Encodya Recensione: avventura cyberpunk

Versione PC

Encodya Recensione | Un “videogioco racconto” dai buoni sentimenti. Una moderna avventura punta e clicca ambientato in un futuro cyberpunk nella megalopoli corrotta di Neo Berlin, dove la piccola Tina, un’orfana di quasi 10 anni, e il suo fedelissimo robot amico-bambinaia di nome SAM-53 dovranno salvare la popolazione da una minaccia cyberspaziale.

Il titolo indie Encodya creato da Chaosmonger Studio e Nicola Piovesan è stato pubblicato nel gennaio 2021 per PC e dal mese di novembre disponibile anche per le console PlayStation 4, Xbox One e Nintendo Switch.

Il “videogioco racconto” ha una trama ben strutturata e non banale, in cui vestiremo i panni della piccola e coraggiosa Tina e del suo unico amico SAM.

I nostri due protagonisti dovranno avere a che fare con il cattivo e decisamente antipatico sindaco Rumpf, dopo essere stati letteralmente risucchiati nel vortice di una cyber-spystory.

I personaggi presenti in Encodya sono ben caratterizzati e le interazioni e i dialoghi, non solo divertenti, hanno dietro una importante morale e messaggi di attualità: la dipendenza dai social media, la necessità di rifugiarsi in un mondo non reale che paradossalmente fa parte della nostra realtà, più della realtà stessa.

Adesso bando alle ciance e alla “coins’philosophy” (filosofia spicciola, in un improbabile inglese maccheronico) ed andiamo a raccontare le impressioni regalate da questo videogioco con le sue suggestive ambientazioni artistiche.

Encodya Tina e SAM

Encodya è una piccola opera d’arte con ambientazioni da graphic novel

Dalla schermata iniziale, ci facciamo un’idea del tipo di atmosfera in cui ci vogliono trasportare Chaosmonger Studio e Nicola Piovesan.

Siamo in una megalopoli futuristica di notte sotto una pioggia battente in un buio desolante dove spiccano solo le luci delle insegne presenti nei grigi edifici che ricordano le atmosfere del film Blade Runner.

Alziamo lo sguardo e vediamo vetture volanti sfrecciare in cielo, tra le quali credo di aver scorto una FIAT Duna del 1987, ma probabilmente è stata una forma di autosuggestione, perché Encodya regalerà diversi “Easter egg” nel corso dell’avventura e credo di aver cominciato troppo presto a cercarli.

Il videogioco inizia con un filmato di introduzione che, oltre a catapultare il videogiocatore in una graphic novel, da un po’ di contesto per far capire meglio la storia dei protagonisti di Encodya.

Città di Neo Berlin nel 2062, regna la corruzione e l’immoralità, in una realtà dispotica e cyberpunk, i nostri ignari eroi passano le proprie giornate a cercare di sopravvivere, procurandosi cibo e altri beni di prima necessità.

L’avventura inizia in un rifugio sopra il tetto di un palazzo dove vivono i nostri due protagonisti Tina, bambina dalla testa decisamente grossa (non è digital body shaming, ho parafrasato uno dei tanti dialoghi in cui i personaggi non giocabili del videogioco etichetteranno la protagonista nel corso dell’avventura) e il robot senziente SAM che si è preso cura della bambina sin dalla nascita, fino ad arrivare a doversi sostituire ai genitori. Tina ha perso la mamma e il papà quando aveva solo due anni.

Prima che mi faccia prendere dalla depressione riprendo a parlare del videogioco… Encodya è un moderno punta e clicca che si sviluppa con delle missioni, in cui i due protagonisti della storia dovranno trovare, raccogliere, utilizzare oggetti e risolvere enigmi.

Encodya negozio Dick Bates

Un crescendo di missioni

La prima missione è legata alla vita quotidiana di Tina, una bambina concentrata nel dover sopravvivere alla sua condizione di senza tetto (che tra l’altro ha il rifugio sopra un tetto) alla continua ricerca di cibo e vestiti, il tutto interagendo con i buffi personaggi della città.

In questo punta e clicca gli spostamenti sono molto veloci grazie all’utilizzo di una mappa che darà la possibilità ai due avventurieri di muoversi agilmente in ogni meandro della città, però mi raccomando, non dimenticate di acquistare, o forse sarebbe più corretto dire trovare, un biglietto dell’autobus.

Definirei questa prima fase, non molto appassionante, una sorta di tutorial per prendere dimestichezza con i meccanismi e le logiche del videogioco e per far capire meglio la storia dei protagonisti e soprattutto svelare chi è il cattivo del titolo, il sindaco Jonas Rumpf.

Superato lo “scoglio” tutorial, le missioni si faranno sempre più interessanti e coinvolgenti e sopratutto inizieremo a capire perché dobbiamo assolutamente giocare a Encodya: scopriremo che i nostri eroi si trovano inconsapevolmente al centro di una cospirazione.

La piccola Tina e il gigante meccanico SAM sono la chiave per fermare il piano diabolico del sindaco Rumpf: continuare a soggiogare la popolazione di Neo Berlin, rendendola dipendente dalla vita virtuale che gli regala il Cyberspazio!

Finalmente il gioco cambia tinte è diventa più dark. Cala la notte su Neo Berlin piove a dirotto, il videogioco diventa molto più affascinate e possiamo fare sul serio: è arrivato il momento di prendere virtualmente a calci il crudele Rumpf, anche se bisognerà prendere una bella riconcorsa, perché ci vorrà qualche ora di gioco prima di riuscirci.

