Pur essendo in linea con l’aumento significativo dei fatturati dell’industria di settore, incentivato dalla pandemia iniziata nel 2020, l’Italia non brilla per produzione autoctona di videogiochi e continuano a essere inesistenti gli incentivi statali per le start-up tecnologiche. Il 2020 si configura comunque come anno record sia in Italia che in tutta Europa. La crescita ha sfiorato il 22%, con quasi 2.2 miliardi di euro di volume d’affari rispetto al 2019 stando a quanto riportato dalle ultime fonti di IIDEA | Italian Interactive Digital Entertainment Association.
I vari lockdown e le nuove abitudini create dalla pandemia hanno certamente inciso sulla crescita del gaming in tutta Europa, portando a livelli mai riscontrati dall’osservatorio permanente di ISFE, che fa riferimento ai dati provenienti da GameTrack, App Annie e Game Sales Data. Il motore di questa crescita è dato dal software, che segna incrementi di quasi il 25% rispetto al 2019 e un fatturato che supera 1,7 miliardi di euro, con la maggiore crescita nel settore delle applicazioni per mobile, digital download su console e PC, anche grazie ai nuovi prodotti immessi sul mercato dalle Majors Sony, Microsoft e Nintendo, con un netto 6,9% di incremento. Cresce rapidamente anche il settore del gioco d’azzardo online: Google e altri motori di ricerca hanno visto un’impennata delle keyword spins, casinò online e slot machine nell’ultimo anno; questo è dovuto alla facilità con cui gli italiani possono ora accedere a questi servizi anche da dispositivi mobili e dalla mancanza di sfoghi alternativi dato che le strutture di gioco hanno dovuto fermare la propria attività.
Analisi in dettaglio
Per non limitarsi alla valutazione dei soli numeri percentuali ed assoluti di cui sopra, si deve scendere nell’analisi delle motivazioni che hanno spinto al rialzo il mercato del Gaming.
Particolare risalto ha certamente anche l’appello rivolto dall’OMS all’utilizzo di queste forme di intrattenimento al fine di meglio sopportare i prolungati e necessari lockdown, sorprendente rispetto al recente inserimento del Gaming tra le patologie di cui preoccuparsi a livello mondiale. Ma la necessità di trovare risposta alla mancanza di socialità “fisica” derivante dal lockdown, sfociante spesso in patologie depressive o altri traumi psicologici, ha indotto l’OMS a dare una diversa visione della pratica del videogioco, vista come opportunità di socialità capace di evitare i rischi del “contatto” fisico, così pericoloso in questa fase di pandemia.
Il Presidente di IIDEA, oltre che General Manager di Sony Interactive Entertainment Italia, Marco Saletta è così ampiamente autorizzato a ribadire quanto sia evidente che, spinto dalla contingenza del lockdown, il Gaming si sia affermato in tutta Europa nel corso del 2020 come ottima alternativa alla socializzazione e come metodo di sfogo e relax per la popolazione.
Con uno sguardo ai numeri vediamo che, mentre è rimasto stabile in Italia il numero dei gamers a circa 17 milioni di utenti, la partecipazione è di fatto arrivata a coinvolgere circa il 40% degli italiani con età compresa tra i 6 ed i 64 anni. I videogiochi, dunque, non sono più un fenomeno legato ai soli teenager ma ricoprono una settore demografico molto ampio, aiutando così anche a colmare i gap generazionali, offrendo un argomento di discussione per persone di ogni età.
Quale significato dare ai numeri
L’obbligo indotto alla “clausura” ha offerto agli Italiani l’occasione per comprendere la valenza dell’utilizzo dei videogiochi incentrati alla socializzazione, grazie anche al gradimento delle sfide on line, in ogni settore.
Si può quindi affermare che il Gaming ci abbia aiutato a superare momenti di limitata socialità, di complessa gestione della solitudine forzata, consentendoci di mantenere aperti i canali di comunicazione con il mondo, oltre ad allargare i nostri orizzonti e farci scoprire nuove passioni.
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