Death’s Door Recensione | Quando il compito del cupo mietitore si trasforma in un lavoro d’ufficio svolto dai “uccelli del malaugurio” (i corvi), e l’equilibrio del ciclo vita-morte viene mantenuto da un patto tra la morte stessa e un essere cosmico, sarà la ricerca dell’immortalità a guidare le anime dei titani verso la pazzia e l’arroganza. Il compito di ogni impiegato è semplice, e portarlo a termine porta la lunghezza delle loro vite oltre il possibile immaginabile. Però come ogni patto con la morte, non si può avere qualcosa senza nulla in cambio; vivere da schiavo, mietendo anime per poter continuare a vivere e non perdere l’anima a cui si è stati assegnati è la base del contratto. Perdere un’anima, o non riuscire a mieterla significa invecchiare ed, eventualmente, morire.
Death’s Door, sviluppato da Acid Nerve, comincia come un semplice giorno lavorativo in ufficio: scendi dal bus, timbra il cartellino per cominciare la giornata lavorativa. Appena entrati ci verrà ovviamente assegnato il compito di mietere un’anima, ma non una qualsiasi, bensì quella di un titano. Ci verrà spiegato che per continuare il lavoro serve l’energia derivata dagli spiriti e che è nostro compito mieterli. Per svolgere il compito ci verrà aperta la “nostra porta della morte”, ma che dobbiamo sbrigarci poiché appena essa sarà spalancata il “nostro tempo” comincerà a scorrere, quindi più rimane aperta, più invecchieremo. Partendo con questa premessa cominceremo l’avventura andando in cerca di questo titano il cui tempo è giunto a termine. Non impiegheremo molto tempo a trovare il nostro obiettivo, che una volta sconfitto e rilasciata l’anima ci verrà prontamente rubata da una figura oscura.
Un vecchio mietitore
Esplorando la seconda area, che ironicamente è un cimitero, potremo fare amicizia con un vecchio becchino che ci indicherà la via per raggiungere ciò che stiamo cercando, facendoci strada tra nemici e puzzle ambientali arriveremo al “guardiano della porta”. A battaglia conclusa potremo raggiungere la vetta in cui si materializzerà la “porta della morte” e vedremo un anziano corvo grigio “donarle” l’anima del titano. La porta non sembra smuoversi e il ladro d’anime che si presenterà come un anziano mietitore ci spiegherà che un tempo anche l’anima del suo obbiettivo venne risucchiata in quella porta e come da allora è sta tentando di aprire quella porta.
Sarà allora che il vecchio corvo ci rivelerà che se vorremo anche noi riottenere l’anima che ci era stata assegnata e fermare il nostro “orologio”, l’unica possibilità è mietere le anime dei tre titani che stanno sfuggendo alla morte da tempi immemori. Ci dirà che dovremo affrontare una strega, un re autoproclamato e una bestia dall’indicibile età che abitano rispettivamente in una villa, una cattedrale allagata nella foresta e sulla vetta della montagna. Potremo raggiungere ogni zona partendo dal cimitero ma per potervi accedere avremo bisogno dei poteri che potremo sbloccare seguendo l’ordine consigliato dal corvo grigio.
Una risata insieme alla morte
Svolgendo il nostro ingiusto compito potremo fare amicizia con diverse creature che non perderanno un’occasione per fare battute e strapparci una risata. Sin da subito potremo parlare con i nostri “colleghi d’ufficio” che potremo trovare nell’hub lamentarsi del loro lavoro o semplicemente riflettere sul senso della morte in chiave filosofica con un pizzico di black humor. Nelle varie aree invece potremo trovare dei personaggi come per esempio un cavaliere con una pentola al posto della testa che fa ironia sulla propria testa e come sia buona la zuppa al suo interno. Oppure una rana che adora mangiare corvi invitarci a fare un bagno con lei per poi, al nostro rifiuto, rivelarci in tutta onestà che avrebbe tentato di affogarci.
Nonostante la morte sia di per sé un argomento pesante, Death’s Door fa spesso riflettere il giocatore di come sia tutto un ciclo e di come tutti prima o poi, eventualmente, muoiono. Tra accettazione e rifiuto vi è un velo molto sottile che separa chi è pronto alla propria fine e chi invece è disposto a tutto pur di vivere un giorno in più ed eludere il cupo mietitore il più possibile; con patti, magia, o semplice forza di volontà . Accedendo alle zone e aprendo le porte che faranno da portale per il viaggio rapido potremo scoprire degli uffici abbandonati con dei verbali di altri mietitori, che intuiremo non essere mai tornati per completarli, dove viene spiegata la storia dietro al boss di quell’area.
