Per molti occidentali è difficile capire il fascino dei musou, gli hack & slash con componente ruolistica e tattica che da oltre un decennio spopolano in Giappone. Si tratta, tuttavia, di un genere che vanta un grandissimo numero di appassionati anche oltreoceano. Al Tokyo Game Show abbiamo voluto andare fino in fondo alla questione, e abbiamo intervistato uno sviluppatore che ai musou ci lavora davvero. Stiamo parlando di Osamu Mieda, producer di Samurai Warriors 4: Empires, nuova incarnazione dell’ormai classica serie con un accento sulla componente gestionale e diplomatica. Sentite cosa ci ha detto.
Samurai Warriors 4: Empires: cosa porta di nuovo alla serie?
La novità più grande è rappresentata dal sistema di strategia legato ai castelli, una componente dalla natura prettamente politica. Di conseguenza abbiamo introdotto una nuova interfaccia “cross-section”, con i castelli divisi in stanze, ognuna delle quali ospita un ufficiale e apre a diverse opzioni gestionali. L’obiettivo era prendere un gioco strategico con una grande profondità e renderlo accessibile anche per i nuovi giocatori.
Qual è il bilanciamento tra la componente action e quella strategica?
Possiamo dire che c’è un rapporto 50% e 50% tra le due componenti. Siamo certi che il gioco può essere apprezzato da entrambi i tipi di giocatori. Chi ama l’azione potrà non occuparsi delle possibilità strategiche, mentre chi preferisce concentrarsi sulla strategia avrà delle battaglie più semplici, in virtù delle scelte che ha fatto prima di scendere in campo.
Quanto è profonda la componente strategica del gioco?
Volendo ci si può davvero dedicare a tutti i più piccoli aspetti del micromanagement. Non a caso, il director del gioco proviene dalla saga Nobunaga’s Ambition, conosciuta per la sua complessità e la sua natura hardcore.
Cosa rende secondo te la saga popolare anche dopo tutti questi anni?
Sicuramente l’azione dal ritmo veloce ed esaltante. Un altro elemento è la particolarità degli eroi che si possono interpretare, nonché la loro personalità e i vari aspetti del loro carattere. È questo il segreto per il successo della serie.
Credi che la serie debba rimanere fedele alla tradizione o debba piuttosto evolversi?
È importante che continui ad andare avanti, altrimenti corre il rischio di diventare stagnante. Abbiamo molte idee per il futuro della serie, alcune delle quali sono già presenti in questo capitolo, mentre le altre le vedrete nei prossimi.
Che opinione ha dei giochi strategici occidentali? Prendete mai ispirazione per i vostri titoli?
Si tratta di un genere molto diverso da come viene interpretato qui in Oriente. Da noi i giochi di strategia sono una nicchia, mentre in Occidente sono mass market e cercano di raggiungere un’utenza più ampia possibile. Anche noi, comunque, ci stiamo muovendo in quella direzione.