Ravenous Devils Recensione| Vi siete mai chiesti cosa si prova a gestire un’attività commerciale? Scegliere il posto giusto, attirare una clientela, e soprattutto rifornirsi di tutto il necessario non è un compito facile. Come può dunque una coppia con praticamente nulla in tasca trasformare una catapecchia nel pub più famoso della città, nonché nella sartoria più rinomata? No, l’evasione fiscale non è la risposta alla domanda, quella ce la conserviamo per altri titoli. Oggi si parla invece di un tema molto tranquillo: il cannibalismo.
Sviluppato da Bad Vices Games, un team tutto italiano, Ravenous Devils ci trasporta nella Londra del 19° secolo per vivere le vicissitudini di Percival e Hildred, i probabili diretti antenati di Hannibal Lecter che hanno deciso di diventare ricchi vendendo la carne dei loro stessi clienti. Noi di VMAG abbiamo testato a fondo il titolo e oggi siamo qui riuniti per portarvi un’analisi approfondita. Benvenuti alla nostra recensione di Ravenous Devils!
Ravenous Devils: crimini impuniti e lettere minatorie
Vestiti i panni di Percival e Hildred, il vostro compito sarà quello di gestire le loro rispettive attività. Quel che salta subito all’occhio è il modo in cui il titolo calca particolarmente la mano sulla coordinazione dei due protagonisti. La simbiosi tra le due attività è un fattore fondamentale, gestire male i tempi può scatenare una disastrosa reazione a catena. Ma in che modo una sartoria e un pub sono collegati?
Beh, da qualche parte la carne dovrà pur arrivare. Se pensate che Percival sia un normale sarto, vi sbagliate di grosso. Nonostante passi le lunghe giornate lavorative all’interno della sua bottega, riesce sempre a ritagliarsi un po’ di tempo per il suo hobby preferito: l’omicidio. Tutti gli ignari cittadini che entrano per farsi prendere le misure, stranamente, non fanno mai ritorno a casa.
La cosa desta non pochi sospetti, tant’è che ben presto la nostra coppia dal coltello facile inizia a ricevere lettere poco rassicuranti da un certo J. Cannibale altolocato a conoscenza dell’oscuro segreto dell’attività, J ordina a Percival e Hildred di uccidere alcuni individui di spicco e conservare i loro corpi; una volta arrivato il momento giusto, egli si presenterà al locale per consumare le loro carni.
Sebbene le interazioni e i dialoghi all’interno del titolo non siano molti, abbiamo apprezzato i saltuari intermezzi di trama e i personaggi presentati, che nella loro semplicità riescono a risultare unici ed efficaci.
Benvenuti a Hell’s Kitchen
Ma parliamo ora delle pratiche poco ortodosse dei nostri bottegai di fiducia. Come detto in precedenza, Percival ha una particolare passione per le forbici dalla punta non arrotondata. Non appena si presenta l’occasione non si fa troppi complimenti, e qualcuno si ritrova trafitto al collo con una fredda lama.
Fatta la vittima si passa in cucina a preparare la carne, ma non prima di aver spogliato il malcapitato delle sue vesti. Queste vengono prontamente riciclate dal nostro sarto, che dopo averle rattoppate è pronto a rivenderle a prezzo pieno. Ovviamente bisogna anche pulire la scena del crimine prima di ricevere altri ospiti, dopotutto qualche litro di sangue a terra potrebbe far sorgere qualche domanda.
Fatto questo, il corpo è pronto per essere lavorato. Grazie a una comoda botola installata nell’edifico, Percival può facilmente lanciare i corpi direttamente nella cucina di Hildred. A questo punto bisogna solo scegliere come trattare la carne: all’inizio sarà disponibile realizzare solo il macinato, in seguito avrete la possibilità di sbloccare salsicce e bistecche. Come abbiamo detto pocanzi la coordinazione è molto importante. Se la catena di smaltimento cadaveri di Percival non è ottimizzata al meglio, Hildred a fine giornata non avrà a disposizione abbastanza carne per tenere soddisfatta la clientela. Se inoltre non si calcolano bene i tempi in cucina, è molto facile che ci si ritrovi con un’orda di clienti insoddisfatti.
Ovviamente bisogna prestare attenzione anche alla sartoria, che deve essere anch’essa sempre ben rifornita. I clienti non amano molto aspettare, e se non sarete in grado di fornire loro ciò che desiderano se ne andranno adirati dal negozio. Una vendita mancata equivale ovviamente a una fonte di introiti perduta, e considerando l’importanza dei fondi nel gioco vi assicuriamo che è uno scenario che desiderate evitare.
