Trash Sailors Recensione: un party game in alto mare

Versione PlayStation 4

Trash Sailors Recensione| Negli anni, molti sono stati i videogiochi che hanno deciso di trasporre quelle emozioni create da un party game fisico, o da quei giochi da tavolo che richiedevano la cooperazione di tutti, riuscendo anche ad ampliarne la partecipazione di più persone grazie al “multiplayer” su scala mondiale. Questo ovviamente ha creato un genere a se nell’industria dove titoli come Mario Party o un più recente Overcooked sono dei perfetti esempi di questa trasposizione digitale e che permettono di giocarvici sia in locale che con gente nuova da ogni parte del mondo.

Tra le opere di più recente fattura vi è, per l’appunto, Overcooked 2 che ha saputo farsi amare sia dal pubblico che dalla critica. Ebbene, oggi vediamo un titolo che fa parte di questa branca videoludica arrivato nelle case dei giocatori poco meno di un anno fa: Trash Sailors. Sviluppato da FluckyMachine ed editato da TinyBuild, Trash Sailors tenta di inserirsi in quel filone di giochi che fa parte dei party games in piena regola e sembra farlo con delle idee originali e una grafica particolarmente intrigante. Ma perché allora, vi chiederete, è passato così inosservato dal pubblico?

Una parte è dovuta al fatto di essere stato eclissato da giochi più grandi, come Halo Infinite e Final Fantasy XIV Endwalkers, e l’altra è anche per via di una serie di problematiche che tutt’ora si fanno sentire. Noi abbiamo l’obbiettivo, con questo articolo, di farvi capire meglio di cosa stiamo parlando, perciò bando alle ciance e diamo inizio alla nostra recensione. Buona lettura!

Trash Sailors

Trash Sailors: un mondo colorato, ma decisamente poco roseo

Sebbene da un primo impatto Trash Sailors possa sembrare colorato e divertente con la sua grafica molto fumettistica e che rimanda, per via delle sue animazioni, a quei giochi di tiro a segno tipici dei Luna Park, la “storia” che ci viene proposta è tutto il contrario che allegra. Trash Sailors ci proietta in un futuro decisamente apocalittico dove gli esseri umani hanno continuato a inquinare i mari per anni. Il risultato di tanta sconsideratezza ha portato all’arrivo di gravi inondazioni e tsunami immensi che hanno invaso le città del mondo e distrutto tutto (un contesto simile Waterwold, con l’aggiunta dell’inquinamento).

I sopravvissuti a questo disastro si sono quindi armati di zattere, barche e mezzi di salvezza e su di essi proseguono con difficoltà le proprie vite. Quelle virgolette presenti poco fa sulla parola “storia” non sono messe a caso. Infatti il titolo non ha una vera e propria narrazione ed è chiaro che il team di sviluppo voleva dare giusto il tempo sufficiente a dare un breve seppur significativo incipit di trama per dare un contesto sul cosa stiamo vivendo. A darci ragione è il fatto che, dopo un introduzione visiva sugli avvenimenti sopracitati, la trama diventa praticamente inesistente ai fini del gameplay.

Infatti, pur essendoci una “modalità storia”, questa risulta semplicemente una serie di livelli che fanno più da tutorial che vero sviluppo.

Trash Sailors

In 4 sopra una zattera…

Arriviamo quindi al punto forte di Trash Sailors, ovvero il gameplay. Immediatamente ci è parso chiaro come il titolo spingesse tanto per essere giocato in compagnia, con un massimo di quattro giocatori in locale oppure online. La presenza dell’opzione “locale” è un dettaglio che abbiamo apprezzato molto, visto che sempre meno opere multigiocatore lo comprendono. Ovviamente essendoci questo, la deriva da Party Game è praticamente ufficializzata e rafforzata proprio dal suo stile di gioco.

Ma cosa bisogna fare esattamente? Presto detto: Trash Sailors è un gioco dove bisogna gestire un certo numero di risorse in uno spazio limitato, riuscendo a destreggiarsi tra vari compiti contemporaneamente. Ogni livello ci vede andare da un punto A a un punto B, proseguendo su un percorso principalmente lineare ma discostato di ostacoli rappresentati da rifiuti e macerie. Questo almeno nelle prime fasi, successivamente a dar pepe alla questione arriveranno animali di vario genere ad attaccarci con eventuali incursioni di pirati.

A tutto questo si aggiungono le meccaniche di gestione della zattera stessa, ed è qui il succo di tutto. Questa è infatti composta da diversi riquadri che compongono l’essenza stessa dell’imbarcazione, i quali possono venir distrutti ogni volta che si subiscono danni di vario tipo. Questi andranno ricostruiti da noi o dai nostri compagni, utilizzando le risorse che ci verranno conferite dal “cuore” della nave, il “Macinatore” , in cambio degli oggetti richiesti. Qui entra in gioco l’altra meccanica fondamentale: la pesca.

