La tecnologia della realtà virtuale che stiamo vivendo in questi giorni è solo il fantasma di quello che “il domani” ci porterà. Se l’inizio sembra una fusione tra il poetico ed il profetico, il mondo di Sword Art Online è decisamente uno dei traguardi che la nostra tecnologia di oggi mira a raggiungere. Realtà virtuale applicata ai videogiochi? Entrare e vivere in prima persona le avvenutre di un nostro alter-ego in un MMO è, diciamocelo, il sogno erotico di noi giocatori. Kirito, protagonista dell’anime di grande successo e della saga videoludica ad esso ispirata, è colui che vi è riuscito. La visual novel in questione narra proprio le sue vicende: beta tester e nerd sfegatato, si trova intrappolato all’interno dell’MMO Sword Art Online dal suo creatore. L’anime si divide in due parti: la prima all’interno di SAO, mentre la seconda prende luogo in un’altro MMO chiamato ALfheim Online. Sword Art Online: Lost Song prende luogo proprio in questo secondo universo virtuale, collocandosi dopo i tragici eventi dell’anime e dopo il primo capitolo videoludico Sword Art Online: Hollow Fragment.
Le vicende che questo capitolo ci narra però, sono del tutto slegate da quella che è la trama principale della serie animata e ci porta alla scoperta di una nuova area di gioco di ALfheim Online: il continente di Svart ALfheim. Composta da isole fluttuanti raggiungibili grazie alla nuova modalità di volo, questa zona sarà il teatro della nostra avventura. Sword Art Online: Lost Song ha come obbiettivo quello di darci la sensazione di essere all’interno di un MMO ed il risultato è in parte raggiunto. Pur trattandosi di un Action-RPG, questo titolo presenta delle meccaniche molto vicine al genere massivo on-line ma che, ovviamente, non lo ricalcano in toto. Fatto però questo cappello, sicuramente necessario, è doveroso andre ad analizzare il gioco in tutte le sue parti e, dopo attenta valutazione, ho deciso di inizare dalla parte che più mi ha lasciato basito: la trama.
Quando generalmente giochiamo ad un videogioco, di stampo fantasy soprattutto, la trama è quel qualcosa che rende il viaggio del nostro eroe/eroina pieno di significato ed epicità… In Sword Art Online: Lost Song a mio avviso questa sensazione manca del tutto. Slegata appunto dai tragici eventi della serie animata, la trama di questo capitolo ci porta a vivere il momento della “corsa all’oro” che riguarda il lancio di questa nuova espansione di ALfheim Online, vedendo il protagonista proiettato nell’esplorazione dell’area di gioco e nella raccolta dei materiali ed equipaggiamenti che gli consentiranno di divenire, come poi è nell’anime, il pro-player di turno. Ad aggiungere un pizzico di mistero a questa avventura ci pensa la misteriosa e fortissima gilda Shamrok di cui fa parte una Idol giapponese di fama mondiale, cantante di successo e dalla mente brillante, che risponde al nome di Seven. Laureatasi al M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology nda) questa ragazza è una delle personalità più eminenti nel panorama della realtà virtuale che, ovviamente, attrarrà subito l’attenzione del nostro Kirito. Quello di cui si sente la mancanza, e che più mi ha lasciato perplesso, è la totale assenza di nemico degno di questo nome, uno scopo alto che deve essere raggiunto ad ogni costo… Insomma qualcosa che renda il tutto epico. La storia è narrata in stile tutto giapponese dove non mancano scenette divertenti in pieno anime-style, con dialoghi dove i personaggi appaiono in primo piano ed un audio completamente nella lingua del sol levante.
L’esplorazione, in Sword Art Online: Lost Song, la fa da padrone. L’universo di gioco è articolato in molteplici aree, vaste e densamente popolate da mostri di tutti i tipi. Ogni zona di Svart ALfheim richiede discreto tempo per essere esplorata a fondo, sia a terra che in aria, senza contare la presenza di dungeon che, sebben ripetitivi e veramente poco fantasiosi dal punto di vista dell’ambientazione e degli enigmi, rappresentanto uno dei poli centrali di questo capitolo. La capacità di volare dei personaggi rende il concetto di esplorazione ancora più vasto poiché, come già detto, Svart ALfheim è interamente composta da isole fluttuanti che ospitano tesori e mostri di ogni genere. Con la semplice pressione di un tasto direzionale sul pad, potremo librarci in volo e raggiungere altezze sorprendenti, sorvolando così orde di mostri ed altipiani. Va però detto che la vastità non è tutto, e ciò che da subito si nota è che ogni area di gioco, sebbene gremita di mostri, è un po’ troppo spoglia. Le aree infatti, per quanto grandi, sono poco ricche di quei dettagli che, in un MMO specialmente, fanno la differenza. Se volessimo addurre la “responsabilità” di ciò all’essere questo titolo un titolo per console portatili, e quindi forse lo giustificheremmo bonariamente, quando si parla di PlayStation 4 il tutto diventa inaccettabile. Le potenzialità erano molte dal punto di vista grafico per quanto riguarda gli ambienti ma, purtroppo, il level design lascia molto a desiderare, dando l’impressione di essere su PlayStation 3 piuttosto che su una console next-gen.
