Hidden Deep Recensione| A volte i misteri più intriganti sono quelli che spingono gli esseri umani fuori dalla loro confort zone; certo, gli urban noir o le investigazioni poliziesche hanno il loro fascino – altrimenti non si spiegherebbe il successo di questo tipo di media. Tuttavia, l’idea di ambientare una scoperta misteriosa e a volte terribile in luoghi remoti, inesplorati o alieni è sempre un bonus che va ad arricchire il nostro grado di coinvolgimento in questo tipo di storie. Da Ventimila leghe sotto i mari a 2001: Odissea nello spazio, i misteri e gli orrori che prendono forma in luoghi potenzialmente sconosciuti ed ostili sono sempre i migliori.
Quest’oggi ci recheremo in un misterioso complesso di cave sottomarine a più di 2000 metri sotto il livello del mare: stiamo parlando di Hidden Deep, titolo early access sviluppato dalla one-man-army di Cogwheel Software con il supporto di Daedalic Entertainment, stesso gruppo dietro al molto simile Barotrauma. In questo gioco d’azione fantascientifico ispirato ai mostri sacri del genere (Alien, La Cosa, Half Life) ci uniremo ad un team di professionisti d’èlite inviati ad investigare in una base sotterranea sottomarina. Ben presto, di missione in missione, scopriremo che non tutto è come sembra, e una terribile rivelazione ci attende.
Senza indugi, prepariamo l’imbracatura e la strumentazione: ne avremo bisogno.
Hidden Deep: “Colossal Cave Horror”!
Come raccontato nelle premesse, Hidden Deep non nasconde le sue muse ispiratrici ponendoci in una trama non molto approfondita ma ben caratterizzata specialmente per quanto riguarda mood e ambientazione. Siamo in una base sottomarina che si staglia su un imponente e per lo più inesplorato complesso di cave. Un vero e proprio avamposto di frontiera di una umanità che si confronta per le prime volte con questo mondo sconosciuto. Ogni cosa qui ha le sue regole, e per noi la cosa più importante è apprendere come restare vivi nelle caverne. Hidden Deep fa un buon lavoro nel comunicarci fin da subito che ci troviamo in un posto potenzialmente pericoloso: siamo qui per cercare di capire cosa è accaduto alla base e al suo equipaggio, e il mezzo con cui ciò dovrà essere eseguito è una serie di missioni di difficoltà progressiva.
Un loop di gioco ben rodato e noto a tutti coloro che masticano il medium videoludico, quello di Hidden Deep, che ad una narrazione aperta e un gameplay continuo predilige una configurazione episodica. Non sappiamo cosa accade ai nostri uomini tra un incarico e l’altro e non possiamo esplorare liberamente le grotte. Una scelta coraggiosa, in un periodo storico in cui i videogiochi sono sempre più aperti, più grandi, più liberi, una scelta che noi di VMAG ci sentiamo però di apprezzare, evidenziando la nicchia in cui l’opera in esame si va ad incastonare, una per nulla meno degna di altri titoli che affrontiamo di giorno in giorno sulla nostra piattaforma. Il lato più interessante delle fasi iniziali di Hidden Deep è sicuramente il modo ben pensato in cui – di missione in missione – il giocatore viene fatto acclimatare al gioco e alle sue funzionalità . All’inizio infatti controlleremo un semplice scout, un esploratore con la strumentazione base per esplorare le cave: rampino, funi, scanner ed esplosivi, per aprirsi la strada: si tratta delle persone più sacrificabili del team, facilmente sostituibili di perdita in perdita.
Hidden Deep: la morte è dietro l’angolo
Proprio questa idea della fine ad ogni angolo è davvero ben realizzata e viene resa coerentemente ad ogni decesso del personaggio: come se fossimo in una sala biometrica a monitorare il personaggio, sentiamo il suo ecocardiogramma piatto e la scena rende un monitor che si spegne lentamente. Se dovessimo tornare nel luogo in cui il nostro precedente personaggio ha perso la vita, troveremmo solo una pozza di sangue più o meno grande – in base a quanto violenta è stata la sua morte. Piccoli dettagli di Hidden Deep che però contribuiscono in grande entità in favore del portafoglio del mood del gioco. Ad ogni missione, riceveremo una mappa e degli obiettivi, in un titolo che non sempre accompagna con mano il giocatore, privandolo di marker sulla mappa a necessità , in favore di una maggiore esplorazione delle grotte.
Nella sua fibra in ogni caso Hidden Deep è un titolo di azione 2D, e i momenti più al cardiopalma saranno di sicuro quelli del combattimento con… qualsiasi cosa abiti le caverne. Definire questi esseri è difficile: alieni… mostri? All’inizio non sapremo molto di questi esseri e degli ambienti che abitano, ma proseguendo, in un apprezzabile esercizio di narrazione ambientale, i più attenti tra i giocatori inizieranno ad intuire che a volte la presenza di questi esseri può essere prevista. Strana xenoflora sulle pareti… rumori sospetti… ambienti distintivi; ogni cosa può suggerirci che stiamo per essere assaltati da un’orda di mostri.
