Circa Infinity Recensione | Circa Infinity è la sorpresa che l’utente console non si aspetta. Nato come gioco PC e successivamente mobile, questo porting tenta di rendere giustizia alla geniale idea di Kenny Sun di creare un ibrido tra un platform e un puzzle game. L’obbiettivo del giocatore è sempre lo stesso, raggiungere il centro di ogni livello, la particolarità però, è che ogni mappa è letteralmente un cerchio che l’utente deve percorrere correndo sul perimetro interno o esterno. Colorato e al contempo ipnotico, questo mondo 2D riesce a stupire con un’esperienza di gioco frenetica e psichedelica. Il titolo è privo di tutorial o dialoghi narrativi, e ci piace così.
Ritmo e colore
Da subito è chiara la provenienza mobile di Circa Infinity, ma questo non ostacola il divertimento e l’accanimento di chi come noi se lo è goduto sul grande schermo, ma soprattutto ad alti decibel. La colonna sonora infatti è quel valore aggiunto che sprona il giocate a non demordere dal continuare a provare. Essa è stata prodotta da Jack e Jim Fay, e fino a metà dell’opera è l’elemento trainante. Questo grazie all’ottima sintonia che mostra con il contesto estetico creato dallo sviluppatore.
Nonostante l’ottimo, quanto calzante, comparto sonoro e gli annessi effetti, è opportuno riconoscere che negli ultimi due capitoli in cui le meccaniche di gioco vengono letteralmente rivoluzionate rispetto a quelle precedenti, la colonna sonora inizia ad essere meno scoppiettante rispetto ai precedenti. Questo probabilmente è dovuto al tentativo di comunicare un’interazione tra i due protagonisti dell’opera, tuttavia riteniamo che sia un po’ ridondante e a tratti frustrante, specialmente per gli utenti che potrebbero incastrarsi in un dato livello.
La fretta è cattiva consigliera
Con il suo gameplay frenetico, Circa Infinity insegna da subito all’utente che si paga caro la frettolosità e ancora di più il button mashing. Il titolo si dirama in 50 livelli che sono estremamente punitivi e non concedono disattenzioni. A spiccare sono le boss fight, in quanto molto creative, specialmente per i futuri utenti console, che non potranno fare altro che ammirare il brillante sistema di gioco che sfrutta un singolo tasto ed una levetta analogica, ma nonostante tutto ci regala delle sfide appassionanti.
Il giocatore non deve fare altro che muoversi e saltare, e per i più precisi è stato implementata anche la possibilità di muoversi con i grilletti del controller. Altrettanto interessante il design del menù iniziale che diverge dal classico scorrimento verticale e dà la possibilità al giocatore di orientarsi nelle varie voci, muovendosi esattamente come in game sul perimetro dei cerchi.
Una curva di difficoltà ad andamento parallelo
La curva di difficoltà di Circa Infinity è la cosa che stupisce di più in termini di game design. Il giocatore nei primi 20 livelli è letteralmente vittima di una curva di difficoltà, caratterizzata dall’apprendimento dei comandi direzionali che con la prospettiva possono sembrare ingannevoli e della velocità dei suoi riflessi. 20 livelli con una difficoltà ben calibrata e due boss che sanno come tenerci attaccati allo schermo. Tutto questo però cambia grazie all’incontro della seconda protagonista del gioco, che rivoluziona e capovolge tutte le meccaniche di gioco.
Dal terzo capitolo in poi, l’utente si troverà a comandare entrambi i personaggi che si muovono all’unisono ma sempre dalla parte opposta della mappa l’uno rispetto all’altro. Questo per forza di cose, porta nuove sfide che questa volta però sono molto più tecniche e ragionate rispetto alle prime, infatti d’ora in poi il titolo richiede salti molto più precisi e ci permette spesso di fermarci a ragionare. Così facendo si crea una curva di difficoltà parallela alla precedente e altrettanto interessante, in quanto al giocatore non viene dato il tempo di imparare a eludere o risolvere le sfide ideate da Kenny Sun che subito cambiano.
In tutto ciò però, c’è una regola che impariamo dal primo livello e vale fino all’ultimo: la fretta è una cattiva consigliera, infatti ogni volta che proveremo a essere più veloci del gioco per svignarcela , verremo puniti e saremo costretti a ricominciare dal checkpoint. Sorge spontanea la domanda se questo cambio di gameplay sia un colpo di genio, o una scelta di game design dovuta anche dal modello di business mobile che prevede acquisti in app, in ogni caso è cosa gradita.
Un finale valido ma privo di sfida
La pecca più grande di Circa Infinity probabilmente è anche quella più poetica, cioè il boss finale. Essendo la parte narrativa molto astratta, mentre la fase di gioco è molto ben definita, l’utente si trova a scontrarsi con il desiderio di affrontare un ultimo e ancora più magnifico boss finale, ma quest’ultimo purtroppo delude in termini di difficoltà, specialmente se paragonato ai precedenti. Senza incappare in spoiler possiamo dirvi che è la parte comunicativa più intensa, ma anche quella meno difficoltosa. Altri problemi minori del porting sono un paio di bug riscontrati da piattaforma Xbos Series X che sicuramente verranno patchati prossimamente. In particolare il sistema di obbiettivi Microsoft non riesce a visualizzare gli achivement sbloccati durante le sessioni di gioco; e infine quello che sembrava un glitch grafico che non permetteva di visualizzare correttamente il boss del quarto capitolo in fase di gioco. Per risolvere è stato necessario riavviare il gioco.
La versione console di Circa Infinity, al momento non comprende la modalità circle infinity, che altro non è che l’esperienza più hardcore del titolo. L’equivalente di una modalità sfida che richiede il completamento di oltre 50 livelli consecutivamente. Sarà interessante vedere se e come sarà mai inserita questa modalità.
In conclusione, il porting di Circa Infinity non delude e riesce a dare lustro alle idee originali di Kenny Sun. La sua colonna sonora molto ispirata forse richiedeva un minutaggio più ampio o comunque degli escamotage per non renderla così ridondante, ma è innegabile che sia molto valida e coerente con lo stile grafico minimalista che il titolo propone. Il gameplay è divertente quanto singolare, il che lo rende il suo cavallo di battaglia e risulta valido anche sul grande schermo della console Microsoft. La fase finale di gioco poteva essere più intrigante dal punto di vista del gameplay ma non inficia tutta l’esperienza pregressa. Nonostante piccole lacune tecniche il titolo si dimostra un divertente passatempo che delizierà i giocatori più hardcore del genere.
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