Il denaro acquisito è utile per sbloccare potenziamenti di vario genere, siano questi nuovi ingredienti e strumenti o upgrade a quelli già esistenti. È anche possibile acquisire nuovi espositori e tavoli, nonché alcune aggiunte che vi semplificheranno molto la vita.
Man mano che si prosegue nel gioco le ricette diventano sempre più numerose e complesse, così come gli ingredienti, e il locale diventa sempre più sviluppato. In accordo con l’aumentare dei posti disponibili e degli introiti, aumenta anche la curva di difficoltà di Ravenous Devils. All’inizio sarà facile gestire quei piccoli flussi di persone affamante, quando però inizieranno ad arrivare numeri importanti la faccenda si farà più complicata.
Ad ostacolare le vostre imprese è anche la penuria di materie prime. Per quanto possiate essere veloci nel sistemare la bottega di Percival, nel migliore dei casi a fine giornata sarete riusciti ad accatastare quattro corpi. Possono sembrare molti ma fidatevi, non lo sono. All’inizio del nostro percorso ci siamo focalizzati sullo sbloccare quanti più nuovi elementi possibile, non potenziando gli strumenti già a nostra disposizione. Risultato? Le scorte di carne si sono ridotte ai minimi storici.
Per quanto riguarda il dosaggio dell’elemento di sfida, riteniamo che il titolo abbia svolto un ottimo lavoro. Come abbiamo detto la coordinazione tra i due protagonisti è la chiave del successo, dunque anche solo un errore può scatenare un distruttivo effetto a catena. Non è neanche opportuno acquistare nuovi ingredienti senza pensarci, le risorse sono contate e mettere altra carne al fuoco può addirittura complicare la situazione. Nonostante ciò la difficoltà è sempre correttamente dosata al nostro avanzamento, nelle nostre ore di gioco non ci è mai capitato di imbatterci in un muro insormontabile.
Uccidi, cucina, ripeti
Sebbene la base di gameplay sia di per sé solida, purtroppo è minata dal principale problema del titolo: la ripetitività. Nonostante vengano sbloccate nuove ricette e ingredienti, l’iter di produzione rimane sempre lo stesso. Prendi gli ingredienti, metti il piatto in forno e porta il gin ai clienti se questi iniziano a spazientirsi. Se poi da un lato la cucina di Hildred col tempo si evolve e aggiunge altri elementi all’equazione, la sartoria di Percival rimane praticamente invariata.
Certo, si può aumentare la velocità della cucitrice e si possono mettere più espositori, ma questo è quanto. È anche vero che dopo un po’ viene sbloccata una serra per coltivare gli ingredienti, gestita sempre da Percival, ma ci sarebbe piaciuto vedere la sua attività principale evolversi un po’ di più. Se poi aggiungiamo che in-game si ascolta sempre una sola traccia a ripetizione, capite bene che alla lunga la cosa può stancare. La durata complessiva del titolo è comunque relativamente breve, dunque è comprensibile che alcuni elementi meno rilevanti siano stati minormente attenzionati.
Prima di concludere volevamo spendere, come di consueto, qualche parola sulle performance tecniche del gioco. Ravenous Devils è molto leggero ed è possibile lanciarlo senza problemi anche in hardware più datati, noi non abbiamo avuto alcun tipo di problema sotto questo punto di vista.
Ravenous Devils è un simpatico passatempo che mischia l’arte culinaria a tematiche horror. I personaggi presentati nel corso della storia risultano essere estremamente efficaci, nonostante la loro semplicità. La coordinazione tra i due protagonisti e la gestione delle rispettive attività è il punto cardine del lato ludico dell’opera, nonché centro nodale della difficoltà del titolo. Quest’ultima, dosata in base al grado di avanzamento del giocatore, riesce a mantenere attivo l’utente senza mai porlo di fronte a baratri insuperabili.
Purtroppo Ravenous Devils risente della ripetitività intrinseca nel ciclo di gioco . Altra nota dolente è l’attività di sarto di Percival, che a differenza del pub della compagna si evolve veramente poco nel corso dell’avventura. Il gioco è molto leggero e gira tranquillamente anche in sistemi più datati. In conclusione noi vi consigliamo l’acquisto se il titolo vi ha incuriosito, crediamo che riuscirà a farvi passare qualche pomeriggio piacevole. Vi ringraziamo per averci letto e vi diamo appuntamento alla prossima recensione!
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