Encodya il minaccioso sindaco Jonas Rumpf

La ricetta per un buon titolo punta e clicca

Per creare un titolo di successo bisogna tessere una trama avvincente su personaggi interessanti, per dare un’idea cito videogiochi del calibro di Maniac Mansion, Zak McKracken and the Alien Mindbenders e Day of the Tentacle, ovvero pietre miliari della storia del videogioco e assoluti capolavori del genere e non solo.

Per Encodya ci sono sicuramente tutti gli ingredienti per rendere il titolo interessante:

  • Personaggi divertenti, come il negoziante di articoli informatici vintage, e non, Dick Bates e la comparsa vigile robot, personaggio assurdo quanto divertente, il tutto condito dai dialoghi pungenti e pieni di sarcasmo dei nostri eroi
  • Grafica suggestiva, immagini notevoli, sfondi immersivi e non scontati, piccole opere d’arte digitale
  • Sonoro originale in linea con le ambientazioni e il gameplay
  • Missioni di una giusta complessità, che non rendono il gameplay troppo semplice e neanche di difficoltà troppo elevata che spesso genera frustrazione nel gamer.
    In ogni caso, se si presenta qualche missione un po’ complicata, grazie ai piccoli e preziosi suggerimenti dell’avanzata intelligenza artificiale di SAM si riesce a superare con pazienza qualsiasi ostacolo
  • Colpi di scena per catturare maggiormente l’attenzione e soprattutto per cercare di coinvolgere sempre più il videogiocatore

Encodya tributo DOTT

Altri ingredienti che non guastano

E possiamo aggiungere anche:

  • Riferimenti nerd a più non posso, dal “tatuaggio” sotto l’oculo destro di SAM che riporta in ideogrammi cinesi la scritta “migliore amico” e citazioni decisamente di nicchia di film dello scorso millennio come THX 1138 diretto da George Lucas, passando per l’immancabile “Konami code”.
  • Messaggi positivi, l’amore padre-figlia-robot (ora che l’ho scritto, mi rendo conto che può sembrare uno strano e inquietante triangolo) che ho trovato toccante e profondo.
    Citerei anche la morale che c’è dietro il personaggio non giocante della famosissima, o almeno famosa nel mondo di Encodya, influencer Gia_meow che è diventata schiava dei social, totalmente distaccata dalla realtà, a causa di un errato modello genitoriale, decisamente diverso rispetto a quello che SAM ha dato alla piccola, ma forte e coraggiosa, Tina
  • Presenza di segreti che non possono che generare qualche emozione nel gamer. Ora non riesco a trattenermi, sono sull’orlo dello spoiler: mi sono emozionato quando ho utilizzato virtualmente il floppy disk con l’etichetta DOTT (una sorta di tributo da parte dello studio indie) e quando ho trovato la figurina di un calciatore a me caro

Encodya by night

Alcuni passaggi nella trama convincono meno

Nonostante tutte le piccole perle regalate dai creatori di Encodya, ho riscontrato dei piccoli nei del titolo. Questa opera ha una sceneggiatura interessante, ma presenta una serie di passaggi che non sono perfettamente legati, creando delle interruzioni nella trama, che possono influire sulla esperienza di gioco.

Non mi riferisco tanto alla prima mezz’ora di gioco, in cui l’Utente potrebbe sentirsi disorientato dalle immagini a tinte “colorate” del videogioco, dopo essere stato catturato dalla schermata del titolo e dal filmato di introduzione che immergono da subito il videogiocatore in un’atmosfera dark dalla quale si viene bruscamente tolti.

Mi riferisco al passare da una missione che ha l’obiettivo di sfuggire da un inseguimento di androidi capitanati dal malvagio Rumpf, con tutto il pathos e la tensione generata, ad un’altra missione che ha l’obiettivo di far organizzare a Tina e SAM un picnic in mezzo alla campagna, raccogliendo lamponi.

Personalmente questo tipo di passaggio può smontare totalmente le sensazioni del videogiocatore, che poi sarà “fortunatamente” defibrillato con un bombardamento attuato da Rumpf, grazie un tecnologico esoscheletro che lo rende una specie di robot uscito fuori da un anime.

Infine, non mi ha pienamente convinto lo scontro finale tra Tina e Rumpf, indubbiamente interessante per i dialoghi, ma molto meno coinvolgente per il gameplay, apparentemente troppo semplice e sbrigativo.

Encodya Konami code

Conclusioni

In ogni caso il titolo resta consigliatissimo per gli amanti dello stile punta e clicca e per chi predilige il racconto al gameplay in un videogioco.

Encodya come riportato nel sito della Chaosmonger Studio sintetizza La dolcezza e la creatività dello Studio Ghibli in un’ambientazione simile a Blade Runner, con l’umorismo e lo stile di gioco di Monkey Island”.

Parole sacrosante e sottolineo che: la trama della storia è decisamente interessante, i dialoghi molto divertenti e soprattutto intelligenti e la grafica molto curata e avvolgente.

Come aree di miglioramento, inserirei dei piccoli accorgimenti nel gameplay, che lo renderebbero molto più longevo, come la possibilità di scegliere, sull’onda di altri punta e clicca storici, nel corso dell’avventura altri personaggi per dare una maggior dinamicità all’esperienza di gioco.

Questo potrebbe essere uno spunto per un sequel, che mi auguro ci sarà, in cui una Tina più grande, ma con la testa più piccola, con l’aiuto dei suoi compagni di avventura, incontrati nel primo titolo, e del suo fedele scudiero metallico SAM-53 si trovino a fronteggiare una minaccia più grande di un sindaco antipatico dall’inquietante accento tedesco.

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