The Quarry Recensione| Ormai l’estate è alle porte, con essa la fine della scuola, del lavoro e la possibilità di partire per una vacanza rilassante e divertente per mare, montagna, lago o ciò che più vi aggrada. Per coloro che invece preferiscono rilassarsi a casa con attività come i videogiochi, di certo troveranno pane per i loro denti viste le uscite che dovranno giungere quest’anno e che sono già arrivate. Ma ovviamente non siamo qui a parlare delle prossime iterazioni del settore, bensì di un’opera in particolare e di recente lancio: The Quarry.
Sembra solamente ieri ma in realtà sono già passati ben sette anni da quando Until Dawn è arrivato sulle nostre console, portando con se una veramente ottima ventata d’aria fresca nel panorama dei titoli horror. Con quell’avventura Supermassive Games si è fatta conoscere sin da subito nel mercato, creando attorno a se una devota schiera di fan amanti dell’horror unito al story driven. Visto il grande successo a quei tempi, i giocatori si chiesero sin da subito se ci sarebbe stato un sequel; la popolarità c’è stata, le basi per farlo pure, però il noto studio non ha mai pensato di ufficializzarlo.
Ha invece deciso di creare una vera e propria saga su questo genere, la Dark Pictures Anthology, la quale è giunta al suo terzo capitolo, House of Ashes, con un quarto già in sviluppo. I fan ovviamente hanno seguito con fervore la saga, tra alti e bassi, ma non hanno mai mollato il suggerimento di fare quindi un sequel spirituale di Until Dawn. Ebbene, The Quarry (gioco a cavallo tra un capitolo della Dark Pictures Anthology e l’altro) poteva è può essere quel titolo in questione. Ma come mai abbiamo deciso di metterla sull’ipotetico? Il tutto vi sarà chiaro in questa nostra recensione. Perciò bando alle ciance e iniziamo subito, buona lettura!
The Quarry: Ciò che non ti uccide, ti fortifica
La storia vede un gruppo di adolescenti nel loro tentativo di sopravvivere una notte alle forze sovrannaturali che infestano il campeggio estivo di Hackett’s Quarry. La stagione è finita e i tutor (e protagonisti), Kaitlyn, Abi, Emma, Jacob, Nick, Ryan e Dylan, stanno facendo le valigie per andarsene a loro volta, spinti da un ansioso responsabile del campo Chris Hackett, che non vede l’ora che spariscano.
Se non che uno dei ragazzi decide di sabotare il ritorno alla città per poter rimanere almeno un’altra notte nel campeggio, così da poterci provare ancora con la ragazza dei suoi sogni. La prospettiva che i sette non partano subito manda su tutte le furie Chris, che parte per cercare una soluzione, raccomandando ai sette di chiudersi nella baita e di non uscire. Ma come i cliché dei film horror ci hanno insegnato, i ragazzi se ne fregheranno e decideranno di godersi la serata. Decisione che, ovviamente, rimpiangeranno.
Riusciranno i nostri impavidi campeggiatori a sopravvivere agli orrori di Hackett’s Quarry e a scoprire un mistero che va molto più in profondità? Sta a voi scoprirlo, perché ovviamente sarete voi a decidere il fato di questi ragazzi. Ci piacerebbe dirvi di più ma rovineremo parte dell’esperienza che potrete vivere, perciò ci fermeremo qui.
Until Dawn 2? Quasi…
Se vi sono suonate molte campanelline di “questo lo già sentito/visto” nel leggere la trama, vi assicuriamo che è normale. Ci troviamo di fronte a un classico horror ispirato al genere degli slasher, con adolescenti isolati dal resto del mondo che affrontano degli assassini misteriosi, cercando di portare a casa la pelle. L’elemento sovrannaturale, tanto caro agli sviluppatori, viene introdotto durante il prologo in cui possiamo imparare i comandi e vedere due futuri tutor fare una brutta fine mentre cercano di raggiungere il campeggio.
Diciamo che le prerogative e le anticipazioni richiamano moltissimo Until Dawn, una cosa che potrebbe far molto piacere. Allo stesso tempo dobbiamo però dire che The Quarry non fa niente di rivoluzionario in questi termini. Ed effettivamente ci tocca ammettere, come abbiamo spesso detto nelle altre recensioni delle opere di Supermassive Games, che la storia dei loro titoli postumi ad Until Dawn non è mai stata del tutto originale o memorabile. The Quarry purtroppo subisce lo stesso effetto.
