Intervista a Jakub Szamalek, autore di The Witcher 3

Il 10 novembre si è aperto ufficialmente il secondo anno di Vigamus Academy, l’unico percorso di studi che permette di laurearsi in videogiochi in Italia. Per l’occasione si è tenuta una lezione speciale al Teatro Italia a Roma, dove tre importanti personalità dell’industria del videogioco hanno raccontato la loro esperienza nel campo. Tra loro anche Jakub Szamalek, uno degli autori della storia di The Witcher III: Wild Hunt, tra i titoli di maggior successo di quest’anno e della corrente generazione, con milioni di copie vendute in tutto il mondo e un successo di critica sconfinato. Abbiamo approfittato dell’opportunità per rivolgergli alcune domande sul suo lavoro e sulla sua passione. E’ raro trovarsi di fronte un talento del genere, Jakub è molto giovane e il suo primo vero lavoro è stato proprio scrivere per CD Projekt, a soli 29 anni. Potete quindi capire quanto prezioso sia stato il suo intervento di fronte a circa cento ragazzi perlopiù ventenni con il sogno di ritrovarsi un giorno al suo posto.

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VMAG: Ciao Jakub, grazie per essere qui con noi. Parliamo del tuo ruolo in The Witcher 3, un vero capolavoro. Hai lavorato da solo o in un team?

Jakub Szamalek: “Per The Witcher 3 ho lavorato per la maggior parte del tempo in un team di cinque autori. In alcuni casi sono state ingaggiati collaboratori esterni, per svolgere alcuni compiti specifici, ma il nostro gruppo principale era di cinque.”

VMAG: Qual era il tuo compito principale nello scrivere la storia di The Witcher 3?

JS: “Nel nostro lavoro abbiamo fatto sempre tante cose diverse, non una sola, alcune ce le scambiavamo, quindi ho praticamente fatto un po’ di tutto nell’intera storia! Non solo una specifica storia, c’è chi ha scritto molte avventure secondarie, chi si è occupato di quella principale, chi scriveva i dialoghi dei negozianti e così via… io ho fatto un po’ di tutto! Il grosso però è stato il prologo, in quel caso l’ho curato quasi interamente io!”

VMAG: Avevate uno Scrittore Capo (lead writer) nel vostro team?

JS: “Si, Marcin Blacha, per via della sua grande esperienza. Era in CD Projekt già dai tempi del primo The Witcher, poi nel secondo ed ora è lead writer per Wild Hunt e le sue espansione.”

VMAG: Qual era il tuo lavoro prima di entrare in CD Projekt?

JS: “Prima di CD Projekt… beh questo è stato il mio primo vero lavoro, in precedenza ero un accademico, un archeologo, ho un PhD (un dottorato, ndr) in Archeologia. Poi ho realizzato che non era il lavoro che volevo fare davvero. Così ho scritto un romanzo, l’ho pubblicato, ed è stato accolto piuttosto bene e ho pensato che fosse questo quello che dovevo fare. Allo stesso tempo CD Projekt cercava uno scrittore, e quindi…”

VMAG: Quanto i libri di Sapkowski (l’autore dei libri di The Witcher, ndr) hanno influito sul lavoro tuo e del team?

JS: “Beh, il gioco è ispirato completamente dalla sua storia quindi volevamo prendere quanto più possibile per essere fedeli ai libri originali,  e nel mantenere lo spirito dei libri la storia stessa è differente poiché il giocatore non si sarebbe divertito nel giocare una storia che già conosce. ma volevamo comunque trasmettere lo stesso feeling delle opere di Sapkowski.”

VMAG: Ed è ambientato successivamente a quanto raccontato nei libri.

JS: “Si, esattamente!”

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VMAG: Quello che ho apprezzato maggiormente nei libri di The Witcher è l’atmosfera non è così piacevole come in altri contesti gotici e medievali. I luoghi in cui è ambientato sono posti in cui non vorrei mai vivere, diversamente da altre opere dello stesso genere, gli abitanti devono avere paura durante il giorno, durante la notte… sempre! Come avete lavorato per trasmettere le stesse sensazioni?

JS: “Si è un posto davvero terribile! Come hai detto il mondo descritto da Sapkowski è un mondo pericoloso, e abbiamo voluto mantenerlo tale. La cosa più importante, come ho detto nel mio intervento, non sono solo i dialoghi crudi e brutali, si può fare in tantissimi altri modi, ad esempio noi abbiamo utilizzato storie che costringono il giocatore a scelte molto ambigue, difficili. Anche attraverso il character design abbiamo collaborato in questo senso: in quasi tutti i giochi non vedi mai personaggi brutti. Questo è innaturale, sembrano tutte caricature, mentre nei nostri giochi la maggior parte delle persone sono… brutte! Vivono in un mondo brutale, orribile e questo li influenza. E ovviamente le musiche, i compositori hanno fatto un lavoro magnifico per rendere l’atmosfera incantevole e affascinante ma allo stesso tempo carica di tensione e mistero.”

VMAG: Avete mai collaborato con Sapkowski stesso?

JS: “Abbiamo avuto a che fare con lui soltanto durante i lavori del primo The Witcher. Ma la collaborazione è terminata dopo poco, lui ha detto di non essere un giocatore e che non poteva essere molto d’aiuto in questi casi.”

VMAG: Quindi non ha visto alcuna parte di The Witcher 3?

JS: “No, ha visto solo una parte dello sviluppo del primo capitolo, ma non altro”.

VMAG: Scommettiamo però che gli è piaciuto!

JS: “Assolutamente! Gli è piaciuto molto che il gioco stia avendo così tanto successo, ha portato le sue opere alla conoscenza di tutti, che merita. Dopo The Witcher 3 i suoi libri sono stati venduti anche negli Stati Uniti ed è balzato subito in cima alle classifiche di vendita.”

VMAG: Ci hai detto che uno dei compiti più difficili nello scrivere videogiochi è che tutto è relazionato al design e alle possibilità di gameplay. Qual è stato il problema più arduo da affrontare durante il tuo lavoro?

JS: “Beh, c’era una sequenza in cui Ciri, uno dei personaggi principali, combatte pattinando sul ghiaccio. Era uno dei riferimenti al libro, dove c’era una scena simile, e volevamo davvero inserirla per far combattere il giocatore scivolando su un lago ghiacciato. Avevamo anche creato un prototipo in cui tutto funzionava e sembrava molto promettente. Ma era molto dispendioso, soprattutto nella realizzazione delle animazioni. Decidemmo quindi con gli sviluppatori di tagliarla per non sprecare troppe risorse.”

VMAG: Un’ultima domanda per concludere l’intervista. Puoi consigliarci una lettura tra le tue preferite che ritieni utile per chi vuole scrivere?

JS: “La lettura che più mi ha aiutato a esplorare il mondo della scrittura è stato On Writing, l’autobiografia di Stephen King. E’ un libro molto semplice e comprensibile da leggere, che spiega cosa significhi scrivere e raccontare una storia del genere.”

 VMAG: Grazie ancora per il tuo tempo Jakub, è stato tutto molto interessante!

JS: “Grazie a voi ragazzi, alla prossima.”