I See Red Recensione: una caotica e sanguinosa vendetta

Versione PC

I See Red Recensione| Con l’avvento del genere indie nel mondo dei videogiochi, si espansa la stessa industria ed è cambiato anche il mondo di intendere “studio si sviluppo”. Infatti è grazie a successi come Limbo o Minecraft (agli albori) che molti sviluppatori autodidatti hanno iniziato a creare le proprie opere interattive con le sole forze che avevano, specialmente dal punto di vista economico. Successivamente, abbiamo potuto vedere titoli indie diventare iconici oppure nascere piccoli per poi ricevere una portentosa spinta dalle grandi società, come accaduto con Kena: Bridge of Spirits, e trasformarsi quasi in AAA.

Parallelamente, con l’evoluzione stessa del medium, la categorizzazione dei giochi è diventata sempre più ampia in quanto i suddetti potevano racchiudere più generi contemporaneamente. Di questi ce ne vengono in mente due che hanno creato confusione nei videogiocatori, ovvero i cosiddetti “Rouglike” e “Rouglite”. In particolare, il titolo di cui parliamo oggi fa parte della seconda categoria e si chiama I See Red. Sviluppato da Whiteboard Games e editato da Gameforge, l’opera entra coraggiosamente nel panorama del genere sopracitato portando con se un idea intrigante quanto caotica e sanguinolenta (come il titolo potrebbe far facilmente intendere).

Ma bando alle ciance e diamo inizio alla nostra recensione, buona lettura!

I See Red

I See Red: poche parole, tanta azione

Iniziamo dalla trama di I See Red. Che dire, il titolo parte con estrema forza; siamo un fuorilegge, una volta ufficiale dell’esercito Imperiale di questo universo, chiamato Matthew Taurus, che si sposta nelle zone più oscure dello spazio per vendicarsi della persona che gli ha fatto vivere delle pene indicibili.

Ebbene, cari lettori, la trama è tutta qui. Da come ve la abbiamo presentata si capisce subito che si tratta di una tipica revenge story con i tratti fantascientifici. Però, c’è un problema: per buona parte del gioco non abbiamo avuto idea di quale fosse effettivamente il nostro obbiettivo. Infatti, eccezion fatta dell’introduzione, non viene spiegato nulla a livello di narrazione, o almeno non in maniera così diretta. Se semplicemente giocassimo I See Red senza leggere gli oggetti o le informazioni da noi ottenute durante il gameplay, il titolo si riassumerebbe in un “simil Starlord” (Guardiani della Galassia) che va in giro per navi spaziali a eliminare persone, robot e alieni.

Non ci viene in aiuto il fatto che vi sia la totale assenza di dialoghi o eventuali pensieri introspettivi da parte del nostro alter ego o degli altri personaggi. La trama in se ci viene data o dalla pagina Steam del gioco o dal sito ufficiale di I See Red e ciò ci ha lasciati molto perplessi, soprattutto perché capiremo soltanto a tratti il perché di questa carneficina dalle cromature di grigi e adornate dal rosso dei nemici e del sangue. Sorprendentemente, per chi come noi ama esaminare anche le piccole cose, anche se la trama principale non viene esplicata, il world building all’interno di I See Red è piuttosto interessante.

I See Red

Caos e sangue

Il succo non sta tanto nella trama quanto nel gameplay. Si tratta di un Rouglite dalle dinamiche dettate dal twin-stick shooting, molto similmente a un titolo come The Binding of Isaac. Eppure non abbiamo trovato troppa affinità con la famosa opera di Edmund McMillen, seppur le muse ispiratrici provenienti da altri giochi del genere si senta bene, ma spiegheremo il perché a breve. Invece, ci è sembrato molto più vicino al controverso Hatred di Destructive Creations anche per lo stile apportato.

Il gameplay si sviluppa con una visuale isometrica dall’alto che seguirà il protagonista man mano che ci muoveremo, diventando fissa quando necessario. Il nostro protagonista sarà dotato di solo tre cose inizialmente: una pistola a carica infinita (che si surriscalderà se usata troppo), un rampino e una tecnologia che conferisce la schivata o il dash. Seppur poche, bastano a fare una quantità caos eccezionale. Il rampino in particolare garantisce un’evoluzione del combattimento interessante e aggiunge una certa strategia in questa fase; potrà essere usato per fare degli attacchi in mischia, le esecuzioni ai nemici indeboliti e per raccogliere oggetti.

Su queste basi, aggiungete una libertà molto vasta sull’agire nell’eliminare i nemici. Le basi per una lotta frenetica ci sono tutte e infatti è ciò che contraddistingue I See Red. Le opzioni per affrontare gli avversari sono variegate e quasi ogni cosa può diventare un’ arma. Infatti, potremmo portare con noi due armi (compresa la pistola) e vi è un buon numero di armamenti che potremmo utilizzare e recuperare dai cadaveri dei nemici; dalle armi in mischia e da fuoco più classiche, a quelle più fantasiose come un carapace di un alieno. Non solo, infatti i livelli saranno disseminate di scatole, che possono essere vuote e di rifornimento, e dei più classici barili esplosivi.

I See Red

Frenetici combattimenti in salsa grigia e rossa

Il fatto che si possa anche lanciare quelle scatole per eliminare i nemici è così caotico e sopra le righe, però in una maniera che noi abbiamo apprezzato molto. La progressione si basa sul completare una serie di livelli (in questo caso navi spaziali), battere i boss e ottenere i potenziamenti che rimarranno fino alla conclusione della run o all’eventuale nostra morte dove ricominceremo tutto da capo. 

