King’s Bounty II Recensione| Vi abbiamo già parlato di King’s Bounty II qualche tempo fa dedicandovi un provato, avendo ricevuto in anticipo il gioco in esclusiva per la stampa così da mettere subito le mani in pasta nell’ultima fatica di 1C. Si tratta di una saga storica ed importante, quella di King’s Bounty, che chiunque videogiocatore abbia l’ardore di definirsi veterano dovrebbe conoscere. Una serie di titoli frutto dei corsi e ricorsi del nostro medium che non manca di sorprenderci ad ogni piega e curva della sua sorprendente storia; che affonda le sue radici da un secondo quanto leggendarip franchise, seppur sfortunata. Stiamo parlando ovviamente di Might and Magic, una raccolta di giochi di ruolo attiva dal 1986 che in qualche modo è arrivata anche fino al 2013.
Ma quest’oggi non ci occupiamo di lei, bensì, poniamo la lente focale sulla saga di cui King’s Bounty II è l’ultimo arrivo; impression già nel lontano 1990, quando fece il suo debutto su piattaforme Amiga, Apple II, Commodore 64, Mac OS e MS-DOS, l’originale King’s Bounty univa in maniera creativa meccaniche strategiche e di gioco di ruolo, cosa che non venne di certo ignorata dai videogiocatori dell’epoca. Una saga, difatti, che è stata ben foraggiata fino ai giorni nostri; nel 1991 arriva un porting per la console Sega Mega Drive con il sottotitolo The Conqueror’s Quest, ma è solo a distanza di anni, nel 2009 con King’s Bounty: The Legend che ci ritroviamo con un sequel. Ecco spiegata dunque l’importanza del titolo che recensiamo quest’oggi, che sbarca in esclusiva su Steam, Epic Games Store, PlayStation 4, Nintendo Switch e Xbox One. Diamo subito il via alle nostre riflessioni, buona lettura!
Da una cella ai campi da battaglia di Nostria
Le vicende di King’s Bounty II sono tanto semplici quanto sorprendentemente ricche di sorprese in termini di lore e trama: ci troviamo nel regno di Nostria, una terra che chi ha già avuto il piacere di provare gli altri titoli della saga conosce bene; per tutti gli altri, impareranno presto ad apprezzarla. Questo perché, con un lapalissiano incipit in una cella di prigione, proprio da qui, ed in particolare dalla fredda colonia penale di Crucis comincerà l’epico viaggio di uno dei tre protagonisti a nostra disposizione. Una trama solida, ricca di pieghe ed opportunità di capitalizzare in favore di gameplay e delle meccaniche di gioco, che nella sua semplicità si costituisce come una storia sempre ricca di sottotrame e stratagemmi apprezzabili da tutti i fruitori.
Il regno di Nostria è in crisi, una crisi molteplice, causata da una serie sinistra di intrighi e situazioni imbottite di magia e trame all’ombra, che come c’è da aspettarsi ne ne minano la stabilità, con il monarca del regno vittima di un grave avvelenamento, steso sul letto di morte e dunque impossibilitato a governare i sudditi. A prendere il suo posto c’è il principe che come c’è da aspettarsi, giovane ed inesperto per com’è, sarà costretto a vedersela con le mire di molteplici gruppi di interesse con chiare agende differenti, cosa che arricchisce non poco le possibilità a nostra disposizione. Assumeremo difatti il ruolo di comandante mercenario, guidando le nostre armate in una serie di combattimenti a turni misti a fasi esplorative in prima persona.
Chi di spada ferisce di magia perisce
Un motto modificato giusto in modo da calzare al sistema di combattimento di King’s Bounty II, suo cuore pulsante assieme alle quest principale e secondarie attraverso cui viene veicolata la sua trama; un sistema misto a punti di forza e di debolezza che potrebbe essere il fianco debole dello schieramento sufficiente a polarizzare tutti coloro che prenderanno il gioco: da un lato ci sono credibili e ben pensati modificatori della forza di ciascuna unità, dall’altro, la mancanza di alcune finesse che si potrebbe far sentire in peggio. Innanzitutto, c’è la posizione dell’unità: posizionare una vicina all’altra le nostre truppe ci darà il vantaggio di generare un’area di controllo; in soldoni, una zona controllata dai nostri uomini che danneggerà i nemici che siano abbastanza stolti da passarvi. C’è poi l’elevazione: unità in alto battono unità in basso… ma il sistema di combattimento si ferma qui, non c’è maggiore profondità, se non un abbozzato sistema di morale e di ideologie che non cambia abbastanza fortemente le carte in tavola.
Il nostro eroe in King’s Bounty II non avrà un ruolo attivo nei combattimenti; sarà un comandante da primo conflitto mondiale, per intenderci; al riparo, lontano dalla battaglia, si limiterà – nostro alter ego – a dare ordini alle truppe e svolgerà un prezioso incarico di supporto. Tramite il suo aiuto infatti possiamo lanciare degli incantesimi; altra possibilità che forse non è stata sfruttata sufficientemente a modo dal team di 1C. La maggior parte delle nostre possibilità da mago è vincolata dal possesso di pergamene consumabili che racchiudono i nostri incantesimi; si tratta di una merce fortunatamente non troppo rara, ma molto costosa e con un supporto al giocatore in termini di apprendimento decisamente insufficiente. Potremo dunque lanciare queste magie con effetti diversi; vi sono quelle offensive da destinare ai nemici, quelle difensive e curative per i nostri, e incantamenti speciali, come quelli di evocazione per rovesciare le sorti della battaglia.
