C’è molta storia dietro il brand di Need for Speed, moltissima. E’ una delle serie più longeve nel mondo dei videogiochi e una di quelle che ad ogni uscita ha il merito di provare a proporre qualcosa di diverso, ogni volta. Ne abbiamo viste tante di diramazioni. Arcade, simulative, votate alla personalizzazione o al piacere di guida più semplice e genuino. Tra alti e bassi la media qualitativa è sempre stata notevole, ma pochi ci hanno conquistato davvero. Underground e Underground 2, gli episodi ispirati fortemente dal film Fast and Furious e da anni in cui avere finestrini completamente neri e scarichi più grandi possibile era fighissimo fu tra questi, combinando una guida arcade molto equilibrata e un tuning molto appassionante. Nel nuovo Need for Speed gli sviluppatori di Ghost Games non solo hanno voluto dare un’atmosfera simile a quel capitolo ma anche riportare quanto di buono è stato fatto negli altri episodi per riaccendere il motore e farlo salire nuovamente a giri vertiginosi, come fu tempo fa. Correre verso il passato porterà alla vittoria?
https://www.youtube.com/watch?v=vLQGXHy5m6Y
Raccogliere l’eredità di una serie così lunga ha significato riunire non un solo nuovo modo di intendere le corse su quattro ruote, ma quintuplicarlo per soddisfare ogni tipo di pilota e ogni stile che l’indomito bisogno di velocità sprigiona. Uno stile alla Underground arricchito dagli altri elementi caratterizzanti che abbiamo conosciuto nel tempo. Cinque anime per cinque stili: la ricerca della velocità pura di Magnus Walker, lo stile raffinato e cool di Ken Block, il gusto estremo nel tuning di Nakai San, la complicità dei Risky Devil e la non curanza delle regole di Morohoshi San. Purtroppo queste star del volante sono state relegate a semplici comparse o miti nei racconti dei veri co-protagonisti della nostra carriera, ovvero Spike, Manu, Amy, Robyn e Travis, ragazzi semplici con la passione di correre per vincere, ognuno a rappresentare lo stile delle leggende suddette. Ci invitaranno a gareggiare con loro e contro di loro per aumentare la nostra reputazione in città e tra le community di strada chiamandoci al telefono (anche durante altre gare) e incontrandoci nei locali di ritrovo con dei filmati in prima persona ben realizzati. Nonostante un doppiaggio in italiano poco ispirato e sincronizzato con la recitazione, sono divertenti da guardare e accattivanti prima delle gare.
Per comprendere appieno la direzione presa con questo reboot, è meglio partire dai lati negativi. Sarà solo prendendone atto e passandoci sopra che potrete apprezzare il titolo per quello che può davvero offrire come divertimento. Come in Underground 2, il tracciato dove sfogarsi sarà una città intera, Ventura Bay in questo caso, la versione virtuale di Los Angeles. Solo nelle intenzioni degli sviluppatori però: della grande metropoli californiana ha ben poco, a causa della scelta di ambientare tutte le nostre azioni di notte e sotto una pioggia presente per il 90% del tempo, per di più scriptato per zone, solo in una infatti vederemo affiorare le luci dell’alba, per poi tornare nel buio. Va bene voler simulare un’ambiente dove si è sempre sul filo del rasoio per sfuggire alla polizia, ma se inizialmente l’atmosfera ne guadagna essendo accattivante e immersiva passerà poco tempo per abituarsi e poi stancarsi di vedere sempre le luci dei lampioni, la carrozzeria dell’auto bagnata e soprattutto desolanti strade vuote degne di un’apocalisse zombie. Vedere le strade e la livrea del nostro bolide riflettere la luce del sole è una voglia che non verrà mai accontentata, e a farne le spese è l’intera varietà di gioco. Le strutture dei palazzi e dei punti di interesse (da scovare e fotografare) non aiutano: sono troppo semplici, troppo grezzi, troppo banali, e a parte il ponte, lo stadio e la vista dello skyline dai tornanti delle montagne non vi fermerete mai ad osservare cosa vi circonda, sciolto in una grande macchia grigia e arancione.
Per le strade di Ventura sono disseminate tantissime competizioni a cui prendere parte, spontaneamente o sotto consiglio dei nostri eccentrici amici. E’ possibile impostare il GPS per raggiungerle guidando o teletrasportandosi direttamente sul luogo, utile quando vogliamo correre su strade dalla parte opposta della mappa senza troppo sbattimento. Ogni gara è ben ambientata sulle strade da cui parte, ad esempio sulle colline avremo tornanti e lunghi curvoni in discesa dove derapare in scioltezza mentre quando Spike vorrà spingere l’acceleratore a tavoletta è facile che ci inviti a partire dopo l’imbocco dell’autostrada che collega i quattro quartieri principali della città . In generale comunque potremo trovare tutti i tipi di gara in ogni parte della città , senza troppe divisioni. Peccato per la poca originalità nella tipologia di competizioni: l’unica peculiare è il Touge, una gara di derapate dove il moltiplicatore dei punti incrementa con la posizione in gara, costringendoci non solo ad allungare il più possibile la sgommata curvando ma anche a forzare i sorpassi, aumentando il rischio. Anche le corse che comprendono la presenza della polizia avrebbero potuto divertire molto di più ma c’è poco da fare: le loro auto sono troppo da seminare ai primi livelli di “criminalità ”, indicato dal prezzo da pagare per la multa che si alza con i danni e il tempo di fuga, e difficilmente ci ostacolerà prima di arrivare al traguardo. Per il resto troverete le solite gare in circuito, a cronometro, da punto a punto e derapate normali. Avrei preferito che ci fosse anche un minimo di presentazione o narrativa prima di partire, invece di lanciarsi in una gara che parte al click del bottone con gli avversari che appaiono spontaneamente poco più avanti. Se vi annoiate potete sfidare al volo qualche giocatore unito alla vostra partita dal sistema di matchmaking all’ingresso, o completare gli obiettivi delle sfide giornaliere.
