Klonoa Phantasy Reverie Series Recensione | Klonoa è un simbolo dimenticato per il mondo dei platform che trova finalmente una facile via per essere giocato tramite la Phantasy Reverie Series, che include i due capitoli principali della serie. Questi sono Klonoa Door to Phantomile e Klonoa 2: Lunatea’s Veil.
Nonostante la serie abbia ricevuto spin-off come Klonoa Empire of Dreams per il Gameboy Advanced, nessuno di questi è stato portato nella collection. Comprensibile, visto il loro poco successo. I capitoli principali stessi hanno sempre avuto molte difficoltà a raggiungere le vendite desiderate ed a rivaleggiare con giganti come Super Mario. Un vero peccato vista l’indubbia qualità di Klonoa.
Ma andiamo a vedere adesso se la Phantasy Reverie Series ha reso giustizia ai titoli originali.
Un grande ritorno con piccoli cambiamentiÂ
Come già menzionato sia Klonoa Door to Phantomile che Klonoa 2: Lunatea’s Veil sono due perle dimenticate, rispettivamente dell’epoca PlayStation e PlayStation 2. Il primo arriva durante l’introduzione del 3D su console e decide di fare una scelta piuttosto particolare che influenzerà sia il suo stile grafico che il gameplay. Questa consiste nel fondere il classico stile dei platform 2d a quello di “nuova” generazione a tre dimensione, creando così una fusione spesso ben riuscita.
La Phantasy Reverie Series ha scelto però di cambiare il look del primo per renderlo più coerente col secondo capitolo. Ogni elemento ora è infatti in 3d anche se, ovviamente, le meccaniche e il funzionamento del gameplay del titolo non hanno subito reali modifiche. Le uniche aggiunte da questo punto di vista sono state fatte nell’interfaccia utente che adesso rende più semplice capire quanto manca per completare al 100% un livello.
Tornando però a parlare della grafica, Klonoa Door to Phantomile è l’unico che ha subito modifiche pesanti a riguardo poichè Lunatea’s Veil è rimasto quasi lo stesso. Le uniche novità per quest’ultimo sono un leggero miglioramento della qualità delle texture e dei modelli e modifiche alla palette dei colori. Quest’ultima ha una qualità altalenante poichè alcuni livelli erano più adatti con gli ambienti scuri e meno saturati dell’originale.
Per quanto riguarda invece l’aspetto audio, si è deciso di scartare il doppiaggio della versione Wii per tenere il gibberish dell’originale, che nonostante tutto funziona bene ancora oggi, anche se le sue traccie audio non risultano esattamente pulite. Sarebbe stato più utile avere un’opzione per scegliere ma purtroppo questa non è disponibile. Parlando di opzioni, le uniche degne di nota sono la possibilità di attivare un filtro chiamato “Pixel” che cerca di dare uno stile più retrò ai titoli, e l’aggiunta della modalità facile che farà subire meno danni e darà vite infinite.
Le novità Phantasy Reverie Series sono finite, ora andiamo a vedere la qualità  dei giochi originali.
I sogni di KlonoaÂ
La trama ed ambientazione di Klonoa sono sempre state piuttosto particolari, ed è evidente una certa ispirazione a The Legend of Zelda Link’s Awakening. La storia del primo capitolo parte in maniera semplice, mostrando la vita del protagonista interrotta dal malvagio Ghadius e il suo viaggio spensierato nelle terre vicino alla sua casa. Inaspettatamente però, la trama presnta diversi punti in cui diventa più cupa, e questo verrà ben rappresentato dai livelli di gioco.
Questi infatti passeranno da ambientazioni legate alla natura e colorate fino ad alcune più oniriche e scure. Lo stesso viene evidenziato anche dalla musica creando un ottimo risultato dal punto di vista della direzione artistica. Questo schema viene ripreso anche dal secondo capitolo, anche se in maniera meno riuscita dal punto di vista dalla storia visto che certi personaggi e temi vengono introdotti solamente all’ultimo momento.
Il talento artistico sfocia anche nel design dei nemici oltre che per le ambientazioni. Detto questo, i personaggi sono quasi sempre molto semplici dal punto di vista della caratterizzazione. Questo però non è un problema nel quadro generale sia della trama che del gioco in sè. Il punto più forte del titolo è infine il suo gameplay e game design che andremo ad analizzare a breve.
Una perla dimenticata
Se c’è una ragione per la quale Klonoa è considerato un classico del genere è sicuramente il modo in cui sviluppa le sue meccaniche nel corso dell’opera. Klonoa ha la possibilità di compiere diverse azioni tra cui un salto, che si può allungare tenendo premuto l’apposito tasto, e sopratutto l’abilità di afferrare i nemici. Quest’ultima apre molte possibilità al personaggio dandogli la possibilità di attaccare, compiere un salto aggiuntivo e molto altro ancora in base a chi afferra.
Sia il primo titolo che il secondo sono basati su questa meccanica e la sviluppano in maniera molto complessa e interessante. Una delle cose più sorprendenti di questi titoli è infatti quante idee riescono a ricavare dal semplice atto di afferrare un nemico e utilizzarlo in diverse maniere. La complessità del platforming diventa infatti sempre più complessa più si avanza nella storia fino ad avere alcune sfide che daranno filo da torcere anche a giocatori esperti.
Klonoa Door to Phantomile e Klonoa 2: Lunatea’s Veil hanno però qualche differenza nel modo in cui interpretano il loro gameplay. Mentre il primo decide di basarlo di più sull’abilità del giocatore, con livelli complessi che verso fine gioco richiederanno precisione e riflessi, il secondo è più basato su enigmi e puzzle. Questi ultimi richiedono però una certa abilità per essere portati a termine, quindi la difficoltà è sempre presente.
Anche il game design dei livelli è ben realizzato salvo per alcune sezioni del secondo capitolo. Queste riguardano principalmente alcune sezioni di corsa ad ostacoli che sono la parte più legnosa, nonostante Lunatea’s Veil sia il più recente tra i due. Un vero peccato poiché queste sono utilizzate in diverse occasioni durante il gioco e sono di qualità evidentemente inferiore al resto dei livelli offerti.Â
Infine è da evidenziare come nella versione da noi provata, ovvero quella per Nintendo Switch, vi sia qualche occasionale calo di fps. Nulla di grave ma, essendo la Phantasy Reverie Series qualcosa che dovrebbe girare con facilità su qualsiasi piattaforma moderna, è strano vedere queste mancanze, anche se piccole.
Per concludere, Klonoa Door to Phantomile e Klonoa 2: Lunatea’s Veil sono due titoli estremamente validi. caratterizzati da una buona ambientazione e un gameplay che sa costruire molto su poche meccaniche. La Phantasy Reverie Series non porta molti cambiamenti all’opera originale, e per quanto sia il miglior modo di giocare Klonoa, potevano aggiungere molte più opzioni e miglioramenti. Non fatevi però scoraggiare da questo poiché Klonoa è estremamente valido ancora oggi per tutti gli appassionati del genere platform.