Expeditions Rome Recensione | La storia è una disciplina vasta e ricca di corsi e ricorsi; in passato abbiamo già evidenziato in recensioni molto apprezzate dai nostri lettori l’importanza di questa fonte non solo di storie videoludiche. Così è stato nel caso de la Recensione di Shadow Tactics Aiko’s Choice, ultimo ritrovato del franchise che trae a piene mani dal travagliato periodo edo giapponese, ma non manca anche lo stesso Age of Empires IV ad immergerci in grandi battaglie e illustri condottieri. Questa importante branca del nostro sapere, così preziosa per ciò che ci insegna e per le memorabili storie che ci strasmette, ha permesso la nascita di grandi opere videoludiche che ancora oggi continuano ad intrattenerci e donare valore all’intero medium. Ma quest’oggi affronteremo un altro grande ed amato periodo storico, ovvero, la pax romana con la sua intramontabile civiltà direttamente dallo stivale.
Stiamo parlando di Expeditions Rome, ultimo lavoro di THQ Nordic con Logic Artists, che con le sue curiose meccaniche strategiche e ruolistiche che approfondiremo presto, ci fa vivere le esperienze di un giovane condottiero romano in erba assieme al suo entourage. Gli sviluppatori hanno fatto delle scelte davvero interessanti questa volta, dunque non dilunghiamoci troppo. L’opera è in arrivo su PC il 20 gennaio, e succede direttamente a Expeditions: Viking – ispirato alle gesta nordiche.
Indossiamo il cassis dunque, e che Marte e Cerere ci proteggano!
Expeditions Rome: fuga da Roma e ripercussioni
La storia dei personaggi illustri di Roma è ricolma di luci ed ombre; sembra che ovunque ci sia un grande uomo ci siano quasi sempre grandi dubbi. Anche il protagonista di Expeditions Rome ha un trascorso simile. Primogenito, erede ed unico figlio di un potente senatore, dopo il suo avvelenamento da parte di un suo avversario è lui e la sua eredità a passare nel mirino della… ballista. Secondo la legge romana, infatti, sposando la vedova, il viscido rivale punta a privarci di quanto ci spetta. A correre in nostro aiuto sarà la nostra madre, a metterci in una nave in fuga verso l’accampamento militare di un amico fidato del nostro defunto padre. Ad aiutarci ci sarà Syneros, fido liberto greco, e non mancheranno nuovi e vecchi amici ad unirsi alle nostre avventure.
Una trama se vogliamo canonica, che non brilla forse per originalità, ma di certo lo fa dal lato storico. Quando si mettono in scena opere videoludiche di carattere storico infatti ci si trova in un traballante binario in cui bisogna mantenere un equilibrio significativo sia dal punto di vista dell’accuratezza rispetto alla realtà storica, sia realizzare una buona opera in termini di gameplay. Questa è proprio la sfida spinosa su cui si scontra in primis la colonna legionaria di Expeditions Rome, trovando, a nostro parere, un buon compromesso tra le due esigenze. Non mancheranno ovviamente colpi di scena ed eventi inattesi, di variabilità ed importanza differenziata in base alla situazione che affronteremo di momento in momento.
Expeditions Rome: una nuova vita dall’Asia Minore al Caput Mundi
Ed è così, che dopo aver creato il nostro personaggio e sperimentato la sequenza introduttiva a bordo di una imbarcazione, che arriveremo al campo di Lucullo, uno dei pochi alleati rimasti alla nostra famiglia. In questo momento arrivano il grosso delle meccaniche con cui ci relazioneremo nel corso delle nostre partite su Expeditions Rome. Come vi avevamo promesso, vogliamo infatti parlarvi di questa interessante mistura di strategia, gioco di ruolo e gestionale che di certo si configura come un’offerta interessante in questo nuovo anno.
Dopo aver preso i contatti con il nostro superiore assumeremo difatti la posizione di Tribuno, e ci ritroveremo a sperimentare il loop di gioco in sé attraverso vari momenti. Quando si tratta di conciliare meccaniche provenienti da generi diversi, molto spesso i game developer si muovono in un nido di vespe, ma fortunatamente questo non è il caso di Expeditions Rome. Infatti, ci si alterna agevolmente tra dimensioni squisitamente ruolistiche come quelle fatte da dialoghi e quest, a momenti più strategici o attivi come lo spostamento sulla mappa tattica o i combattimenti a turno.
