dare la giusta attenzione a tutti gli elementi e gli indizi che incontrerà in gioco.
Se vi è piaciuta la recensione, vi invitiamo a dare un’occhiata anche a quella di Harvestella.
Signalis è un survival-horror vecchio stile che di certo verrà apprezzato dai fan delle vecchie glorie di questo genere; con una storia originale ed interessante e una buona dose di attenzione ad immergere il giocatore nel suo mondo periglioso e pieno di enigmi, il titolo potrebbe scoraggiare per una componente di back-tracking decisamente preponderante a fronte di una decina di ore di gioco: chi sarà in grado di perdonargli queste limitazioni potrebbe però scoprire un prodotto ricco di preziose ripercussioni.