Parigi: PS4 usata per il piano dei terroristi?

Incredibile ma vero, la PS4 è stata messa al centro di una polemica internazionale a causa di un articolo uscito su Forbes, e poi rilanciato dai principali quotidiani internazionali, in cui sembra che la console targata Sony sia stata usata per pianificare gli attacchi di Parigi del 13 Novembre. La notizia, poi rivelatasi un falso incredibile, ha forse creato una catena irreversibile che porterà conseguenze nel mondo del multiplayer online.

Riavvolgendo il nastro degli eventi, tutto nacque da alcune dichiarazioni rilasciate il 10 Novembre dal Primo Ministro del Belgio Jan Jambon in cui il politico considerava il flusso di comunicazioni crittografate attraverso il PlayStation Network un ostacolo per la sicurezza nazionale. Nel contesto di un evento a cui stava partecipando, Jambon considerava la fallacia dei sistemi d’intelligence del Belgio nel decriptare i dati delle chat occorrenti sul network della Sony, ma aveva solo ventilato l’ipotesi che i terroristi potessero usare tale sistema di comunicazione per organizzare attentati. Le dichiarazioni di Jambon stavano per cadere nel dimenticatoio fino alla notte in cui Parigi cadde nel panico, dove fiumi di sangue scorsero per le strade, mentre il teatro Bataclan fu trasformato in un vero mattatoio d’innocenti dai militanti dell’Isis.

A riaccendere i riflettori sulla difficoltà di tracciare le comunicazioni sul PSN ci ha pensato la rivista Forbes che, in un articolo a firma di Paul Tassi, ha lanciato la possibilità che tra gli effetti personali raccolti tra i terroristi uccisi ci fosse una PS4. Collegando questa ipotesi poi con le dichiarazioni del Ministro Jambon, e costruendo una dettagliata analisi delle numerose possibilità con cui si possa comunicare indisturbati nelle chat interne dei videogame nel network Sony, il gioco era fatto. Risultato: una polemica internazionale infuria contro PSN e il mondo dei videogiochi online in genere, con i principali media britannici (Daily Mail, Mirror, Telegraph) che hanno sbattuto il coinvolgimento di PS4 a Parigi in prima pagina.

La Sony dal canto suo non si è fatta attendere e, dalle colonne di Eurogamer, ha dichiarato in sintesi che PS4 permette la comunicazione tra amici e compagni di gioco e che, in comune con tutti i moderni dispositivi interconnessi tra loro, questo sistema può essere potenzialmente abusato per altri scopi. Nella sua attività di monitoraggio e prevenzione, Sony chiede inoltre aiuto anche agli utenti nel segnalare comportamenti sospetti o illegali.

Wikileaks

Lo stesso Paul Tassi ha dichiarato pubblicamente di aver sbagliato a scrivere quella falsa notizia e ha prontamente corretto il testo del suo articolo: mossa onorevole ma tardiva. Il polverone stenta a diradarsi, anche a causa del prepotente ritorno sulla scena dei famosi documenti segreti apparsi sul tanto discusso Wikileaks in cui si scoprì che nel 2013 la NSA americana e la Mi6 inglese hanno spiato migliaia di comunicazioni che correvano su XBox Live in cerca di possibili terroristi.

Che sia vero o presunto che nei fatti di Parigi fu protagonista una PS4, il sistema PlayStation Network non garantisce che tra gli utenti non ci siano terroristi che stanno pianificando un attacco da qualche altra parte. Con più di 65 milioni di utenti giornalieri attivi su PSN, anche se alle agenzie d’intelligence si desse pieno accesso ai flussi di chat e VoIP che viaggiano sulla rete Sony, risulterebbe difficile che trovino attività terroristiche di alcun tipo in poco tempo. Un pensiero che lascerà insonni parecchie persone.

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