Dolmen Recensione: timeline cancellata

Versione PC

Dolmen Recensione | Dolmen è uno dei primi lavori di Massive Work Studio, che fino ad oggi ha principalmente lavorato a giochi per mobile.  Il titolo ha iniziato il suo sviluppo grazie ad un finanziamento su Kickstarter e, nonostante non abbia ottenuto i risultati sperati, non è stato cancellato ed è riuscito a confermare la sua uscita per il 20 maggio su PC, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, e Xbox Series X/S.

Il titolo si presenta come un action GDR in terza persona con un gameplay che richiama molto quello di un Souls, sia per stile di gioco, sia per il funzionamento dei checkpoint all’interno delle aree. Invece, dal punto di vista delle atmosfere e dell’ambientazione si parla di un sci-fi dai toni cupi che trae sicuramente ispirazione da Dead Space per alcune delle sue mappe. Che ciò abbia portato ad un buon risultato o meno non vi resta che scoprirlo, iniziamo subito con la nostra recensione.

Dolmen

Dolmen: Lo spazio dei più forti

L’introduzione di Dolmen ci presenta fin da subito una situazione critica su Revion Prime, pianeta ricco di cristalli Dolmen, una risorsa estremante preziosa con la proprietà di alterare le dimensioni. Noi prenderemo i panni di un Driller, un umano geneticamente modificato dalla Zoan Corporation, e accetteremo la missione di indagare sul pianeta sopracitato. Ovviamente le cose non andranno come previsto e dovremo superare diversi ostacoli prima di arrivare al nostro obbiettivo.

Il gioco espone la sua narrativa in due modi, uno esplicito tramite cutscene e dialoghi, e uno più nascosto tramite dei log scritti sulle varie attrezzature futuristiche che troveremo sparse per la mappa. Il primo dà uno scopo e una direzione alla nostra esplorazione ma non riesce veramente a coinvolgere nella narrativa, e rimarrà sempre in secondo piano. Quest’ultima viene però approfondita dei log che riescono a creare un background più o meno interessante per le mappe da noi visitate. Probabilmente questo aspetto avrebbe giovato di alcuni dialoghi da parte dei vari npc che troviamo sparsi per il gioco, tuttavia la loro unica funzione è darci dei materiali e rimanere in silenzio.

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Un soldato (troppo) pesante

Dolmen impone al giocatore un sistema di combattimento piuttosto severo, dove ogni azione costa una quantità non indifferente di stamina. Nello sfortunato caso in cui ci dovessimo trovare senza energia, il tempo di ricarica sarà estremamente lento. Questo ci costringe a considerare con cautela ogni nostra azione e ci impedisce di essere troppo avventati nelle nostre strategie, anche perché nel caso di errori curarsi sarà un impresa non da poco visti i tempi biblici dell’animazione richiesta per ricaricare la nostra salute.

Sicuramente questo funziona bene per dare dei limiti ben precisi al giocatore e impedirgli di essere eccessivamente forte rispetto al nemico, ma c’è da notare che a inizio gioco il valore della stamina è talmente basso che le azioni a nostra disposizione sono veramente troppo poche. Questo fortunatamente si risolve in fretta grazie alla possibilità di alzare le statistiche nella nostra nave spaziale.

Ciò ci porta a parlare della componente più GDR del titolo, che oltre che con i livelli si esprime anche con la possibilità di costruire il proprio equipaggiamento tramite i materiali che troveremo a Revion Prime. Tra le costruzioni possibili troviamo: armi da fuoco, melee e armature, con la possibilità di modificarne i parametri se gli oggetti che troviamo sono abbastanza rari. Questi ci porteranno ad avere vari punti che si accumuleranno in tre rami di abilità legati a tecnologie aliene o umane e ci daranno vari bonus.

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Il sistema in sé è interessante ma ha i suoi problemi. Innanzitutto è poco approfondito visto che già nella prima metà del gioco è possibile trovare armi e materiali estremamente validi fino alla fine dell’esperienza, senza particolari risvolti di meccaniche o bisogno di innovarsi. L’eccezione può presentarsi con le armi dei boss, che però necessitano di essere sconfitti ben 3 volte prima di potervi dare i materiai necessari, cosa che rende il processo inutilmente lungo. Un’altra nota dolente del crafting è un menù piuttosto confuso che rende difficile capire cosa è attualmente selezionato e cosa no.

Infine tutti i moveset hanno una problematica in comune legata ai controlli del gioco, ovvero l’impossibilità di cancellare gli input dei vostri attacchi e schivate. Questo crea situazioni piuttosto fastidiose, soprattutto la prima volta che incontrate un nemico e avete bisogno di reagire al volo ai suoi attacchi. A questo si aggiunge il fatto che la telecamera presenta dei problemi in spazi troppo stretti, cosa che fortunatamente non capita di frequente. Nonostante tutto questo, variare il proprio stile di gioco tra più armi ha senso e spesso vi troverete davanti a nemici molto più semplici da affrontare se decidete di cambiare setup. Quindi non abbiate paura di investire in statistiche diversificate.

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Tutte le strade conducono a Revion Prime

Parliamo ora delle mappe di Dolmen. Il gioco si divide in tre aree principali e ognuna di queste presenta un’ambientazione diversa, nonostante la prima e l’ultima abbiano qualche somiglianza. Le mappe presentano diversi modi di arrivare alla stessa destinazione ma difficilmente contengono contenuto secondario sostanzioso che potrete perdervi salvo qualche eccezione nella seconda e terza mappa. Il piazzamento dei nemici è caratterizzato da agguati e da occasionali gruppi che vi attaccheranno insieme.

Potrete decidere di sfoltire le fila avversarie tramite l’uso della pistola anche se questo non risolve le occasioni in cui i nemici semplicemente decidono di apparire dal nulla senza alcun indizio visivo. Fortunatamente questo aspetto è presente in poche aree di gioco. A proposito dei nemici, l’intelligenza artificiale non è delle migliori e alcuni di essi saranno facilmente ingannati o incastrati dal girargli intorno. Un difetto che si ripete anche con alcuni boss, sebbene in maniera meno grave.

Aggiungiamo infine che, per quanto il comparto grafico sia dignitoso, le animazioni, specialmente quelle di camminata per gli umanoidi, necessitano di una rivisita abbastanza seria. Questo oltre a portare a movimenti goffi rende poco chiari i tempismi di alcuni attacchi.

Per concludere, Dolmen si presenta come un souls-like che predilige un combattimento lento e ragionato ma che porta con sé diversi problemi. Primo tra questi dei nemici con un’intelligenza artificiale poco curata e animazioni grezze. Lo stesso dicasi anche per le bossfight, sebbene queste ne soffrano meno. L’ambientazione e la storia non riescono a trasmettere molto e fanno spazio al gameplay che funziona nonostante i problemi sopracitati. Per gli appassionati del genere è sicuramente un titolo che vale considerare, rimanendo comunque consapevoli dei suoi difetti.

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