Seppur sia palesemente chiaro che gli sviluppatori abbiano voluto rievocare quel genere dell’horror, con tutti gli stereotipi del caso, il loro intento è riuscito a metà secondo noi. Da una parte sono stati sicuramente in grado di riportare in auge proprio quel filone narrativo in maniera ottimale tanto da riuscire a creare una storia che, seppur ammantata di tematiche trite e ritrite in mille esempi letterari e multimediali, è godibile e piacevole; dall’altra dobbiamo sottolineare delle palesi forzature di trama e mancanze che ci sarebbero piaciute fossero più ampliate.
Tra quelle più degne di nota vi è sicuramente una buona caratterizzazione dei personaggi. Sebbene sia chiaro che il gioco punti a un target ben preciso, quindi agli amanti del genere, se qualcuno volesse approcciarsi per la prima volta, a tale persona sarà difficile affermare di aver “adorato” i protagonisti, in quanto saranno poco memorabili. In certe fasi del gioco anzi le scelte emotive, sebbene siano gestite la maggior parte da noi, andranno a scontrarsi con il carattere stesso dei nostri alter ego.
Questo causerà una strana dissonanza soprattutto tra i rapporti che noi andremo a costruire, distruggere o che già esistono; parallelamente però rende più chiaro come ognuno dei personaggi dovrà fare i conti con se stesso di fronte a una situazione inaspettata e imprevedibile. Un altro punto a sfavore è la mancanza di alcune spiegazioni necessarie, prima fra tutte la vera origine di tutta la sezione del killer. La suddetta verrà inoltrata solo in parte una volta giunti alla fine, lasciando alquanto perplessi e un po’ rammaricati di non venire a conoscenza del completo background del villain principale.
Ma questo è solo il più grande che c’è venuto in mente, tristemente altri sono presenti. Su un gioco che punta molto sulla narrativa riteniamo sia necessario che quanto meno questi punti siano ben spiegati per creare una perfetta unione e originalità nella trama. Infine, ma non per importanza, un altro punto che merita di essere raccontato è il fattore paura. Un horror si basa proprio sul saper creare ansia, orrore e paura. Tristemente The Quarry non è riuscito completamente su questo lato, seppur tentando con tecniche come i jumpscare che risultano molte volte fin troppo prevedibili.
The Quarry: un titolo…più film che gioco
I fan degli story driven sanno bene che quando puntano a un gioco che fa parte di questa categoria, il gameplay sarà per lo più marginale rispetto alla narrazione che ormai ha puntato a creare qualcosa di più vicino a un film. Ebbene, The Quarry segue fedelmente questo filone sul sentiero tracciato dai suoi predecessori. Durante tutta la durata del nostro percorso avremo per ogni personaggio una selezione massima di due opzioni per dialogo, evento o azione.
Queste sono prettamente legate alla narrazione, tanto da diventare a certi tratti pure superflue. Il motivo di ciò è presto detto, il titolo in questione si concentra sul raccontare una storia in primis e di non badare molto al gameplay, tanto che ogni capitolo è costruito come un episodio televisivo della stessa durata del precedente. I finali lasciano aperte le porte a ulteriori sviluppi, al punto che durante i titoli di coda, potreste pensare a un seguito; un dettaglio che da solo dovrebbe far ben capire come si finisce per vivere l’intero gioco.
Su queste basi lo studio ha deciso di agire inoltrando una nuova opzione: la Modalità Cinema. Il nome spiega tutto: se non avete voglia di fare anche quei pochi momenti in cui potrete usare il controller sulle scene più di “azione”, la Modalità Cinema farà da sola. Si tratta di una modalità in cui letteralmente potremmo goderci la storia come fosse un film o una serie tv. Per quanto in linea con l’idea principale che sta alla base, questa cosa ci ha fatto storcere il naso. Non tanto per l’averla messa, ma per la possibilità di secargliela fin dal principio con i due finali principali: ovvero quello dove tutti sopravvivono e la sua controparte più tetra.
Fortunatamente, la presenza di diramazioni cosi ampie da una certa sicurezza che i giocatori vogliano esplorare più strade possibili e quindi giocare.