Il premio per ogni gara completata saranno soldi per migliorare la vostra auto nelle performance e nell’estetica e i punti reputazione per crescere di livello. Si possono accumulare punti per ogni stile che volontariamente o meno perseguiremo. Ad esempio sfasciando tutto ciò che troveremo sulla nostra strada guadagneremo punti da fuorilegge, mentre derapando aumenterà il contatore chiamato “Style”, e così via. Si possono guadagnare anche al di fuori delle competizione, praticamente il gioco vi premia per quanto tempo passate in strada.
Il problema principale e più grave, forse lo avrete già letto in giro, è l’effetto elastico dell’IA. Prima di arrivare verso la fine della trama, al livello di difficoltà più alto e il tutto più equilibrato, le altre vetture diventano proiettili quando sono dietro di voi, superandovi in accelerazioni spaventose, per poi rallentare e quasi fermarsi inspiegabilmente per farsi superare a loro volta. La cosa peggiore è che accade spesso prima del traguardo. Durante le prime dieci ore di gioco, quando la difficoltà è ancora bassa, basterà mantenere una velocità molto alta e non schiantarsi per vincere con tranquillità .
“le altre vetture diventano proiettili quando sono dietro di voi, superandovi in accelerazioni spaventose, per poi rallentare e quasi fermarsi inspiegabilmente per farsi superare a loro volta”
Mi aspettavo molto di più dal lato del Tuning. Anche se gli sviluppatori non hanno mai detto esplicitamente che questo fosse il focus del gioco, era lecito aspettarsi che il sistema di personalizzazione permettesse soluzioni infinite e divertimento per ore, data la tradizione. Le ho passate lo stesso, essendo un fanatico della creatività applicata alle automobili e del minimo dettaglio al posto giusto, ma ho visto di meglio in altri titoli neanche troppo votati a questo aspetto, basta prendere l’ultimo Forza Motorsport 6. Spesso non è possibile modificare alcune componenti della carrozzeria, e quando lo è ci sono ben poche alternative tra cui scegliere. Buona la gestione delle vernici e la presenza dei bodykit, ma non salvano la situazione. Potete avere solo cinque auto in garage, quindi pesate bene le vostre scelte. Per dire, si poteva fare molto di più in Underground che in questo, e sono passati undici anni.
Quando ho provato il gioco alla GamesCom di Colonia avevo grandi speranze che la serie potesse tornare davvero con stile e concretezza, anche se dopo una prova su strada le perplessità e i timori affiorarono per un modello di guida con qualche difetto di troppo (rileggetevi l’anteprima è molto dettagliata). A conti fatti e dopo aver guidato per più di trenta ore posso affermare che pur rispondendo a regole tutte sue, il modello di guida funziona. Non aspettatevi una fisica realistica. L’impronta arcade ci regala soddisfazioni e divertimento senza impegno permettendo di raggiungere velocità estreme e mettere l’auto di traverso con un semplice gioco di freno e levetta analogica. I danni sono solamente estetici (e neanche troppo evidenti), negli impatti più forti parte una sequenza animata e verrete riposizionati perdendo secondi preziosi. In pieno stile Undeground. E’ semplice entrare e gestire la derapata anche per lunghi tratti, e soprattutto divertente. Dove molti altri giochi di guida hanno fallito, NFS non si sforza più di tanto e riesce a divertire con un sistema di derapata molto semplice. Il problema del freno a mano riscontrato già ad agosto è rimasto: anche a 300 Khm basterà premere il tasto per effettuare un powerslide alla Super Mario Kart e svoltare direzione in pochi istanti, senza neanche entrare in derapata poiché la vettura rallenta di colpo, e sarete portati ad usare piuttosto il freno normale. Nonostante questo posso dire che nel complesso la giocabilità è promossa. E’ come detto all’inizio, tralasciando i difetti ci si può divertire anche a lungo gareggiando per le strade di Ventura Bay per il puro gusto di battere avversari in derapate mostruose e per raggiungere velocità folli in autostrada.
Il nuovo Need for Speed non è un gioco di guida eccellente. Non è neanche un buon Need for Speed, ma può essere l’inizio di una nuova strada da percorrere. Giocandoci a lungo ho avuto la forte sensazione che i problemi siano dovuti a tempi di sviluppo troppo ristretti rispetto alle mire di Ghost Games (che già avevano ottenuto una proroga da Electronic Arts!). Con un altro anno di lavoro si sarebbe potuto aggiungere il ciclo giorno-notte, un tuning molto più approfondito, realizzare una Ventura Bay più densa e affascinante, una IA con un livello di sfida arduo e perfezionare il modello di guida. Per ora abbiamo un gioco di corse arcade buono per scaricarci per qualche ora senza pensare troppo, ma siamo appena partiti e se Ghost riuscirà almeno a raddoppiare quanto offerto ora nel prossimo capitolo, forse il sole tornerà di nuovo ad illuminare il traguardo.