Nel suo cuore, difatti, Expeditions Rome si costituisce come un “simulatore di condottiero” alla guisa dei famosi Mount & Blade o simili: siamo chiamati ad immedesimarci nelle caligae di un “piccolo cesare” che deve imparare il travagliato mondo della Roma Repubblicana. Non mancheranno dunque le sorprese e i tradimenti, e la cosa più significativa offerta da quest’opera è di certo la capacità di compiere scelte significative. Risparmiare un navarca poco attento è la scelta migliore? E che mi dici di quel nemico sconfitto? Ogni decisione modellerà il nostro personaggio verso una ben precisa risoluzione, evidenziando il lato più profondo dell’opera.
Expeditions Rome: da marmocchio a condottiero in cinque semplici step
Ci imbarcheremo dunque in un vero e proprio “gran tour” dell’Impero e dintorni, seguendo volta per volta i viaggi, le esperienze e le sfide del nostro personaggio, che assumerà il titolo di Princeps nella legione del Consul Lucullo. Il lato ruolistico del titolo si mescola a quello strategico, in Expeditions Rome, in quanto man mano che esploreremo il mondo, potremo reclutare nuovi soldati e seguaci e ottenere denaro, risorse ed equipaggiamento. In una delle rese più accurate per un gioco con questi temi, una buona quota delle probabilità di successo a nostra disposizione sarà dettata proprio dalla nostra capacità di gestire le risorse a nostra disposizione; economiche, tattiche ed umane.
I personaggi di Expeditions Rome, tolto il protagonista, naturalmente plasmato nel corso dell’esperienza dalle nostre decisioni, sono tutti distinti e ben caratterizzati. Dal punto di vista fisico, ovviamente, avremo individui di provenienza ed aspetto diverso, cosa prevedibile in un melting pot come quello della Roma Antica; ma non mancano anche caratteri ben diversi che plasmeranno individui con idee e valori differenti. Uno dei lati più interessanti, seppur non molto approfondito, è quello dell’approvazione che ciascun membro del nostro gruppo nutrirà verso di noi; toccherà a noi scegliere il corso di azione migliore per non offenderli. Oppure, potremmo adottare la via del condottiero autoritario, fregandocene delle loro pulsioni, aspettandoci da ogni seguace la piena obbedienza.
Expeditions Rome: la bellezza del classico
Muovendoci verso la conclusione di questa recensione, non possiamo non riflettere circa il lato estetico di Expeditions Rome. In generale, possiamo dire che pur adottando uno schema disimpegnato di visuale isometrica dall’alto, il titolo fa un buon lavoro nel comparto visivo, specialmente per quel che concerne il lato dei modelli dei personaggi e degli oggetti. Fa sempre piacere, da appassionati di storia antica, vedere un bel cassis imperiale o una lorica hamata ben realizzata, e in questo il gioco è ineccepibile presentandoci l’equipaggiamento credibile di legionari, velites e sagittarii dell’epoca senza invenzioni creative al limite della fantasia. Le ambientazioni, seppur poco memorabili, sono allo stesso tempo accettabili e degne dell’ambientazione.
Non mancano tuttavia alcuni dettagli da evidenziare rispetto ad un titolo ben realizzato, ma comunque come c’è da aspettarsi non perfetto. Expeditions Rome nel complesso trae una buona esperienza dal suo predecessore, Expeditions Viking, ma come nel suo caso, non è scevro da alcune lievi mancanze o potenzialità sprecate. Uno di questi casi in questo senso è la meccanica esplorativa, che avrebbe potuto dar luogo a molte potenzialità dal punto di vista ludico: anche se degli eventi casuali sono presenti, un modello come questo avrebbe arricchito di molto il gioco strategico e gestionale, cosa che è mancata.
Expeditions Rome è un’opera ben pensata, che di certo verrà apprezzata dagli appassionati di storia antica ma non solo; il suo punto di forza maggiore è sicuramente la mescolanza di meccaniche differenti ma che si alternano bene, come quelle che abbiamo elencato di sopra. Con una trama canonica ma credibile, non mancheranno le sorprese nel corso dei viaggi del nostro Princeps in erba, in un’opera che convince nonostante alcune piccole imprecisioni.