The Quarry: “nuovo” cavallo ma con gli stessi problemi
Come già detto sopra, le interazioni sono davvero ridotte al minimo essenziale. Si scelgono i bivi da seguire; si esplorano alcuni zone chiuse facendo raggiungere i sempre ben evidenziati punti d’interesse; di tanto in tanto si raccoglie qualche oggetto, ma ovviamente si tratterà quasi prettamente di collezionabili che per quanto possano passare per secondari saranno necessari per alcuni dei finali. Dobbiamo però dire che seppur questa limitazione i bivi e le diramazioni narrative sono davvero tante e questo garantisce una giocabilità non da poco.
Nelle sequenze più frenetiche ci sono inoltre i classici quick time event, che richiedono di premere dei tasti al momento giusto, siano essi di azione o di movimento; torna anche la fase di “trattenere il respiro”. Ora, a noi è stata data l’impressione che molte delle scelte avessero poche ripercussioni sul prossimo futuro, rimandando tutto a molti capitoli più tardi. Ciò potrebbe infastidire alcuni giocatori che nel caso di ripensamento dovranno ricominciare tutto da capo. Seguite anche da imbarazzanti momenti in cui le suddette siano veramente banali, da arrivare a certi punti come “andare verso il mostro” e “andare dalla parte opposta”.
Capiamo che il classico “seguire il rumore in una foresta buia senza armi” sia una cosa presente continuamente nei film horror, ma certe cose potevano essere evitate. Successivamente è toccato poi a una cosa che purtroppo è stata presente nei titoli di Supermassive Games ultimamente, e che non sopportiamo, è il troppo peso che viene dato ai QTE. Questo ha troppa importanza anche in momenti in cui non dovrebbe averne. Possiamo capire che se lo sbagliamo durante un inseguimento ciò causerà la nostra probabile morte, ma non nel resto dove anche un semplice inciampo può rischiare di farci più male che bene.
Inoltre ci sono dei momenti in cui è possibile sparare. Anche qui non crediate mai di trovarvi di fronte a una specie di FPS mascherato, perché si tratta di sequenze ben contestualizzate narrativamente, in cui si prende la mira puntando la torcia da una visuale in terza persona. Ad aggiungere un piccolo dettaglio che non ci è piaciuto è che rispetto ad esempio agli attacchi dei Wendigo in Until Dawn, dove sparavamo proprio una situazione letteralmente di vita e di morte, qui i nemici a cui dovremmo sparare a volte staranno fermi impalati davanti a noi guardandoci attoniti. Sospensione della realtà alle stelle, con tanto di mancanza di parole pure da parte del giocatore.
Fortunatamente in nostro aiuto intervengono due fattori. Il primo è legato alla ormai presente selezione di difficoltà che rende l’esperienza ai neofiti del genere molto più facilitata e a coloro in cerca di una sfida un valido ostacolo; il secondo è il ritorno di un grande classico, ovvero le “profezie”. Queste, in The Quarry, saranno sotto forma di carte dei Tarocchi che verranno lette alla fine di ogni capitolo da Eliza, una chiaroveggente che prende il ruolo del Curatore della Dark Pictures Anthology e che quindi ci farà anche da narratrice.
Queste daranno quantomeno al giocatore la voglia di esplorare le zone di gioco, seppur in maniera blanda, in quanto sono ben nascoste. Allo stesso tempo però giunge un’altra difficoltà: se nei predecessori le profezie le vedevamo tutte, qui se troveremo più di un tarocco dovremmo scegliere quale futuro vedere. Non sarà però difficile capire quale intravedere grazie alle descrizione delle suddette.
Infine, è stata introdotta una nuova opzione per facilitare i giocatori, sbloccabile però finita una prima run: “Riavvolgi Morte”. Molto similmente a Life Is Strange o a Prince of Persia, questa novità permette di impedire una morte di un personaggio fino a tre volte durante un qualsiasi gameplay. Scelta interessante per i nuovi possibili fan, ma per noi non così tanto in quanto siamo riusciti a giocare questo genere di titoli anche senza. Ultima chicca che ci ha fatto sorridere è la presenza di tutorial, in stile cartone in VHS, che spiegheranno perfettamente le meccaniche di gioco. Molto piacevoli alla vista e sicuramente utili a modo loro.
