Rustler Recensione| Uno dei titoli più interessanti sulla guisa dei vecchi Grand Theft Auto è senza dubbio Rustler, opera in lavorazione da Jutsu Games con il supporto di Modus Games e PlayWay che ci ripresenta l’esperienza di questa parte della storia del videogioco con un twist interessante. In questo gioco infatti viviamo le stesse situazioni di GTA, in cui prendiamo le sembianze di un criminale… ma la cosa a particolareggiare questo lavoro è il fatto che ci propone la formula in un contesto medievale. Ritornano dunque i tropi capostipite di quel periodo storico: i villaggi, i campi, i regni, i cavalieri e ovviamente, i banditi! Il titolo sarà disponibile da domani in versione 1.0 su Steam, Mac OS, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox e Nintendo Switch, e noi di VMAG abbiamo avuto l’opportunità di provarlo; godetevi dunque la nostra recensione!
La dura vita della marmaglia
Le premesse di Rustler, come c’è da aspettarsi dal tipaccio in copertina con la spada in mano. Siamo un malvivente nel medioevo, un luogo di forti ineguaglianze in cui ogni giorno si combatte non solo contro altri uomini ma anche contro una natura che solo i dotti cominciano a comprendere. In una realtà come quella dell’epoca la fame e le malattie erano una componente quotidiana dell’esistenza di ciascuno e non mancavano gli individui disperati, mossi dalla fame o dalle guerre a cercar fortuna in altri luoghi. Esisteva il vassallaggio, un patto fra il suddito e il suo signore, generalmente colui che nel luogo deteneva il monopolio della forza, e come c’è da aspettarsi, lo esercitava per mantenersi alla sommità della piramide. In questo, il gioco non fa un cattivo lavoro nel rappresentare la società dell’epoca e i suoi evidenti problemi.
Ma il vero fiore all’occhiello di Rustler è senza dubbio la maniera creativa e divertente con cui questo mondo viene introdotto al videogiocatore. Nel titolo dunque la vita medievale verrà proposta in modo ironico e scanzonato, puntando su citazioni dissacranti proprio alla saga di Grand Theft Auto e alle vecchie glorie del passato. Ed ecco dunque che ci capiteranno situazioni al limite del credibile ma certamente esilaranti, come quelle in cui saremo in fuga dagli uomini del Re con creative sirene fatte di corni e lampeggianti ad aria sulla testa… cose che non sono chiaramente puntate al realismo ma a divertire il fruitore, missione in cui sicuramente l’opera ha una buona riuscita.
Crimine barocco o malavita pre-rinascimentale?
Il gameplay di Rustler è molto semplice e si ispira ai vecchi Grand Theft Auto proponendoci una visuale dall’alto e mettendoci al controllo del nostro delinquente in giro per l’ampia mappa per compiere le sue malefatte. Principalmente, sono tre momenti ben distinti a scandire la nostra esperienza in gioco: le fasi di free-roaming in cui esploriamo liberamente la mappa, le parti narrative palesate da dei box di dialogo in basso allo schermo, e le missioni divise in principali e secondarie. Tutti componenti standard di un titolo di questo genere che chiunque abbia mai giocato a GTA o titoli simili conosce bene, meccaniche consolidate che ci fanno comprendere come il gameplay sia il vero cuore dell’esperienza fra toni ironici e dissacranti.
Il nostro delinquente inizia la sua storia in hangover in un fienile e da qui inizierà la sua giornata tipo fatta di razzie, estorsioni e furti per il regno, in costante lotta e fuga dagli uomini del Re che lo cercano per dargli ciò che si merita. Rustler eccelle principalmente nel puntare nel gameplay emergente, specialmente nella fase libera di roaming in cui il nostro sgherro ha praticamente campo libero per commettere tutti i crimini dell’epoca. Il più grave, come c’è da aspettarsi, è il furto di cavallo, e proprio come in Grand Theft Auto avremo un sistema di stelle che in maniera creativa ci metterà alle calcagna truppe sempre migliori e ben equipaggiate… all’inizio a cercare di fermarci ci saranno semplici miliziani della guarnigione del feudo, ma arrivando ai livelli superiori ci troveremo dinnanzi i più potenti cavalieri in armatura del nostro Signore pronti a punirci.