Hidden Deep: tutto per completare la missione
Hidden Deep evidenzia bene l’idea della sacrificabilità dei nostri uomini, nulla di nuovo ovviamente, in quanto già XCOM: Ufo Defense tra i primi aveva giocato magistralmente le sue carte nel farci affezionare ai nostri soldati di missione in missione, lasciandoci devastati al loro trapasso. Non si toccano questi livelli di attaccamento ai propri personaggi in quest’opera… non ancora, per lo meno, ma non possiamo non ammettere che perderne uno per un nostro errore può essere triste o avvilente. Dopotutto, come ci viene comunicato dalla gracchiante voce del nostro superiore ad ogni checkpoint, dobbiamo completare gli obiettivi ad ogni costo, anche la vita. In alto, assieme ad altre informazioni dell’interfaccia, noteremo una voce misteriosa… “crew”, seguita dal numero di uomini rimasti da inviare nelle viscere della terra. Se esauriamo i “corpi” da sacrificare alla “divinità delle grotte”, la nostra spedizione finisce lì, e ritorniamo al menu.
Proseguendo nelle missioni di Hidden Deep, faremo conoscenza con altre classi del nostro equipaggio, tra cui ritroviamo il soldato e l’ingegnere. Il titolo fa un buon lavoro a differenziare coerentemente i diversi personaggi e le loro mansioni, dotando ciascuno di facoltà ed equipaggiamenti ben precisi. Giunti a questa fase sbloccheremo anche una ben pensata meccanica di “gioco di squadra”… premendo i vari pulsanti del numpad riusciremo a cambiare personaggio, controllandoli uno ad uno, con l’idea che in futuro sia possibile giocare anche in modalità coperativa. In netto contrasto con la sacrificabilità sopra elencata, Hidden Deep riesce ancor meglio ad inculcarci un ulteriore concetto: da soli non si va avanti. Il nostro ingegnere avrà bisogno che lo scout pianti una zipline per scendere nelle viscere della grotta; il soldato dovrà coprirlo dall’orda di strambi alieni mentre cerca di riparare un importante macchinario; è proprio in questi momenti che il miglior spirito adrenalinico dell’opera emerge nella sua bellezza.
Hidden Deep: il lavoro sporco di un esploratore
Il combattimento di Hidden Deep non è rivoluzionario, anzi, si tratta di meccaniche solide e già viste in numerosi altri titoli: ottenuta l’arma che fa per noi, siamo chiamati a mirare col mouse e sparare col sinistro, cercando di contrastare gli alieni. Se la meccanica in sé non sarà rivoluzionaria, le armi al contrario sono ben differenziate e caratterizzate, e ciascuna ha la sua funzione situazionale e i suoi pro e contro. Ovviamente, nei profondi recessi della terra, non abbiamo scorte infinite: le merci, i consumabili e le munizioni sono destinate a terminare, se non le razioniamo e razionalizziamo a sufficienza – la fortuna ci permetterà di trovare le scorte di sfortunati predecessori?
Se gli obiettivi di ogni missione di Hidden Deep non sono negoziabili, più andremo avanti, più scopriremo che i mezzi per completarla sono diversi e vari. Una scoperta che non viene presentata su un piatto d’argento al giocatore – e questo può essere sia un punto di forza che di debolezza. Difatti, proseguendo nelle esplorazioni sotterranee, il nostro rooster di uomini e mezzi si espanderà … perché rischiare infiltrandosi in angusti e perigliosi cuniculi, quando ora siamo in possesso di una escavatrice con cui guadagnarci facilmente l’accesso alla zona che dobbiamo visitare? Le missioni – sia quelle della storia che quelle libere – sono dotate di un buon grado di rigiocabilità , e di certo la futura introduzione del multigiocatore darà grande beneficio all’opera.
Hidden Deep: la spedizione è partita impreparata?
Prima di ogni spedizione, bisogna riflettere attentamente circa il nostro grado di preparazione, e di certo anche questo è il caso di Hidden Deep, titolo che ricordiamo viene ad oggi sviluppato da una singola persona. Certamente, la quantità di lavoro e tempo investita in questo progetto è ammirevole, e tra i dubbi di superficie non si può non evidenziare la forza dell’idea di fondo. Bisogna in ogni caso riflettere anche circa le prospettive e il grado di appeal che si può offrire al destinatario finale di un simile media. Hidden Deep è pronto per l’Early Access? Non possiamo rispondere a questa domanda, visto il macrocosmo di titoli in stati e destini diversi che hanno esplorato “le caverne oscure” di Steam Early Access.
Possiamo però ricapitolare gli esiti di questa esplorazione di Hidden Deep allo stesso modo che farebbero i nostri personaggi del gioco tra una missione e l’altra, rivedendo gli obiettivi, i risultati, i feriti e i morti. L’opera nella sua interezza appare in uno stato piuttosto embrionale: le meccaniche ci sono ma i contenuti un po’ meno, e già a ora si scorgono oltre la pallida luce della nostra lampada da geologo le potenzialità , le debolezze e le opportunità di un simile prodotto. Il numero di oggetti, missioni e personaggi appare scarno: durante le nostre partite abbiamo incontrato solamente quattro tipi diversi di “alieno” e tre differenti tipi di grotta, cosa che ci lascia con un lontano amaro in bocca.
Quel che ci può togliere quel brutto sapore dalla mente, tuttavia è la roadmap di Hidden Deep, che ci promette, seppur in toni vaghi, più di tutto: mostri, livelli ed armi. Nelle grotte nessuno ci sentirà urlare, così ci dice la grafica, ma ad oggi non si può gridare al miracolo.