Escape String recensione| Escape String, titolo uscito il 27 ottobre di quest’anno per PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch, è un indie a piccolo budget sviluppato dal team 7 Raven Studios e pubblicato da Totalconsole. Il gioco mette il giocatore nei panni di un robot che si risveglia in una fabbrica e, senza dare troppe spiegazioni, gli pone l’obiettivo di superare 40 livelli per raggiungere una misteriosa voce che sembra volerlo aiutare.
Escape String è un puzzle game in due dimensioni ambientato in uno spazio e in un tempo indefiniti. Un piccolo robot umanoide si sveglia in mezzo ai detriti di una grande fabbrica. Riceve messaggi strani ed enigmatici, da qualcuno che probabilmente vuole prestargli aiuto. Lo scopo del robot è quello di esplorare la fabbrica in cerca di risposte su chi è e su chi sono i suoi misteriosi abitanti.
Un ambiente ostile
In Escape String siamo gettati senza introduzioni in un setting pericoloso e inospitale. La fabbrica arrugginita dove ha luogo l’avventura del nostro protagonista presenta infatti numerose insidie, anche se non troppo variegate: ci sono presse pronte a schiacciarci, trappole elettriche e altri automi più o meno avanzati (fino ad arrivare a esseri simili a quello controllato dal giocatore) pronti ad attaccarci. La poca varietà di ostacoli che il gioco ci propone non ci ha entusiasmato molto: dopo i primi livelli in cui è presente un determinato impedimento, sarà tutt’altro che complesso capire la meccanica per sfuggirne e saremo in grado di superarlo con molta, forse troppa facilità .
Inoltre il bilanciamento dei livelli è piuttosto strano. A volte il giocatore si troverà a perdere molto tempo in uno scenario per poi affrontare con estrema facilità quello successivo; manca quindi una vera e propria difficoltà progressiva coerente. Nonostante ciò il livello di sfida generale è nella media, ed il gioco è terminabile in un paio d’ore senza eccessivi problemi.
Lo stile grafico è semplice ma efficace e le animazioni, seppur siano piuttosto basilari, funzionano. L’impatto visivo è buono e gli sfondi dei livelli nonostante siano simili tra loro presentano sempre una qualche variazione, come ventole e nastri trasportatori, e mutano sempre più al procedere dell’avventura, in modo da far percepire al giocatore una sensazione di progresso.
Il divertimento sta nell’attesa
Il gameplay è piuttosto lineare: al giocatore è presentata una stringa dove è possibile inserire i comandi da far eseguire al piccolo robot. Nulla nel livello si muove fino a che non diamo il via libera al nostro protagonista, ed è quindi necessario pianificare attentamente le nostre mosse, anche perché avremo a disposizione un numero limitato di stringhe per livello.
L’attesa che separa il nostro segnale di avvio alla riuscita o al fallimento del livello è dunque tanto snervante quanto divertente, dato che non avremo modo di modificare le nostre scelte nel mezzo dell’esecuzione. Gli input che possiamo dare all’androide sono essenzialmente tre: possiamo dirgli di muoversi orizzontalmente, di saltare e di accovacciarsi; tramite la combinazione di questi comandi potremo proseguire schivando le trappole.
Il gioco, per sua natura, spinge molto al trial and error. È infatti praticamente impossibile riuscire a superare un livello al primo colpo data l’ampia pianificazione necessaria, e sarà quindi imprescindibile giocare molte run per capire i pattern dei nemici e gestire il movimento del piccolo protagonista metallico.
Noi di VMAG abbiamo però trovato proprio quest’ultimo aspetto del gioco leggermente confusionario. In mancanza di una griglia o di riferimenti visivi infatti, spesso ci troveremo a scontrarci contro le trappole o cadere nei burroni proprio per la difficoltà della gestione delle distanze. Rimane comunque un ottimo elemento ludico la ricerca di run perfette, dato che il gioco ricompensa il giocatore se completa il livello con il minimo di input assegnati e/o usufruendo di una sola stringa.
Una storia poco approfondita
Escape String non fa di certo della trama il suo punto cardine: gli unici elementi di quest’ultima presenti nel gioco sono i brevi spezzoni di testo a schermo che compaiono circa ogni decina di livelli. Essi rappresentano i dialoghi che il misterioso aiutante ci rivolge, e seppur questa scelta un po’ pigra non sia da contestare a prescindere, abbiamo trovato eccessivamente scarno ed enigmatico l’aspetto narrativo, dato che ogni livello è privo di documenti o informazioni che ci possano far capire dove ci troviamo, perché cerchiamo di scappare e per quale motivo la nostra fabbrica sia piena di trappole.
Se quindi da un lato 7 Raven Studios ci lascia spazio all’ interpretazione, dall’altro sarebbe stato preferibile un maggiore contesto per permetterci di immedesimarsi e affezionarci all’androide. Anche il finale è molto criptico e piuttosto breve, e una volta arrivati i titoli di coda si ripresenta la stessa sensazione di amaro in bocca.
Musiche accattivanti, personalizzazione e performance convincente
Il comparto audio del titolo è solido. L’OST che accompagna la nostra fuga è piuttosto orecchiabile e si addice agli scenari che ci si pongono davanti, e gli effetti audio seppur molto semplici sono ben realizzati, con il robot e tutti gli elementi a lui circostanti che producono rumori coerenti con le azioni svolte.
Nel nostro walkthrough non abbiamo riscontrato bug e problemi di performance, anche perché il gioco è molto leggero. I caricamenti dopo la morte e tra un livello e l’altro sono particolarmente brevi anche su console di vecchia generazione.
Inoltre, è presente la possibilità di modificare la skin al nostro personaggio tramite un opzione nel menù principale. Non è certamente una cosa mai vista, ma noi l’abbiamo trovata una piccola aggiunta molto interessante.
In conclusione, Escape String è un titolo che fa della semplicità la sua parola d’ordine. Il gameplay è lineare e i 40 livelli, seppur non particolarmente difficili per via della poca varietà di ostacoli, richiedono al giocatore una buona dose di pazienza per pianificare la strategia d’uscita. La trama è quasi assente, ma non essendo il suo punto cardine non possiamo chiedere di più. Il titolo è ottimizzato bene per console e non presenta particolari bug o problemi tecnici, e possiede un comparto grafico basilare ma caratteristico. Noi di VMAG vi consigliamo di recuperarlo, anche per via delle musiche accattivanti e della particolarità delle meccaniche di gioco.Â
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