Uomini ed idee
Fin dove ci spingeremo per tenere fede alle nostre idee? Questo il quesito cardine che ci pone King’s Bounty II, titolo in cui in molteplici situazioni ci ritroveremo dinnanzi una serie di crescenti dilemmi morali e sfide di idee, in una meccanica flavor che arricchisce in maniera significativa l’esperienza, sia in termini narrativi che di rigiocabilità; infatti, molto spesso, davanti ad un problema o ad una quest, principale o secondaria che sia, avremo differenti vie per risolverla, che andranno man mano a mutare il modo di pensare ed in ultima analisi di essere del nostro personaggio. Quattro i cardini; ordine, anarchia, astuzia e potere, che andranno a delineare l’ideologia del nostro comandante e dei suoi uomini; modificando in ultima analisi la direzione della nostra route. Ciascuna ideologia ci offrirà la possibilità di comandare in modo conveniente e vantaggioso combattenti differenti; l’anarchia ad esempio ci metterà al comando di miliziani ribelli o non-morte, l’astuzia prediligerà truppe con stili di combattimento singolari o dalla distanza; l’ordine, coraggiosi soldati fedeli al Regno, e potere, cavalieri mercenari e crudeli tagliagole che terrorizzeranno chiunque osi opporsi alla nostra ascesa.
King’s Bounty II si costituisce come un semi-open world in cui il mondo si apre al giocatore man mano che si completano le missioni e si avanza nella trama; una forma solida e consolidata che verrà intermezzata dai ben noti combattimenti a turni, da fasi in terza persona in cui raccoglieremo oggetti utili e proseguiremo le quest arricchite da alcuni puzzle episodici ed infine, le sequenze narrative che si susseguiranno man mano che apprendiamo di più della terribile situazione di Nostria. La grafica è pulita ed ha un non so che di cartoonesco, sebbene il lavoro svolto con i modelli e l’environment sia decisamente gradevole ed impeccabile; dal punto di vista tecnico si tratta di un lavoro decisamente solido che testimonia l’esperienza e l’affidabilità del team di sviluppo. Il comparto sonoro è godibile e mai fastidioso, offrendoci tracce strumentali e di sottofondo che si confanno al flow del gameplay: ordinate e incalzanti in fase di lotta, azzeccate e virtuose nelle cutscenes e rilassanti e idealizzate durante il resto della partita.
Vittoria pirrica?
Se King’s Bounty II dovesse essere una battaglia, sicuramente si tratterebbe di un conflitto con esito pirrico; una vittoria insomma con parecchie perdite… si tratta di un titolo senza dubbio solido, ma forse troppo cauto, impostato. Riflettendo nell’opera nella sua interezza uno dei punti di forza maggiori è sicuramente quello della rigiocabilità, elemento di solito ben gradito da chi fruisce i GDR. Chi d’altro canto dovesse avvicinarsi all’opera dal versante strategico potrebbe scoraggiarsi; non c’è un sistema economico che giustifichi il riapproviggionamento delle truppe, in gioco. I soldati sconfitti muoiono senza lasciar traccia e se si desidera recrutarne ancora – cosa necessaria per avanzare in game- bisogna tornare ai nostri passi e reclutarne ancora; e il denaro non è un bene che è possibile accumulare nei pattern di farming… si ottiene vendendo oggetti o sconfiggendo nemici, ma nessuna delle due cose subisce respawn. Insomma, si crea un’inflazione della valuta causata dalla sua carenza – cosa che si sarebbe potuta risolvere implementando un rudimentale sistema di trading da città a città.
Insomma, King’s Bounty II pecca di fantasia, nonostante ci siano molti punti a suo favore… senza dubbio una fedeltà ad una saga, cosa non indifferente a distanza di anni dall’ultimo episodio; sappiamo bene come molto spesso titoli come questi, con il dispiacere dei fan, subiscono una modifica quasi strutturale che li discosta a volte troppo dalle loro origini. Questo non accade nel titolo in esame, per fortuna, un gioco che comunque offrirà ore di qualità ai suoi fruitori che valorizzano trame solide e con banter sostenuti ed un pizzico di ironia che non fa mai male… il titolo è localizzato nei testi in italiano, mentre per il doppiaggio abbiamo la scelta di goderci l’opera in inglese oppure in russo.
King’s Bounty II è un gioco che i fan della saga apprezzeranno calorosamente; il ritorno di un franchise che è giunto forte e indenne ai nostri giorni, cosa non indifferente nel macrocosmo selvaggio ed in costante rivoluzione della Games Industry. Con un loop di gameplay chiaro ed una trama incalzante e con la giusta dose di misteri, stuzzicherà il palato sia di chi mastica RPG, sia di chi si destreggia in titoli strategici; le criticità pur presenti dovranno essere affrontate con la risolutezza di un adepto di Sun Tzu che combatta serenamente mille battaglie. Ma si sa, alla fine di ogni lotta c’è la vittoria e anche per questo titolo sarà lo stesso.