Resoconto del View 2015 di Torino

Di certo avrete sentito parlare del Milan Games Week, l’annuale evento videoludico-centrico che ha colorato per il week-end la grigia Milano con intrattenimento digitale e cosplay (ora che è finita vi è solo freddo e nebbia, infatti). In quei giorni, tuttavia, non tutto il sapere del settore è defluito nel MGW. Mentre gli aspetti più remunerativi e chiassosi dei videogiochi erano ospitati dal commercialmente sagace capoluogo lombardo, tecnici e professionisti di tutto il globo si sono riuniti quasi in segreto nella quieta Torino. Il View 2015 si è aperto per la sedicesima edizione il 19 ottobre e ha accolto nel suo abbraccio alcune delle menti più brillanti e discrete, aprendo una serie di conferenze ai limiti dell’aggiornamento professionale che hanno affrontato temi di ogni natura e carattere.

La strepitosa opening della kermesse ha visto come illustre relatore Mark Osborne – regista del recente Le Petit Prince e di diversi video musicali di Weird Al Yankovich – il quale ha approfondito la natura del proprio immaginario e dato il via a una lunga esplorazione dei percorsi dello storytelling.

“Mamma perché piangi?, questa è la domanda che i bambini generalmente pongono al genitore che si emoziona dopo aver raccontato loro una fiaba”, ha dichiarato Osborne. “E’ la stessa situazione che mi piacerebbe si ricreasse con Il Piccolo Principe, un film per tutti non solo per bambini. Gli adulti ritroveranno il proprio “io” e il “via” per una conversazione intima e transgenerazionale con i propri figli.” 

Molti puristi del Piccolo Principe sono ancora irritati dai sequel di Roemmers, riuscirà questo film a conquistarli?
Molti puristi del Piccolo Principe sono ancora irritati dai sequel di Roemmers, riuscirà questo film a conquistarli?

Non possiamo che menzionare il panel “Donne nell’Animazione“, il quale ha regalato la testimonianza di alcune delle più illustri personalità del panorama cinematografico che, pur ammettendo le difficoltà affrontate, si vedono ottimiste per quanto concerne il raggiungimento dell’eguaglianza nel mondo professionale. Tra i molti nomi riportiamo certamente Jinko Gotoh, produttrice del suddetto Piccolo Principe e di The Illusionist, Kim White, direttrice alla fotografia del recente Inside Out, e Deborah Flower, docente di effetti visivi al college di arte e design a Savannah. Sulla promozione del femminismo si è espresso anche Jorge R. Gutierrez, noto per il The Book of Life prodotto da Guillermo Del Toro, condividendo i suoi sentimenti nei confronti del sessismo aggressivo del panorama messicano e analizzando come i media tendano a rappresentare superficialmente le eroine.

“Storicamente nell’animazione c’è sempre stato un atteggiamento sessista nei confronti delle donne, che venivano viste solamente come principesse da salvare, damigelle in difficoltà o come entità manipolatrici, non erano mai dei personaggi complessi e sfaccettati come i maschi” ha dichiarato Jorge Gutierrez. “In Il Libro della Vita ho cercato di creare personaggi alla pari con quelli maschili. Sono un femminista: nel film ci sono tre protagoniste femminili che sono complesse esattamente come i personaggi maschili. Il mio obiettivo è quello di distruggere questo atteggiamento di machismo, molto diffuso in Messico e in anche altri Paesi.”

Il libro della vita è una delle pellicole più vivaci e colorate degli ultimi anni.
Il libro della vita è una delle pellicole più vivaci e colorate degli ultimi anni.

Molte sono state le anteprime e le preview, da Snoopy a Kung Fu Panda 3, fino ad arrivare alla prima mondiale di On Ice, corto diretto da Shannon Tindle per Google Spotlight che apre l’avanguardia dell’animazione a 360°, sondandone gli orizzonti di interazione col pubblico. Il grande successo di View è testimoniato dalle oltre 8000 presenze composte da un caleidoscopio di studenti, addetti al lavoro e semplici curiosoni incappativi per pura casualità, dimostrando empiricamente quanto un evento mosso da alti propositi possa consolidarsi negli anni fino a divenire un’attesissima scadenza da festeggiare col controller in mano o, meglio ancora, col desiderio di dare vita alla propria immaginazione.

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