Trash Sailors

Sparsi per i livelli ci sono diversi rifiuti, che possono essere raccolti al volo lanciando un rampino. Non basta raccogliere qualsiasi rifiuto però: il Macinatore ci indicherà degli oggetti specifici che, una volta raccolti, verranno convertiti in risorse. Queste, poi, sono universali e vanno utilizzate praticamente per tutto: diventano carburante per il motore, materiale per le riparazioni e così via. Oltre a questo, il giocatore dovrà anche governare la nave per impedirle di andare contro eventuali ostacoli tramite il pratico timone, o tecniche meno ortodosse come saltare sui lati della nave (nello stile di “Pirati dei Caraibi: Ai confini del mondo“), tenendo conto anche del carburante rimanente.

Da qui si può ben capire che a lungo andare diventa sempre più insidioso il progredire dei livelli, ma a venirvi incontro è un pratico pre-partita. Qui non solo si potrà selezionare il proprio personaggio e personalizzarlo, ma anche intervenire sulla zattera aggiungendo potenziamenti acquistabili.

Trash Sailors

…ma con evidenti acciacchi “alla struttura”

Purtroppo non tutto è rosa e fiori e dove dovrebbe persistere il cavallo di battaglia di Trash Sailors vi sono dei problemi di nota. I primi, e i più importanti, si notano nella parte centrale del gameplay, ovvero nella gestione della zattera. Ma partiamo dalla base: tutte le attività da svolgere sulla zattera si attivano con lo stesso pulsante. Sebbene questa decisione faciliti l’apprendimento ai giocatori, capita spessissimo di trovarsi in situazioni con varie interazioni vicine che rischiano di sfociare inevitabilmente nella frustrazione di non riuscire a fare ciò che si vuole.

Seguendo questo arrivano dei controlli non proprio agiati, che spesso e volentieri diventano il nemico principale di tutte le partite. Tutto ciò nella parte cooperativa, che fatte invece in solitaria rendono il tutto ancora più logorante. Infatti, piccola nota, in questa modalità ci verrà in soccorso un piccolo robot che farà un’azione soltanto mentre il resto toccherà a noi; sebbene dia effettivamente una mano, a lungo andare ci verrà data sempre più l’impressione di essere effettivamente da soli nel salvare la nostra imbarcazione raggiungendo il livello della monotonia in alcune fasi.

Un altro esempio che ci è capitato più volte è la possibilità di finire il carburante e fermarsi in mezzo al nulla, senza nessun rifiuto intorno, rendendo di fatto impossibile finire il livello. Questo può essere comunque compensato dal fatto che i rifiuti possono essere tenuti a bordo senza venir utilizzati. Ma con il fatto che esiste un solo pulsante per fare praticamente tutto, provare a riparare la zattera spostando ogni volta l’oggetto e perdendo tempo risulta molto frustrante (specialmente se si è da soli).

 

Dunque ormai pare chiaro come la cooperazione e la presenza di più persone diventi praticamente necessaria. Sfortunatamente ci sono stati dei problemi tecnici a livello di gioco online ma non di così grave importanza, piccole correzioni che con delle patch possono essere sistemati. Chiude il cerchio un gameplay che, pur partendo da ottime basi, diventa ben presto ripetitivo.

Trash Sailors

Trash Sailors: un mondo distrutto, ma visivamente appagante

Concludiamo con il comparto grafico e sonoro di Trash Sailors. Su questo lato c’è ben poco da dire in quanto lo stile fumettistico è decisamente un belvedere, ciò rende ogni scenario sempre molto avvincente e dona a Trash Sailors un’identità tutta sua. Abbiamo degli sprite dettagliati, uniti a degli scenari che sfruttano molto bene la grafica bidimensionale (molto similmente a titoli come “Don’t Starve“). Sfortunatamente ciò è controbilanciato da alcune animazioni grossolane e non del tutto sviluppate.

Sul lato del sonoro, nel suo piccolo, riesce a fare bene il suo lavoro. Dandoci musiche di sottofondo accattivanti e azzeccate, con gli effetti sonori delle varie azioni che rendono bene il lavoro compiuto.

In sintesi, Trash Sailors è un titolo che dà il meglio di sé quando giocato in compagnia. È decisamente puntato sulla parte coop visto anche il grande numero di attività che bisogna svolgere contemporaneamente per sopravvivere. Alla lunga può purtroppo diventare ripetitivo, ciononostante tutto questo risulta divertente se si hanno degli amici con cui vivere tale avventura. Un viaggio dove persino i controlli imprecisi possono diventare un motivo per ridere insieme. In solitaria, però, Trash Sailors risulta monotono e ripetitivo, minato da alcuni difetti tecnici.

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