Abbiamo anche il multigiocatore! Ma bisognerà anche attendere…
Una novità introdotta sin da Men of Medan è la possibilità di giocare in cooperativa locale con qualcun altro. Questa opzione è sicuramente una cosa che noi abbiamo apprezzato, soprattutto perché garantisce che più giocatori possano divertissi insieme. Questo può creare anche una run molto variegata e dalle infinite possibilità, soprattutto per la co-op è sia in locale che online.
Anche in The Quarry c’è questa opzione regalandoci momenti di risate tra di noi. Sfortunatamente il multiplayer non è ancora completo, infatti per poter giocare in cooperativa online dovrete attendere l’8 luglio. Quindi per ora possiamo solo parlare di quella locale, che è degnamente portata avanti permettendo a chi gioca di potersi immedesimare nei vari personaggi e creare la propria storia.
Ma se siete più incuriositi ad affrontare la nottata in maniera più imprevedibile, per l’appunto giocando con utenti online, vi conviene attendere prima di acquistare il gioco in questione.
Ambientazioni e musiche azzeccate, ma con qualche pecca…
Cosa nota di Supermassive Games nel fare i suoi giochi è l’utilizzo di un cast di attori veri. Con The Quarry sia lo studio che 2K Games non hanno decisamente badato a spese. Un punto positivo è proprio dovuto al fatto che comunque se i personaggi non avranno una grande caratterizzazione, la loro recitazione sarà sublime. Spiccano nomi come David Arquette (Scream), Lance Henriksen (Alien), Ariel Winter (Modern Family) o Justice Smith (Jurassic World). Senza dimenticare forse uno dei volti più conosciuti in questo panorama: Ted Raimi. Ebbene si, il fratello del noto regista horror de “La Casa“, fa parte del cast e non è un semplice cameo, anzi il suo personaggio è uno dei meglio scritti nella storia.
Insomma, ci troviamo di fronte a una produzione di grosse dimensioni, che punta moltissimo a interessare chi vive di pane e film horror giovanilistici, tanto che i toni stessi della sceneggiatura sono estremamente appiattiti sul genere. Tragedia incombente sì, ma le battute non possono mai mancare, anche quando si sta per morire. Purtroppo qua giunge una pecca: seppur estremamente dettagliati, le cadute di stile su certe animazioni e in particolare su quelle facciali sono ancora presenti. Questo è un problema che ha avvilito molte delle opere precedenti a The Quarry e che qui fa ancora la sua ricomparsa, perdendo parte dell’atmosfera creata.
Per quel che riguarda l’ambientazione, chapeau agli sviluppatori che hanno saputo gestire perfettamente il gioco di luci e ombre creando un che di sinistro in ogni zona dove andremo. Qui però interviene un problema che riteniamo sia causato solo su PlayStation 4. Sfortunatamente ci siamo trovati davanti praticamente ogni volta che ci fosse un ambiente ampio e ricco di dettagli a eventi come “l’effetto pop up” e di un mancato bilanciamento nel renderizzamento.
D’altro canto l’opera sfoggia un’estetica clamorosamente vicina al fotorealismo e la cornice estetica raggiunge livelli davvero impressionanti. Probabilmente grazie alla spinta data su questo fattore, e per poterne gioire completamente, è consigliabile giocarlo o su PC o quantomeno su una PlayStation 4 Pro.
Infine per il lato sonoro e musicale, esattamente come nell’ambiente, è stato fatto un ottimo lavoro di coerenza con la narrazione, gli ambienti e gli avvenimenti. Inoltre è stata introdotta una feature, pensata per gli streamer, che permette di giocare con l’assenza di canzoni protette da copyright. Un dettaglio che farà sicuramente piacere a chi di voi fa questa attività e volesse portare The Quarry in live.
In conclusione, The Quarry potrebbe tranquillamente essere considerato come un successore spirituale di Until Dawn. Sebbene non sia un gioco che punta sull’originalità, lavora in modo incisivo su quelli che sono gli stilemi classici del genere dei teen horror creando cosi una storia comunque piacevole. Non tutto è perfettamente oliato nell’avventura interattiva, a partire da alcuni spunti di scrittura troppo raffazzonati e da una regia non sempre all’altezza dell’impressionante cornice grafica. Ciononostante è un titolo che chi ha apprezzato le altre opere di Supermassive Games e chi è appassionato di questo genere horror, troverà sicuramente intrigante.