Se il level design ci ha lasciati un po delusi, una lancia va spezzata in favore della realizzazione dei personaggi. Il buon numero di poligoni che vanno a comporre Kirito e i suoi compagni ( una ventina circa) ci pone davanti ad un risultato molto piacevole da guardare. Dettagliati e ben definiti, tutti i personaggi principali, antagonisti compresi, sono caratterizzati in maniera unica ed interessante. Lo stesso discrso lo si può applicare, anche se in minima parte, ai mostri presenti nel gioco che, per tutta la nostra permanenza su Sword Art Online: Lost Song, affronteremo ripetutamente.
Parlando appunto di mostri, il combattimento è inevitabile. Divertimento e confusione sono i due aggettivi che meglio descrivono le mie sensazioni a riguardo. Il genere Action-RPG è il nuovo volto di un genere che tenta di unire le dinamiche action, di un combattimento immersivo e coinvolgente a 360°, ai classici elementi ruolistici che da sempre affascinano noi giocatori di un certo stampo. Questo titolo prova con tutto se stesso ad essere innovativo, soprattutto rispetto ad Hollow Fragment (il capitolo precedente), ma il risultato lascia un po’ a desiderare. Durante l’esplorazione di Svart ALfheim avremo il pieno controllo di Kirito e saremo accompagnati da due dei molteplici compagni disponibili durante l’avventura. Dopo un primo, breve ed intuitivo tutorial, la voglia di buttarsi nella mischia prenderà il sopravvento e la confusione avrà inizio. I comandi sono semplici e prenderci la mano non sarà affatto un problema mentre, purtroppo, utilizzarli al meglio rappresenterà l’ostacolo maggiore. La causa è il sistema di mira e agganciamento dei bersagli totalmente approssimativo che rende veramente ostico il tener puntato un nemico fino al suo annientamento, cosa che spesso ci porterà a perdere preziosi punti vita. Come detto, i mostri in questo gioco sono numerosissimi e non è raro, anzi accade spesso, che il combattimento coinvolga più di un avversario quindi, se prendere di mira un solo nemico è difficile nel combattimento a terra, farlo in aria con nemici sparsi in tutte le direzioni è un’esperienza tutta da provare.
Tralasciando il sistema di puntamento, però, i combattimenti di Sword Art Online: Lost Song sono veramente divertenti. Riflettendo sul combattimento mi ha strappato un sorriso il definirlo mentalmente come “botte da orbi”: “frenesia e spadate come se non ci fosse un domani finchè il nemico non va in pezzi”, questo è il mantra che mi ripetevo mentre provavo il gioco. Inizieremo la nostra avventura partendo dal livello 100 e mieteremo vittime sin dal principio. Tuffarsi nella mischia sparando magie o utilizzando le micidiali tecniche di spada di Kirito ci mostra, fortunatamente, il lato positivo del sistema Action-RPG, dove avremo la sensazione di essere veramente circondati da mostri e di combatterli dovendo fare attenzione a tutte le direzioni. Parate e contrattacchi, il cui tempismo è veramente essenziale, sono la nostra salvezza sia dai mostri che dai “giocatori sconosciuti”. Questi simpaticoni, sono npc che vogliono farci la pelle aggredendoci durante i combattimenti con i mostri (l’equivalente dei player killer dell’anime), che spesso incontreremo sul nsotro cammino. Ovviamente salire di livello equivale ad apprendere un numero sempre maggiore e potente di abilità che, senza nemmeno dirlo, rendono lo stermino dei mostri ancora più elettrizzante ed efficace. Le abilità sono molte, variegate a seconda del tipo di arma che si utilizza e soprattutto non facili da ottenere visto che hanno il requisito di livello per essere sbloccate. Eh si cari lettori, il livello a questo gioco rappresenta un muro che si sormonta solo con la pazienza e la voglia di trucidare mostri su mostri. Esplorando il menù ci si accorge presto che la prima tornata di nuove skill si apprende dopo il Liv 200 mentre, e ci sono rimasto di sasso, le ultime si sbloccano al livello 1000… si non mi sono sbagliato il numero è esatto. Se però pensate che livellare sia l’unica cosa che vi terrà occupati, bhe nemmeno a dirlo avete preso una cantonata. Raccogliere materiali ed equipaggiamento ci rende più forti, ma come? Semplice! Il crafting è la risposta che stiamo cercando. La presenza di una vasta moltitudine di mostri implica, quasi automaticamente, una miriade di materiali da raccogliere, tutti differenti e dalla rarirà, almeno per alcuni, veramente sorprendente. Cercare e raccogliere questi componenti serve per migliorare il nostro equipaggiamento e consentirci di essere sempre più potenti e competitivi nell’universo di Sword Art Online: Lost Song. Quindi, come in ogni MMO che si rispetti o presunto tale: che il farm sia con voi!
Giungendo alle conclusioni non si può certo dire che Sword Art Online: Lost Song sia un gioco da buttar via. La trama ed il level design hanno le loro pecche, anche grandi se vogliamo, ed il sistema di mira è… bhe è quel che è, ma il gioco rimane comunque godibile. Presenta una buonissima longevità (vi sfido a raggiungere il livello 1000), un elevato numero di personaggi che potremo portare con noi, tutti o quasi dotati di una storia personale da scoprire durante il gioco, ed infine la nuova funzionalità del multiplayer che aggiunge quel pizzico di sale in più al titolo. Magari Lost Song non avrà le carte per calamitare totalmente la vostra attenzione, ma sicuramente Namco Bandai ed i ragazzi di Artdink ci hanno regalato un prodotto di nicchia da giocare in attesa di uscite più interessanti.