I nemici che affronteremo saranno variegati ma piuttosto ripetuti. I miniboss, invece, saranno la vera sfida verso le sezioni avanzate del gioco in quanto saranno difficili da eliminare a discapito del contesto, soprattutto se circondati da flotte di nemici più deboli.

Quando la fine giungerà per il povero protagonista, avremmo una scelta: riavviare rapidamente o creare un clone. Cosa cambia? Che il riavvio farà cominciare da capo il tutto dalla nave, creare il clone ci farà cominciare in un laboratorio dove potremmo rinascere con dei potenziamenti acquisibili tramite una delle valute del gioco.

I See Red

I See Red: tra cromature grigie e problematiche…

Ebbene, purtroppo il gameplay non è esente da problemi evidenti, sia nella struttura che anche in altre situazioni. Cominciamo dall’interfaccia: l’avere una quantità ampia di azioni da fare nelle varie zone dei livelli può diventare piuttosto confusionario. Il campo di battaglia si riempie rapidamente di detriti, pickup e altri cianfrusaglie che possono rubare la mira dal bersaglio previsto. Infatti ci è capitato più volte di voler mirare col rampino a un nemico e raccogliere, invece, un arma o un oggetto. Successivamente, alla base c’è un problema stesso nella varietà di armi: purtroppo, a lungo andare, può dare l’impressione di avere una falsa sensazione di diversità.

Dopo aver superato le prime due fasi e vedere più varietà nelle armi, il combattimento inizia a evolversi in maniera più eccitante. In realtà il numero di armamenti presenti diventa molto ripetitivo fino a non offrire un’effettiva mancanza di “personalizzazione” del combattimento. Ciò, però, è fortunatamente controbilanciato da un altro elemento che funziona bene: ogni arma acquisita è limitata nelle munizioni, il che significa che bisogna cambiarla costantemente, portando quindi il giocatore a prestare sempre attenzione a tutto.

I See Red

…e una struttura da rouglite?

Ora però, arriviamo forse al problema più grande di I See Red. Gli sviluppatori hanno tecnicamente creato un’esperienza rougelite, ma dei quali alcuni elementi tipici vengono meno. Uno in particolare: la progressione dei livelli. Di base i rougelite hanno nella loro struttura una creazione di livelli randomica seppur ripetitiva nel gameplay, ma l’eccitazione del giocatore sta nell’affrontare nuove sfide frontalmente e sapere che potresti non vedere mai due volte la stessa stanza. I See Red sembra seguire questa logica, ma solo nelle prime partite che affronterete.

Infatti, con rammarico abbiamo notato che ad ogni nuova run i livelli avevano una specie di linearità. Si può scegliere tra una serie di incontri apparentemente inediti, ogni volta che si inizia una nuova run, ma già dopo tre “resurrezioni” si nota una certa ripetizione nei livelli. Questa linearità può essere surclassata se il resto del titolo garantisce sempre l’emozione di non saper che potenziamenti trovare e quindi che atteggiamento apportare alla run, come in The Binding of Isaac, ma purtroppo, come detto prima, la falsa varietà di armi non aiuta sebbene i potenziamenti, invece molto più sostanziali, tentino di farlo a modo loro.

L’incessante campagna di violenza sanguinaria si svolge in diversi settori, solitamente suddivisi in 3-4 macro-aree. Ognuna offre un’opzione di missioni con diversi livelli di minaccia e ricompensa. Maggiore è il pericolo, maggiore è la potenziale ricompensa. Però, essendo che le morti sono comuni, i progressi sono minimi e il fatto che tutti i livelli si ripetano ti fa sentire annoiato e frustrato se la difficoltà è troppa.

I See Red

Il rosso del sangue, il grigio del mondo

Passiamo infine al lato visivo di I See Red. Come molti di voi avranno notato, si tratta di un titolo che dell’aspetto fa parte della sua forza. Infatti si presenta interamente fatto da varie sfumature di grigio, rinnovate però dal colore rosso dei nemici e del sangue. Il feedback visivo è quindi molto vivido e appagante, molto similmente a MadWorld. Come quest’ultimo, sebbene I See Red non avrà lo stesso carisma è comunque capace di evocare le stesse sensazioni di libertà e azione pennellando questo grigio mondo di un rosso acceso generato dalla nostra vendetta.

C’è però una sorpresa, legata al comparto narrativo. Infatti, gli unici oggetti che saranno colorati sono quelli legati al passato del protagonista e che riveleranno parte della sua lore una volta scoperti. Sebbene il level design, alla lunga, diventi leggermente monotono, i nemici, diffusi tra le diverse fazioni di forze avversarie contro cui muoverete guerra, sono azzeccati nel contesto e variegati nello stile.

Leggermente calante sulla parte sonora che, seppur nel lato del sound design dato dai nemici e dalle armi risulti azzeccato e piacevole, alla lunga può diventare monotona per la sua musica che accompagnerà il giocatore durante le sue partite.

In conclusione, I See Red ha di certo un suo potenziale. Quando il combattimento scorre e stai facendo esplodere dozzine di nemici alla volta, può sembrare esilarante e fantastico seppur la sensazione possa abbandonare dopo molte run. I See Red promette un’azione caotica e spettacolare nel suo piccolo e che può piacere sia agli appassionati di rougelite che a quelli che vogliono avvicinarcisi.