Forgive me valvassore for my vida loca
Insomma, un’esperienza confortevolmente familiare per chi ha già esperienza con titoli simili, ma che introduce elementi tematici ed ironici con una certa maestria nel mix garantendo la formula vincente che conquisterà i videogiocatori di Rustler. Il vero punto di forza dell’esperienza è proprio quello di prendersi poco sul serio, non si tratta di un’esperienza medievale realistica e immersiva, ma piuttosto, espansiva e caciarona. Le strade del Regno sono luoghi variegati, ben caratterizzati uno dall’altro: abbiamo la cittadella, la sede del potere fortificata con le mura cittadine che costituiscono il luogo più civilizzato della zona, tenuto sotto controllo da un apparato militare e burocratico ben funzionante che garantisce alla classe media del luogo la sicurezza che merita, e poi ci sono i luoghi fuori dalle mura… gli slums dove signoreggia la malavita, i borghi minori, i campi e la selva ricca di pericoli.
Parlando dello schema di controlli e del sistema di combattimento di Rustler, sicuramente siamo dinnanzi a dei sistemi semplici ma fluidi, ben pensati per la formula di gameplay plug&play che prevede l’esperienza. Abbiamo la possibilità di scegliere fra un movimento vincolato al mouse o alla telecamera, cosa che all’inizio potrebbe creare confusione ma che dopo poco tempo viene assimilata. Quanto agli strumenti di distruzione a nostra disposizione, si parte da cose semplici come il corpo a corpo a pugni e si passa anche ad armi complesse come potenti balestre meccaniche oppure mazzafruste che sfruttano la fisica dell’engine in modo egregio. La varietà delle armi a nostra disposizione è valida, ma si sarebbe potuto fare di più in un titolo che punta più al casual play che ad un’esperienza dilungata e approfondita. Non che sia un male ovviamente, perché il tono e le premesse dell’opera non sono così alte.
Il futuro di un condannato alla forca…
Così proseguirà la nostra esperienza in Rustler, con una campagna di media lunghezza che punterà ad introdurci via via a zone differenti della mappa e farci vivere le situazioni differenti che si svilupperanno in gioco, oltre a dotarci delle varie armi proprio come succede in Grand Theft Auto. Una formula che sa ciò che offre ai giocatori, in un mondo delle middle ages credibile e caratterizzato presentato con una grafica pulita e ben pensata per gli scopi del titolo, che non mancherà di supportare finesse tecniche come l’illuminazione dinamica. Una mappa caotica e ricca di abitanti da trucidare ed investire con il nostro carro, molti prop e strutture da distruggere come improbabili segnaletiche stradali in legno che ricalcano la modernità, in un level design asservito al gameplay.
Ma la menzione d’onore di questa recensione di Ruslter è tutta per la creativa colonna sonora dell’opera che unisce con nonchalance il bardcore medievale con movenze e melodie chiaramente hip-hop tipiche della saga di GTA. Ecco dunque che dal genio dei sound designer e compositori del team nascono tracce come questa, perfette e all’uopo per il setting da malavita del titolo. Un comparto sonoro soddisfacente che si inserirà agevolemente nei momenti morti e ci incalzerà dinamicamente quando la situazione con gli sceriffi e i balivi dei vari borghi si farà calda e adrenalinica. Se volessimo identificare una piccola imperfezione nel gioco, di sicuro si tratterebbe di una sua scarsa longevità che dovrà essere ovviata con un sostegno regolare dagli sviluppatori anche in base ai feedback dell’utenza.
Rustler non è altro che un omaggio agli esordi della saga di Grand Theft Auto, un franchise che ha fatto molti passi in avanti fino a divenire parte dei colossi dell’intrattenimento videoludico. Con fare scanzonato e premesse senza dubbio più modeste, questo titolo si rivela un ottimo concentrato di game design ragionato e gameplay incalzante e divertente, unito ad una certa ironia autoriale che di certo manterrà vivo l’interesse dei fruitori, in un gioco dove interpretiamo i cattivi ma senza malizia.
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