Combatti per vivere
I titani che andremo ad affrontare saranno tutti ben consci del nostro ruolo e obiettivo, e benché sappiano che il loro tempo è già scaduto da un bel pezzo, tenteranno comunque di impedirci di arrivare fino a loro lottando disperatamente per la loro vita. Per la prima parte del dungeon rimarranno fermi ad osservarci, convinti che faremo la stessa fine di chi è venuto prima di noi, commentando le nostre azioni con frecciatine e arroganza. Dopo aver superato diverse sfide sia di lotta, come infinite ondate di nemici, che di ingegno, come enigmi ambientali, otterremo l’abilità per procedere nel dungeon. Aperta la strada per il boss dovremo fare un’ultima tirata in una zona piena di nemici temibili che ci ostacoleranno per raggiungere l’arena del combattimento.
Raggiunta l’anima da mietere, daremo vita ad un combattimento all’ultimo sangue che risulterà essere sia impegnativo che ripetitivo, escludendo il boss finale, ogni titano dispone di un pattern ben preciso diviso in due fasi ben riconoscibili. Ogni boss avrà una caratteristica rilevante che alla fine della mietitura, durante l’estrema unzione, verrà accentuata dal becchino che avremo incontrato a inizio partita, unico personaggio il cui tempo è scaduto e che vuole effettivamente ottenere il suo eterno riposo; ma per qualche motivo non riesce ad ottenerlo.
Un metroidvania isometrico
Death’s Door si basa molto sulla componente di combattimento e sull’esplorazione, con delle colonne sonore che spiccano ma non troppo. Giocando molto sulla prospettiva, poiché la telecamera rimane fissa nella visuale isometrica, questa si sposterà solo quando accederemo effettivamente alle zone nascoste oppure interagiremo con un personaggio. Le colonne sonore sapranno fare bene da sfondo alla situazione senza però spiccare più di tanto nei veri momenti di tensione. Per quanto riguarda la difficoltà , risulta essere divisa internamente alle aree, offrendo un’esperienza sì, a difficoltà crescente, ma sarà ben chiaro dove si morirà più spesso e dove meno, più esplicitamente nelle tirate finali verso i boss. Sebbene sia un titolo indie completabile in circa sette ore di gioco, offre la possibilità di scoprire nuovi segreti anche dopo aver battuto il boss finale permettendo di riesplorare le mappe avvolte però nell’oscurità della notte, rivelando dei dettagli non visibili di giorno.
Una meccanica che merita di essere citata è sicuramente quella della cura, potremo infatti trovare dei semi che potremo piantare in dei specifici vasi, nei quali crescerà un fiore che potremo consumare per ripristinare gli HP; la cosa particolare però è il fatto che ogni volta che moriremo o useremo una porta della morte, il fiore rinascerà e lo potremo utilizzare ancora. Inoltre, come in Dark Souls, potremo spendere le anime che avremo ottenuto dai nemici sconfitti e da alcuni collezionabili dal Vault Keeper per potenziare alcune statistiche come la forza, la destrezza, la magia e l’agilità . Infine sparsi per la mappa potremo trovare dei sacrari a cui poter pregare per trovare dei cristalli che, se ne troveremo quattro di un tipo, potremo potenziare o gli HP o gli MP (necessari per lanciare proiettili).
Alla fine della fiera possiamo affermare che è un ottimo gioco, che segue un pattern ben preciso in tutte le sue sezioni di gioco e che offre un ottimo livello di sfida sia per i nuovi giocatori che quelli più esperti. Fatto bene a livello di esplorazione, con diversi segreti da poter scoprire in modo relativamente facile, similmente a The Legend of Zelda ci saranno muri finti da far esplodere con le bombe, fiaccole da dover accendere con frecce infuocate e così via. Purtroppo non è stato tradotto in italiano, quindi a meno che non sappiate intendere una della altre lingue in cui è disponibile potrete capire ben poco della trama. Death’s Door è disponibile per PC su Steam, e su Microsoft per Xbox One e Xbox Serie X/S.
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